Per qualcuno è solo una carnevalata. E gli organizzatori lo confermano: Montelago Celtic Festival è un carnevale celtico. Anzi: è il carnevale celtico di mezza estate, una grande festa in costume che celebra la musica e le tradizioni di uno dei popoli più antichi d’Europa.
Niente di strano, in fondo, se si svolgesse sulle highlands, oppure in Galles e finanche in Bretagna. Il problema è che Montelago Celtic Festival ha la propria base a Colfiorito, un bellissimo altopiano, che in fondo è anch’esso una highland, una terra alta, ma che sta in mezzo all’appennino umbro-marchigiano, proprio a cavallo del confine tra il Comune di Foligno e quello di Serravalle di Chienti.
E allora vien da chiedersi: cosa ci fanno 20.000 persone, ragazzi, ragazze e qualche signore e signora un po’ più attempati, in un festival celtico dove il dialetto maceratese si mescola con quello della montagna umbra e dove strani pipers (suonatori di cornamusa) di Sarnano (Mc) duettano con virtuosi della uillean pipe che arrivano direttamente da Cork? E perché mai delle ragazze di Terni dovrebbero cimentarsi nel lancio del tronco, sfidando le rivali di Rieti, ma anche qualche amazzone celtica che arriva fin qui dalla Francia?
La risposta, direbbe Maurizio Serafini, artista multiforme, organizzatore e direttore del Festival, “risuona nel vento dell’altopiano”, insieme al ritmo dei tamburi e alle grida che, al tramonto, si alzano dal grande accampamento. Un mare di tende nel verde, che ogni estate accoglie le migliaia di ospiti di questa imprevedibile, gioiosa, coraggiosa e trasgressiva Woodstock celtica dell’Appennino, pronta a ripetersi da venerdì 1 agosto fino all’alba di domenica.
“Chi viene qui vuol divertirsi e ascoltare buona musica. Ma è soprattutto in cerca di libertà, identità e bellezza. Anche se non sempre ne è consapevole”. Montelago diventa così, per molti giovani, sempre più numerosi, un “altrove” un luogo naturale bellissimo dove si sfugge alle convenzioni della società borghese lasciata giù a valle.
Una ricerca che ha accomunato, attraverso i secoli tante generazioni di ragazzi, come quella dei Wandervogel, i giovani del movimento degli “Uccelli migratori” che, nei primi decenni del Novecento, puntavano verso la montagna e i boschi, ribellandosi all’industrializzazione e all’imborghesimento della Germania guglielmina.
“Montelago – dicono gli organizzatori – è il motore che innesca una magia trascendente, mentre la fantasia ritrova quello spazio che sempre meno ha nel mondo di tutti giorni”.
E allora ecco che, insieme alla birra, all’idromele, alle salsicce di Serravalle e al mitico Varnelli, il liquore a base d’anice tipico del maceratese, negli stand allestiti sull’altopiano trovano spazio le conferenze e gli incontri letterari.
C’è sempre una tenda Tolkien da visitare, dove grazie a Cesare Catà, poeta-filosofo di Porto San Giorgio (autore tra l’altro del bellissimo “Filosofia del fantastico” (Ed. Il Cerchio), i miti irlandesi incontrano quelli dei monti Sibillini e la fata Morgana va a braccetto con la regina Sibilla.
Quest’anno poi, anche la birra troverà i suoi cantori, con le degustazioni letterarie da pagine di scrittori birrofili, raccontate da Adolfo Morganti (sabato alle 14 nel Mortimer Pub).
Insomma Montelago sarà anche una carnevalata. Ma come sanno tutti quelli che ne conoscono il vero significato, il Carnevale è una cosa seria. E in fondo i Celti non erano così lontani da qui. Basti pensare alla vicina Senigallia e ai suoi Galli Senoni, o alla battaglia di Sentino che oppose i Romani, potenza nascente, ai popoli italici, con gli Umbri alleati dei Celti, in difesa delle loro identità, contro l’omologazione. Come oggi.
XII Edizione del Montelago Celtic Festival: Serravalle di Chienti/Colfiorito dall’1 al 3 agosto
Info e programma completo su www.montelagocelticfestival.it