Roberto Calderoli è partito per un tour referendario che ha toccato parecchie città del Sud insieme a Raffaele Volpi, plenipotenziario per il Sud della Lega. Il senatore leghista, ex ministro, è tra gli alfieri dell’opposizione alla riforma renziana alla Costituzione. A Salerno, dove è stato accolto dalla federazione locale di Noi con Salvini e dai dirigenti regionali e provinciali del partito, Calderoli smorza le polemiche interne alla Lega e lancia la sfida non solo al Premier ma all’area del centrodestra: “Non basta creare i presupposti affinché si torni al voto, dobbiamo creare le premesse per vincere le elezioni”.
In questi giorni ci sono state delle polemiche sul destino e le scelte della Lega. Nord, Sud e s’è parlato molto di alcune frasi di Bossi e Maroni. Che aria tira?
Non vedo alcuna ragione di polemica. La strada che va seguita è quella del doppio binario: al nord la Lega, al sud Noi con Salvini. Non sono un’unica cosa ma condividono gli stessi obiettivi. Perciò devono integrare nell’azione, l’una con l’altra.
Eppure c’è chi è ancora deluso dei risultati elettorali al Sud.
Quando si semina, bisogna aspettare se si vuole ottenere un buon raccolto. Non si può mica pretendere di gettare il seme e ritrovarsi subito la pianta bella e grossa, no? Adesso Noi deve cominciare a rafforzarsi, a trovare una sua autonomia e a camminare da sola sui territori.
Il referendum è un banco di prova per le strategie di Lega e Noi?
In ballo c’è molto di più che le questioni di partito. C’è la democrazia. Se passa la riforma di Renzi si rischia di non andare più a votare. Almeno per il Senato e a questo punto bisogna lottare per qualcosa che viene anche prima dei partiti che, in questa battaglia, passano su un piano secondario.
E per il centrodestra?
Come sopra. Questa del referendum può essere l’occasione per capire chi è il centrodestra. Perché occorre che sia chiara una cosa: chi sta con il Sì, non rappresenta la nostra area. In nessun modo. Sono convinto che dal 5 dicembre, per l’autentico centrodestra possa spianarsi un’autostrada con la vittoria del No.
Anche Berlusconi sembra aver sciolto le riserve e accolto il suo appello a scendere in campo contro la riforma della costituzione.
Speriamo. Il fatto che la stessa cosa l’abbia poi detta anche Letta, ebbene mi rincuora molto e mi fa essere ottimista. Adesso se solo le reti Mediaset fossero un po’ meno collaborative con il Sì…
Tornando alle prospettive per il centrodestra e all’autostrada referendaria…
Finora s’è parlato troppo di alleanze e troppo poco di idee. Prima degli accordi politici ci sono dei contenuti da condividere, c’è un programma da stabilire. Una volta chiari questi passaggi, solo allora si può tornare a parlare di alleanze. Bisogna creare i presupposti perché si arrivi al voto. Ma ciò, da solo, serve a poco. È necessario creare i presupposti soprattutto per tornare a vincere le elezioni. Ora va condivisa la battaglia per il No.