La mannaia dell’espulsione è calata tra capo e collo dei trentasei attivisti del M5S “scoperti” dai vertici del partito in un gruppo segreto di Facebook in cui, secondo le accuse, avrebbero potuto “manipolare” il confronto interno al Movimento per l’individuazione delle strategie e del metodo da perseguire per trovare il candidato sindaco pentastellato che dovrà sfidare l’uscente De Magistris, il “destro” Gianni Lettieri e chi vincerà le primarie del Partito democratico.
I trentasei grillini sono stati espulsi via mail che, puntuale, è arrivata intorno alle 18 della giornata di martedì. Tutti si son difesi e hanno rifiutato le ricostruzioni e contestato le accuse arrivando pure a proclamare lo sciopero della fame pur di far arrivare le loro ragioni fino alle orecchie di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Però, la violazione statutaria (anzi, del Non Statuto) che vieta rassemblement intermedi all’interno dei gruppi a Cinque Stelle ha comportato la sanzione, eseguita con fiscale puntualità da responsabili e rappresentanti.
Per il M5S è una doccia fredda, che non ci voleva. Perchè sembra far da prologo a una guerra interna che si preannuncia ferocissima. Gli espulsi sono inferociti contro Raffaele Fico e lo accusano di aver gestito male la vicenda, schierandosi rimanendo in silenzio. Schierandosi, si diceva, a favore del gruppo del Meet Up che, secondo gli espulsi, non gradirebbe opposizione. Cosa che, dall’altra parte della barricata, smentiscono con forza.
Il dibattito, sulle pagine virtuali dei Meet Up napoletani e sui blog d’area, è intenso e partecipato e avrà sicuramente degli strascichi, quantomeno interni al M5S napoletano in uno dei suoi momenti più delicati.
@barbadilloit