E’ necessario reintrodurre i voti anche nella scuola primaria perché i voti favoriscono il rapporto con le famiglie e preparano al futuro. E’ questo il tema del convegno promosso dal Dipartimento Istruzione di Fratelli d’Italia che si è tenuta alla Camera dei Deputati in una Sala Tatarella gremita di folla composta da addetti ai lavori, esponenti della scuola, studenti ed anche genitori.
A fare gli onori di casa la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti che ha tenuto a sottolineare l’importanza del merito e la necessità di reintrodurre i voti a fianco dei giudizi anche perché le famiglie spesso lamentano che i giudizi sono incomprensibili, e il presidente dei deputati di FdI, Tommaso Foti che ha evidenziato il lavoro svolto alla Camera sul tema della scuola e il fatto che la sinistra contrasta il merito perché preferisce il sei politico nelle scuole e il diciotto politico all’università.
La senatrice Ella Bucalo, viceresponsabile del Dipartimento, ha fatto anche l’esempio del genitore che chiede: “Ma Avanzato a cosa corrisponde?”. Ha poi evidenziato che i voti non sono sentenze, ma qualcosa che accompagna il cammino della vita, un percorso di crescita degli alunni. E i voti rappresentano un sistema chiaro per le famiglie e che sia chiaro anche per gli studenti.
L’on. Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale, ha ricordato che il merito è il miglior alleato dell’uguaglianza da non confondere con l’egualitarismo. Uguaglianza è dare a tutti le stesse condizioni di partenza. Il merito consente di valorizzare i talenti di ognuno.
Il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone ha ricordato l’impegno di Fratelli d’Italia per la scuola e i provvedimenti adottati e quelli ancora in itinere sia per valorizzare il personale e il corpo docente, sia per venire incontro alle esigenze delle famiglie, soprattutto le più disagiate.
L’on. Paolo Trancassini ha evidenziato l’importanza data da FdI al mondo della scuola con la lotta alla dispersione scolastica e il valorizzare le aree interne per far sì che siano mantenute anche le piccole scuole, quelle che non raggiungono gli standard numerici ma che rappresentano vita sociale e istituzioni.
Sulla riforma del voto di condotta si è soffermata l’on. Grazia Di Maggio che ha evidenziato la sua necessità per ridare autorità ai docenti che svolgono un ruolo importante. Inoltre ha ribadito che il merito rappresenta un ascensore sociale perché consente di far emergere i migliori.
L’importanza della scuola per lo sviluppo è stata analizzata dall’on. Gerolamo Cangiano che ha fatto l’esempio del lavoro svolto con l’Agenda Sud e col decreto Caivano.
Il filosofo Stefano Zecchi ha voluto ricordare che tutto inizia col ’68 che però ancora non è finito. Allora sono nate tutte le mistificazioni contro i voti e contro il merito. Il voto rappresenta una semplificazione del rapporto tra la scuola e i genitori. Non consente alibi.
Successivamente si è aperto un ampio dibattito nel quale sono intervenuti vari rappresentanti dei docenti, dei genitori e degli studenti. In particolare per gli studenti Riccardo Ponzio, responsabile di Azione Studentesca ha ribadito la necessità di tutelare nella riforma del voto di condotta chi svolge attività politica per evitarne un uso repressivo da parte di taluni docenti poiché spesso contro gli studenti di destra è stato usato in tal modo. Tra i docenti Pietro Bordo ha raccontato la sua esperienza di maestro elementare e il caso di Mattias che in seconda al dettato prese 3 e poi in quinta dieci a dimostrazione che ci sono voti che stimolano a fare meglio perché un brutto voto fotografa la realtà di un momento che può essere migliorato, non è una sentenza per affossare l’autostima.
Le conclusioni sono state affidate all’on. Alessandro Amorese, capogruppo di FdI nella Commissione Cultura il quale ha esordito affermando che “per il mondo della scuola questa può essere una legislatura costituente perché non abbiamo consorterie e privilegi da difendere”. Ha affermato di non voler fare il sindacalista dei figli e ha citato il caso della neodirettrice del Salone del Libro, Annalena Benini che poiché il figlio ha preso 3 a scuola su “Il Foglio” ha scritto di sognare una scuola senza voti. Ma i voti possono avere anche un valore educativo e quelli brutti non sono irrecuperabili. Quindi Amorese ha osservato che “vale più 1 anno di governo Meloni di 10 anni di centrosinistra” elencando quanto fatto dal centrodestra e a quanto sta lavorando, ribadendo che adesso bisogna rimettere mano ai programmi scolastici “per dare un futuro alla scuola perché con esso si dà un futuro all’Italia”.
I saluti finali del convegno, moderato da Giovanni Russo, sono stati del sottosegretario Paola Frassinetti che ha annunciato di voler intensificare l’attività del Dipartimento e di promuovere incontri e convegni con una certa regolarità a dimostrazione dell’importanza data da Fratelli d’Italia alla scuola e a tutte le sue componenti.