“Quella della mortadella non fu un’idea mia”. Lo ha rivelato a Barbadillo l’ex senatore Nino Strano, passato alle cronache per aver festeggiato platealmente la caduta del secondo governo Prodi. “Io non comprai né spumante, né salumi. Fui coinvolto e, non si sa neanche perché – ha aggiunto- diventai il capro espiatorio di quell’episodio”. La vera mente di quel gesto clamoroso fu dunque un altro parlamentare.
Una strana coincidenza ha voluto che i due nomi più prestigiosi messi in campo in questi giorni per eleggere il Capo dello Stato si siano incrociati, appunto in quella occasione, con il politico etneo: “Ve bene Marini – ha riferito Strano- ma anche Prodi va benissimo. Le sembrerà strano, ma la penso così. Il presidente Prodi – racconta l’ex parlamentare vicino a Gianfranco Fini- ha dimostrato una grande educazione e sensibilità nei miei confronti. Dopo quell’episodio – ha continuato Strano- gli inviai una lettera di scuse, lui cortesemente mi rispose, con grafia a mano, nella quale accettava le mie scuse e mi augurava ogni bene. Da allora il mio rapporto con Prodi – ha spiegato- è diventato idealmente positivo. Lui ha apprezzato il gesto mio, come io ho apprezzato il gesto suo”.
“Ci fu una parte del paese che apprezzò sicuramente quel gesto per il suo valore futurista. Io oggi però, anche ragionandoci, non lo rifarei. Ma ispirerei altri gesti con il mio animo futurista”.
Entrando nello dettaglio del voto di oggi, Strano si è lanciato in una valutazione personale: “Se venisse eletto Prodi sarebbe comunque un fatto politico, perché servirebbe a ricucire le ferite interne al centrosinistra”. Nonostante questa constatazione, Strano si è espresso positivamente sull’autorevolezza del fondatore dell’Unione: “Anche se il mio presidente ideale sarebbe Emma Bonino, e mi dispiace che si sia persa questa occasione per dare un svolta anche di genere all’istituzioni, credo che Prodi – ha concluso- sarà un presidente che si saprà fare apprezzare in Italia e non”.