“È una tipa tosta, molto diversa da me… È un’esperta di heavy metal, va in moto, potremmo dire che dorme col suo giubbotto di pelle, è omosessuale e ora è anche sposata con la sua compagna“. Così Caterina Silva descrive il suo personaggio, il sovrintendente (poi ispettore) Bertaccini, amica/nemica del poliziotto “braccio maldestro della legge” Coliandro.
Figure nuove Attrice con una lunga formazione teatrale alle spalle, dal 2009 volto femminile fisso della serie dei Manetti Bros, Silva interpreta un ruolo molto particolare, sia per le caratteristiche del personaggio, sia perché i colleghi di Coliandro sono molto diversi dagli agenti ai quali il piccolo schermo ci ha abituati. In genere, siamo abituati ad affezionarci ad un commissario o ad un’agente per la sua vita privata, per le sue disavventure, sentimentali e non, per i problemi del quotidiano che si mescolano a quelli lavorativi.
I “questurini” dei Manetti, invece, sono essenziali: di loro conosciamo a malapena il cognome, spesso storpiato; gli aspetti familiari e intimi sono narrati in modo sintetico, quanto basta ad esaltarne i pregi o, più spesso, i difetti. Essenziali, appunto, ma indispensabili alla trama, resa talvolta più comica, talvolta più avvincente dall’entrata in scena della Berta, di Gambero o dell’ultimo acquisto, la Buffa.
La Berta è un ispettore mascolino, in giubbetto di pelle e pistola sempre pronta in mano. Omosessuale dichiarata, non manca mai di commentare, con sarcasmo, le sbadataggini e le avventure amorose del collega, né di lanciarsi in suo aiuto quando la situazione precipita.
Silva: “La Bertaccini è una poliziotta vera, realistica, che crede in quello che fa, con le sue intuizioni ma anche con tutti i suoi limiti: il bello di Coliandro è proprio quello di avere personaggi veraci e lontani dal mito dell’eroe, calati in situazioni criminali assurde e straordinarie. Il mio è un personaggio che rompe tutti i clichè della donna che siamo da sempre abituati a vedere in televisione, ma l’aspetto interessante, qui, è proprio il fatto di essere inserito nel contesto come se nulla fosse. Non c’è un giudizio, non c’è una posizione politica. C’è un aspetto della nostra realtà che Lucarelli (autore dei romanzi di Coliandro e degli episodi della serie, nda) tratta in modo libero e onesto“.
E Coliandro? Cosa ne pensa la Berta dello “sciagurato” collega?
Bertaccini: “Cazzone, cazzaro e fancazzista! Ma, sarà l’abitudine, sarà lo spirito cameratesco, la storia che non bisogna prendersela coi più deboli… sì, sotto sotto anche io un po’ gli voglio bene. Poi per il resto, meno lo vedo e meglio sto”.
Giro di boa A ormai poche ore dalla messa in onda dell’ultima puntata della fiction (Cop Killer, nda), chiediamo a Caterina di raccontarci la sua esperienza sul set. Ad esempio, qualche aneddoto della quinta stagione…
Silva: “Quando abbiamo girato la scena finale di Testimone da proteggere, in una parrocchia fuori Bologna, Vito (il grande Stefano Bicocchi) ha cucinato una gramigna con ragù alla bolognese, spettacolare, per tutta la troupe. La pausa è diventata una specie di sagra di paese, con musica e gente del posto. Meraviglioso”.
… nonché parlarci del clima che ha vissuto rivestendo, dopo sei anni, i panni del suo personaggio.
Silva: “I Manetti sanno creare un’ atmosfera incredibile sul set; tra gli attori e la troupe c’è tantissima collaborazione e il lavoro è davvero corale. Marco e Antonio sono degli artigiani: i ritmi di lavoro sono sempre molto intensi e veloci in televisione, eppure loro sanno veramente valorizzare ogni istante”.
Ultima domanda: anche nella vita è marito, come la Bertaccini?
Silva: “(ride) Né l’uno, né l’altra. Sono, però, fidanzata!“