Recentemente la grande stampa e le TV hanno parlato del caso “bosco della droga” a Rogoredo, un quartiere di Milano . Nei pressi di una delle stazioni più importanti d’Italia, a pochi passi dalle sedi di aziende di primo piano, snodo di accesso nella capitale meneghina, l’eroina è tornata protagonista, portandosi dietro una situazione di degrado che in quei luoghi non si vedeva da anni. La zona è diventata invivibile per il via vai di drogati e delinquenti di ogni risma. E parliamo “della più grande piazza di spaccio di Milano”.
Alcuni cittadini denunciano che gli addetti alla “riduzione del danno”, finanziati anche con fondi europei, distribuiscano durante la giornata migliaia di siringhe sterili per chi si droga con il vecchio metodo delle “pere”, oltre a distribuire stagnola per chi fuma e profilattici. Tutto per evitare la diffusione dell’AIDS e di altre malattie. Insomma, al posto di porre un argine al problema si aiutano i drogati ad assumere la droga. Un vero e proprio controsenso. Siamo di fronte ad un balzo indietro negli anni ’80, quando l’eroina segnò un’intera generazione.
A farne le spese sono chiaramente i residenti, che fino a poco tempo fa vivevano in una zona periferica ma abbastanza tranquilla e che oggi si vedono catapultati in una realtà pericolosa e degradata. A fine ottobre hanno indetto una manifestazione partecipata da centinaia di persone e al loro fianco al momento si è schierato il movimento identitario Lealtà Azione, che ha indetto una manifestazione il 4 novembre scorso per provare a sollevare il problema, ricevendo il supporto di molti residenti.
Le altre vittime di questa storia sono i pendolari, anche loro prede nelle ore serali di una situazione che in stazione non era mai stata contemplata. Il consiglio del Municipio 4, presieduto da un leghista, ha chiesto l’installazione per lo meno di una siepe che protegga la scuola media della zona, in modo che i bambini non siano testimoni di scene raccapriccianti o si ritrovino ad avere a che fare con le siringhe gettate improvvidamente dai drogati di turno.
Va detto che in stazione è presente un presidio di polizia ferroviaria e che in generale le forze dell’ordine non chiudono gli occhi davanti al problema, ma soffrono l’endemica mancanza di mezzi e uomini che affligge tutti i loro colleghi in Italia. Fronteggiare il fenomeno è arduo. A detta dell’assessore alla Sicurezza è in corso una vera e propria operazione di marketing. Le dosi vengono vendute al prezzo di lancio di 5 euro, per attrarre nella rete della dipendenza sempre più persone, perché il mercato è ampio e in crescita. Il vasto e per molti versi insondabile hinterland milanese è a pochissima distanza. Servirebbero una volontà istituzionale e un vero investimento per la sicurezza dei cittadini, al fine di evitare che dal “supermarket dell’eroina”, così è stata definita la zona di Rogoredo, non si torni alla diffusione del buco di massa.