Si schianta il “modello Sicilia”. Svetta il volo al suo posto l’inedito asse regionale Pd-Pdl, un passo in più rispetto al tanto chiacchierato e frainteso milazzismo. È questa la notizia che proviene dalla terra governata da Rosario Crocetta. Ma è anche questa la lettura che si deve dare a un progetto politico, quello dei grillini, che negli ultimi due mesi, a Roma come a Palermo, ha dimostrato tutta la propria fragilità, per non dire ingenuità. Già, sono bastati pochi giorni per capire come quella corda che avrebbe dovuto trascinare, a forza di strattoni, il governo regionale sulle posizioni dell’opposizione a Cinque stelle, era effettivamente troppo corta. Una lunghezza non misurata sui numeri d’aula, ma su quella poca “scafatezza” che è d’obbligo tra le mura di Palazzo dei Normanni.
Il “modello Sicilia” non è caduto però davanti alla rielezione di Giorgio Napolitano. E neanche davanti alle battute birichine che Berlusconi ha rivolto a Montecitorio ad un Crocetta assai divertito. Il patto tra Pd e Pdl viene da più lontano. Ha visto le prove generali nella delibera sul “doppio voto di genere”, un provvedimento che obbliga, durante il voto amministrativo, a optare sia per un uomo che per una donna. Una convergenza che i grillini hanno stigmatizzato in ogni modo, denunciando i rischi, da parte di mafiosi e stiddari, di controllo del voto popolare. Una delibera che ha costretto il M5S a stracciarsi le vesti, per non dire la coscienza, preferendo ad una innovazione liberal, il mantra sbiadito del clientelismo mafioso.
Si sa. Chi è siciliano non si lascia impressionare dai proclami. Le grandi battaglie, così come le grandi alleanze, hanno nelle prebende i loro sigilli ufficiali. “E come fu e come non fu”. In un clima di concordia generale tra centrodestra e centrosinistra, la neo-assessora al Turismo, Michela Stancheris, una delle più strette collaboratrici (per alcuni la segretaria) di Rosario Crocetta, ha scelto Carmen Madonia come proprio capo di gabinetto. Un nome tutt’altro che innocuo. Si tratterebbe infatti dell’ex direttore generale della Provincia di Catania, donna di ferro, dedita totalmente alle istituzioni. Ma anche e soprattutto una delle collaboratrici più strette del co-coordinatore del Pdl siciliano Giuseppe Castiglione, che a sua volta è il braccio politico di Alfano in terra di trinacria. Grillo, il genovese, s’illudeva che il Modello Sicilia sarebbe stato prossimo ad un gioco da tavolo. Che illuso. Il modello siciliano è storicamente un altro, e continua nel tempo la sua marcia irresistibile. Un modello, sia chiaro, non fatto di opposizioni ragionate, ma di legami forti come un cordone ombelicale.