Sembra che Google abbia deciso di far connettere ad internet tutto il mondo ed è proprio il caso di dire che vuole farlo ad ogni costo. Il colosso di Mountain View è pronto ad investire almeno miliardo di dollari per la messa in funzione di 180 piccoli satelliti, che orbiterebbero a una quota più bassa dei satelliti ordinari e che darebbero la possibilità di connessione a chi oggi non può accedere ad internet. A darne la notizia, proveniente da fonti anonime e di cui si sa per ora poco, è il Wall Street Journal, che spiega anche che il progetto potrebbe costare fino a 3 miliardi di dollari. In tutto questo, rimane attivo anche il Project Loon, di cui abbiamo già parlato su Barbadillo, che consiste nell’estensione della connettività internet tramite palloni aerostatici.
La concorrenza è quindi avvisata. Ad oggi l’unico progetto per la connettività globale, capace di rivaleggiare con Google, è internet.org, un progetto comune fra Facebook, Samsung, Ericsson, Nokia, Mediatek, Opera e Qualcomm. A quanto si apprende dal sito, i laboratori di Facebook stanno proprio cercando di sviluppare tecnologie analoghe a quelle di Google, ma rischiano di essere surclassate, essendo piuttosto difficile rivaleggiare con l’intraprendenza di Big G.
Di certo l’espansione di un colosso del genere non è tutta rose e fiori e spesso gli squali di Mountain View si devono scontrare con leggi e diritti degli utenti. Recentemente l’Unione Europea ha chiesto a Google di prevedere un modo per tutelare il diritto all’oblio, eliminando i risultati delle ricerche che potessero rivelare passati scomodi di qualcuno, per motivi di privacy. L’introduzione di un internet globale moltiplicherebbe questo tipo di problemi, così come sarebbero difficili da gestire, da parte delle forze dell’ordine dei vari paesi, operazioni come oscuramento dei siti e controllo del traffico per contrastare la pirateria informatica, ma diventeranno più difficili le odiose operazioni di spionaggio globale messe in atto da agenzie come la NSA.
Ad oggi i progetti di cui si parla sono ancora in fase iniziale ed entreranno in opera fra qualche anno. Non resta quindi che attendere, tenendo presente che fra le zone “sconnesse” e disagiate del globo, ci sono anche vaste fette del Bel Paese.