• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
martedì 28 Marzo 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Ritratti non conformi

Emilio Comici, podestà e alpinista: “Per vivere compiutamente bisogna arrischiare qualcosa”

by Giorgio Ballario
21 Febbraio 2013
in Ritratti non conformi
0

emilio comiciEmilio Comici era fascista. E avendo vissuto pienamente gli anni Venti e Trenta, non si può certo dire che fosse il solo. La sua non era una scelta politica controcorrente, insomma. Eppure non sfigura nella nostra galleria dei personaggi fuori dal coro, perché la sua “alterità” risiedeva altrove. Non nella politica, non nella vita pubblica, che rifuggiva come la peste.

Comici era uno scalatore, uno dei più grandi alpinisti non solo d’Italia, ma dell’intero panorama internazionale. Ma a renderlo unico, secondo taluni esperti il migliore in assoluto, era proprio la sua interpretazione – solitaria, estetica e mistica – dell’ascesa alla vetta.  «Da che cosa ero pervaso io?  – scriverà ricordando la conquista, nel ’37, della Cima Grande di Lavaredo, da solo e senza corde – Da una forma di pazzia o di sadismo alpinistico, forse? Non so, ero ebbro, sì, ma cosciente: perché mi sentivo la forza fisica di superare lo strapiombo, e la sicurezza morale di dominare il vuoto. Riconosco a priori che l’arrampicamento solitario su pareti difficili, è la cosa più pericolosa che si possa fare… Ma ciò che si prova in quel momento è talmente sublime che vale il rischio».

Emilio Comici era un virtuoso dell’alpinismo, un artista della scalata, un funambolo della roccia. Ma questa sua arte straordinaria non era finalizzata a stupire o strappare l’applauso, come il trapezista al circo equestre. E sotto di lui non c’era nessuna rete a salvarlo, nel caso in cui avesse mancato l’appiglio. Il gesto eroico e folle di scalare una parete  con la tecnica della “goccia d’acqua”, cioè scegliendo la via più dritta a prescindere dalle difficoltà tecniche, era fine a se stesso. Non prevedeva ricompense né ricchi contratti con gli sponsor, come accade oggi negli sport pericolosi. «Noi viviamo di sensazioni, intese nel senso più nobile della parola – sosteneva l’atleta triestino – Ognuno ha le proprie, altrimenti la vita sarebbe inutile e vuota. Ma per vivere compiutamente bisogna pure arrischiare qualcosa. Il Duce ha insegnato così».

Non è un montanaro cresciuto fra le cime, Emilio Comici. Nato a Trieste il 21 febbraio del 1901 da madre veronese e padre triestino, frequenta le scuole dell’obbligo senza primeggiare nello studio e a soli 15 viene assunto presso i Magazzini Generali di Trieste con un incarico impiegatizio. Sin da piccolo frequenta il Ricreatorio Pitteri della Lega Nazionale e compiuti i diciotto anni, non potendolo più frequentare per raggiunti limiti di età, aderisce alla “XXX Ottobre”, una nuova associazione sportiva dove si praticavano ginnastica, atletica, ciclismo, calcio, canottaggio. A queste sezioni si aggiunse un gruppo speleologico e Comici, pur eccellendo nelle altre attività sportive, vi aderisce prontamente.

I suoi primi contatti con le Alpi avvengono dunque nelle profondità delle grotte carsiche, ma quando il giovane Comici, verso la metà degli anni Venti, scopre casualmente la pratica dell’alpinismo, la sua esistenza cambia in modo radicale. Con gli amici comincia a frequentare le pareti della Val Rosandra e brucia talmente le tappe da fondare, nel ’29, la prima scuola di alpinismo. Decide che quella sarà la sua vita e dopo molte insistenze, nel 1932, riesce a trasferirsi a Misurina e a diventare guida alpina. Nell’ambiente degli scalatori diventa subito un mito: «Comici pativa e godeva la montagna – scrive Mario Cecere – l’esaltava e la bestemmiava, la dominava e ne aveva paura; lui stesso era un raffinato pianista, un eclettico che trasse per sé e per gli innamorati dell’ Alpe una linea ascendente e gioiosa».

Come già detto, Emilio Comici è fascista convinto. E in teoria ha tutte le carte in regola per diventare un simbolo del regime mussoliniano, che celebra l’alpinismo come disciplina ideale per “l’uomo nuovo”. Ma lo scalatore triestino è anche un solitario, forse persino un timido, e non approfitta della sua posizione. La sua adesione al fascismo è sincera, non di comodo. E c’è da aggiungere che lui stesso appare come un personaggio un po’ eccentrico, rispetto alla retorica del Ventennio. «Durante i bivacchi parlava con le stelle – scrive ancora Cecere – e quando camminava sulla terra e faceva il maestro di sci appariva sempre diverso dagli altri uomini: nonostante l’afflato erotico patito per i monti, Comici non era il tipico “vitalista” dell’epoca, e si metterebbe pietosamente fuori strada chi sapesse trarre, dal titolo “Alpinismo eroico” dato alle cronache delle sue arrampicate intrepide, solo un pedaggio conformistico, e di retrogusto romantico, ad un afflato faustiano o ad una presunta demagogia di regime».

L’unico favore, forse, arriva nel 1939, quando viene nominato commissario prefettizio di Selva di Val Gardena, praticamente un podestà senza pieni titoli. E’ accolto dai valligiani con una certa perplessità, ma in breve tempo sa conquistarsi l’affetto e l’ammirazione di tutti. Chi l’ha conosciuto da vicino dice che c’era qualcosa di religioso nell’approccio di Emilio Comici alle vette. Come lui stesso sembra confermare in questa affermazione: «Sulle montagne sentiamo la gioia di vivere, la commozione di sentirsi buoni e il sollievo di dimenticare le cose terrene; tutto questo perché siamo più vicini al cielo».

Ma spesso il destino sa prendersi gioco anche degli uomini più coraggiosi. Così la vita dell’alpinista che aveva rischiato la pelle ogni giorno, sulle vette più scoscese delle Dolomiti, finisce per un incidente quasi banale, proprio a Selva di Val Gardena.  E’ il 19 ottobre del 1941 e  Comici sta scalando una parete per principianti in compagnia di amici poco esperti di alpinismo. Nell’intento di dare consigli ad un amico Emilio si sporge, facendo affidamento solo su un cordino, per giunta non suo. Ma la fune  era marcia, sotto il suo peso si spezza all’improvviso e lo fa precipitare per 40 metri.  Cade su di un prato, ma per colmo della sfortuna batte la testa su un sasso nascosto nell’erba e muore sul colpo.

«Vegliammo a turno per tre giorni e tre notti – racconta l’amico Tommaso Giorgi, che partecipò all’ultima, tragica ascesa di Comici – e fu proprio in quelle lunghe ore che accadde un fatto strano: una mano sconosciuta posò sul feretro il berretto nero con l’aquila del podestà. Fu un gesto che mi colpì perché mi parve una sorta di ricompensa per ciò che in vita non gli era stato concesso».

Giorgio Ballario

Giorgio Ballario

Giorgio Ballario su Barbadillo.it

Visualizzazioni: 0

Related Posts

Ritratti. Franco Piro, intellettuale e politico socialista, organico ed eretico

Ritratti. Franco Piro, intellettuale e politico socialista, organico ed eretico

2 Agosto 2021
Ritratti. Enzo Aprea, l’ansia indomita per la libertà

Ritratti. Enzo Aprea, l’ansia indomita per la libertà

13 Febbraio 2021

Ritratti non conformi. Gianluigi Marianini, il dandy della modernità

Ritratti. Pippo Franco artista multiforme tra misticismo e nuove frontiere

Musica. “It’s Alive”, il primo album dal vivo dei Ramones festeggia 40 anni con una nuova uscita

Cultura. Il commissario ordinovista Balistrieri e la rinascita dell’hard-boiled italiano

Siracusa. Elena e le altre: visioni e tracce femminili nei manifesti Inda di Matteo Basilè

Focus/2. Cento anni di Evita Peron, mito globale tra popolo e giustizia

Effemeridi. Maria Pasquinelli, eroina icona dell’italianità negata in Istria e Dalmazia

Più letti

  • L’intervista. Cabona: “Sigonella? Craxi con ‘no’ alle ingerenze Usa voleva chiudere il dopoguerra italiano”

    Viaggi&Patrie/10. Cabona: “Ma non abbiate lo sguardo dei neo-colonizzatori, dei maestrini dell’Occidente”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Alain de Benoist: “La questione identitaria e la modernità”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • StorieDi#Calcio. Pietro Michesi il romano de Roma che castigò la Lazio (col Catanzaro)

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Alain de Benoist: “Distinguere l’Ue dall’Europa e sognare un Nomos della terra multipolare”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Giornale di bordo. Fenomenologia di Elly Schlein (farà del Pd un partito radicale di massa)

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

Giornale di Bordo. L’uso politico della storia e gli strali di Pannella contro i partigiani (per Via Rasella)

Giornale di Bordo. L’uso politico della storia e gli strali di Pannella contro i partigiani (per Via Rasella)

27 Marzo 2023
L’asse Russia-Cina e la marginalità dell’Europa

L’asse Russia-Cina e la marginalità dell’Europa

27 Marzo 2023
Il latino nell’era 4.0 conferma la forza dei “classici”

Il latino nell’era 4.0 conferma la forza dei “classici”

27 Marzo 2023

Ultimi commenti

  • Francesco su Giorgia Meloni al congresso Cgil: l’attenzione al lavoro cardine della destra sociale
  • Guidobono su Utero in affitto e il passaggio dal Nomos della Natura a quello della Tecnica
  • Valter Ameglio su Utero in affitto e il passaggio dal Nomos della Natura a quello della Tecnica
  • Internazionale Milano su Si fa presto a dire “piano Mattei”: lo sguardo dell’Italia verso Sud
  • pasquale ciaccio su Si fa presto a dire “piano Mattei”: lo sguardo dell’Italia verso Sud
  • pasquale ciaccio su Utero in affitto e il passaggio dal Nomos della Natura a quello della Tecnica
  • Pruzzo su “Sotto la cupola del vero” sulla strada della Tradizione

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più