Il punto sul campionato di serie A e sul quinto scudetto della Juve in questa intervista con Roberto Perrone, firma del giornalismo sportivo italiano
La Juventus colleziona cinque scudetti di fila. C’è un segreto?
Spesso ho detto che, paradossalmente, sarebbe stato meglio non mandarla in B. Per le altre squadre. L’Inter ha avuto il dominio incontrastato del campionato per quattro anni. Non accadeva dagli anni ’60 e quindi son passati quasi cinquanta anni per vedere i nerazzurri inaugurare un autentico ciclo vincente. Da quella retrocessione del 2006 la Juventus ha tratto forza. S’è rifondata, ha ritrovato energie mentali anche grazie all’arrivo di Antonio Conte, del ds Marotta e di Paratici. Azzeccare le scelte di mercato è importante: prendere giocatori importanti a parametro zero come Pogba e altri come lui è fondamentale. Poi c’è stato il grande investimento dello stadio di proprietà, l’inaugurazione dello Juventus Stadium ha coinciso con il primo scudetto del nuovo ciclo. Trarre il meglio da tutta una serie di situazioni nate dall’emergenza, dallo scandalo e dalla retrocessione è stato decisivo. Si tratta di circostante che tutte insieme, per un gioco di bravura e insistenza, hanno pesato negli anni successivi proprio quando le altre squadre s’erano convinte che la Juve non fosse più né competitiva né cannibale come un tempo.
Quali gli errori imperdonabili delle altre grandi?
Mancanza di vedute e programmazione. La stessa Inter lamenta un fallimento che trova le sue ragioni nella mancanza di programmazione. Per esempio, l’anno scorso Juve ha sfiorato il Triplete e poi s’è liberata di giocatori, per una ragione o l’altra, prendendone altri che potessero garantire un futuro radioso ai colori bianconeri. L’Inter invece fa il Triplete nel 2010 e commette un grosso errore: non intuisce che Mourinho, la sera stessa della finale vinta contro il Bayern, se ne sarebbe andato via in auto con Florentino Perez. La sua è stata scelta dettata dall’istinto: come se avesse mollato il Titanic in rotta verso gli Usa senza ancora scorgere tracce dell’iceberg. Mouriho intuì che quel gruppo era arrivato al massimo e, perciò, si sarebbe sfaldato. Peggio, poi, le mosse successive: si è tenuto Milito, che dopo la doppietta al Bayern è stato praticamente ininfluente e invece si dà via Snejider. E il tutto accade senza più collante di un allenatore forte come poteva essere proprio il portoghese.
La Juve passando da Conte ad Allegri si è invece rafforzata…
Sicuramente la Juve di Conte era più balbettante in Europa. Il tecnico salentino era troppo radicale nelle sue scelte e poco incline al cambiamento. Allegri è invece adattabile e questa è stata la forza delle nuova Juve che in Europa ha cambiato spesso formazione e schieramento: ricordo che Conte andò a Monaco e non cambiò di una virgola la sua difesa a tre, magari a favore di un 4-4-2 più accorto ed equilibrato. Finì che nelle due partite col Bayern, nel 2013, la squadra che venne proprio travolta. Invece quest’anno è andata meglio con le squadre forti che con le deboli. In Champions, semmai, ha pagato l’atteggiamento sbagliato col Moenglabdach in casa e nella trasferta col Siviglia.
Non c’è il rischio di una serie A di monologhi bianconeri?
Premesso che, parafrasando il Catalano di Quelli della Notte, vincere sempre è meglio che perdere, il ciclo cannibalico della Juve è tutt’altro che finito. Già quest’anno si parlava di noia, di appagamento e dell’apertura di nuove possibilità per le altre. Il problema del campionato non è diverso. Non credo che ci si annoi perchè vince sempre la stessa: da spettatore disinteressato ritengo che a vincere, alla fine, sia sempre il migliore. Se il migliore è sempre lo stesso che ci possiamo fare? Anche a me piacerebbe vedere, per un anno, l’effetto che fa una situazione tipo quella del Leicester di Ranieri. Anche in Inghilterra, però, è difficile che il titolo esca fuori dal giro delle solite note. L’ultima affermazione di un’outsider risale ormai a quasi vent’anni fa. Magari, sì, viene voglia di sognare un campionato più divertente e più combattuto: quest’anno col Napoli ancora davanti si è avuta la percezione che la Juve fosse troppo arrembante e alla fine avrebbe vinto. Mi auguro per l’anno prossimo che ci sia un po’ di bagarre, un arrivo magari in volata a tre-quattro squadre. Stavolta hanno mollato tutte ed era inevitabile la fine con questa Juve dominante.
Occorrerà attrezzarsi già in estate…
Le squadre più importanti del nostro campionato dovrebbero risalire la china e trovare una nuova dimensione. Un cambio di mentalità però è molto difficile: Inter e Milan hanno bisogno di investimenti giusti. Se in un mercato, peschi un campione, uno così e così e una pippa sei stato fortunato. La Juve, finora, ha saputo fare mercato e programmazione meglio di tutti gli altri. L’esempio: i trasferimenti più onerosi delle ultime sessioni di mercato sono stati Dybala in bianconero e Kongdobia all’Inter: la forbice di rendimento tra i due è lampante. È un po’ la forbice che i campioni d’Italia hanno messo tra sè e le altre squadre.
C’è in serie A ancora la corsa alla salvezza.
Il Palermo s’è tirato su bene, Carpi ha la sfortuna di avere la Juve alla prossima: fosse stata un’altra squadra fresca vincitrice del tricolore come il Milan nell’anno dell’accoppiata scudetto-Champions ad Atene contro il Barcellona, che perse in casa della Reggiana che a sua volta si salvò a scapito del Piacenza, sarebbe stata fortunata a trovare una squadra molle. La Juventus deve festeggiare scudetto e non farà nessuno sconto.
E per l’Europa?
Bisogna vedere il contraccolpo del Napoli, oggi i partenopei hanno giocato molto bene ma sono mancati in fase realizzativa. L’undici di Sarri s’è scontrato contro un portiere, Szczesny, che s’è superato in grandi parate e con la sfortuna che, alla prima vera azione della Roma, Naingolaan ha segnato. Credo però che con due punti di vantaggio il Napoli possa ancora arrivare secondo, la Roma terza. Per l’Europa League c’è il Sassuolo che può farcela e per il Milan questo sarebbe il disastro. Ai rossoneri resta la Coppa Italia ma in queste condizioni non so come potrà opporsi alla Juve. Le due milanesi non riescono a tirarsi su, durerà anni questa crisi. Berlusconi ha perso il tocco magico e gli altri non riescono a combinare niente di strutturalmente positivo.
C’è qualche altro verdetto (importante) e già acquisito dal campionato..
Sì, il fatto positivo di questo campionato è che il Genoa si farà il decimo anno in A di fila. Non è notizia di oggi ma ne sono veramente felice: per noi genoani, una tale stabilità nella massima serie dopo anni duri e inconstanti, è quasi come vincere uno scudetto.
@barbadilloit