Un esordio fatto di eccessi, o meglio, così raccontato. La sfida al playback di Sanremo con Vado Al Massimo, seguito dalla faccenda del microfono. L’arresto per la storia della droga, la solidarietà di Pannella, ma anche l’amore incondizionato dei fan, lo sdoganamento (finalmente!) del rock italiano. Finalmente si poteva ballare con la batteria che pesta, le chitarre spiegate ed una voce graffiata che canta testi diretti, ma che arrivano al cuore, alla pancia, alla testa e danno corpo alle emozioni. Vasco Rossi è estremo in questo: bianco o nero, prendere o lasciare. E qui c’è la sua forza. La potenza della musica si fa strada mentre la sfrontatezza si ricongiunge ad una fragilità di fondo, mai nascosta e cavalcata in scorribande notturne che ben si sposano ai ricami di facili leggende metropolitane. Facile perdersi in aneddotica quando si parla di Vasco Rossi, rockstar (ma meglio non parlare di stelle e spazio e rimanere ben ancorati a terra, come fa lui) un tempo conformisticamente detestata ed ora altrettanto conformisticamente amata, solca il palco al parco Ferrari di Modena per il megaconcerto, il Modena Park, per celebrare i suoi 40 anni di carriera. Tracciare un ritratto di Vasco è difficilissimo, perché in una frazione di secondo ci si può trovare impantanati in un gigantesco stereotipo. Vasco è lo zio schivo che scrive poesie e strimpella, timido e sensibile, a parole spaccone ma nella vita delicato, che verso i trenta scopre l’amplificatore e ci regala album come Bollicine. Figlio della dissacrazione dei Rolling Stones e degli Indiani Metropolitani, non si vergogna a scrivere canzoni che parlano di tentativi di approccio (Colpa di Alfredo), di vecchi attempati che cercano Lolite (Deviazioni) fino ad arrivare a liriche struggenti come Dillo Alla Luna che in cui ci si perde nella comunicazione di coppia. Vasco Rossi, ha sdoganato il rock in Italia, trasformando in liriche il linguaggio di tutti i giorni, del bar, del tram delle discoteche. L’America da cartolina lascia il posto al rombo dei motori, alle notti in bianco ma anche a malinconie, ritratti di donna e solitudini lasciate allo scorrere del tempo. L’alba timida della splendida giornata rinasce ogni volta in cui Vasco sale sul palco, con quarant’anni di carriera fatta di successi e declini che compongono il romanzo di ogni vita.