Cosa ci riserverà il futuro della tecnologia? Il decennio che si apre sarà foriero di grandi cambiamenti, probabilmente anche più di quello che si sta chiudendo. Le nuove frontiere delle telecomunicazioni, l’implementazione della quinta generazione e gli studi sulla sesta e la settima, faranno da volano ad una serie di idee che fino ad oggi erano rimaste solo abbozzate.
Facendo un esempio, l’Internet delle Cose (Internet of Things) prenderà finalmente forma, diventando sempre più simile alle formulazioni che nei primi anni ’90 comparivano già sulle riviste del settore. La tecnologia potrà effettivamente “pervadere” – Pervasive Systems – la realtà umana, dando spazio ad utilizzi inimmaginabili. Già nel 1991 Mark Weiser pubblicò, su Scientific American, un articolo dal titolo “The computer for the 21st century“, nel quale ipotizzava un paradigma dal nome “Ubiquitous Computing” e spiegava che le tecnologie sarebbero state destinate a diventare parte dell’ambiente, ad essere un elemento “sullo sfondo” delle attività umane. Il decennio che si è appena concluso, il primo del ventesimo secolo, ha quindi preparato la strada alla realizzazione compiuta di queste idee.
Oltre alla tecnologia pervasiva evolveranno anche altre idee, che si intersecheranno con essa, trasformando radicalmente il nostro modo di vivere. Ecco alcuni spunti per capire cosa ci aspetterà.
Agricoltura tecnologica
Un settore che sicuramente verrà toccato dalla rivoluzione dell’IoT sarà l’agricoltura. La sensoristica per il controllo dei campi e delle serre, i droni per la sorveglianza delle mandrie, i sensori sui capi di bestiame, sono tutte possibili applicazioni, già attualmente implementate, che esprimeranno la loro potenzialità appieno. Pensiamo ad esempio a sensori che controllino le condizioni del terreno. In presenza di determinati scenari potranno attivare l’irrigazione, l’immissione di concime, avvisare se eventualmente si verifichi una condizione sfavorevole che richiede l’intervento dell’uomo. Da notare anche la possibilità di risparmiare notevolmente l’utilizzo dell’acqua, attivandone l’irrorazione solo se necessario. Un discorso simile può essere applicato alla sorveglianza degli animali. Nell’articolo “Transforming Agriculture Through Pervasive Wireless Sensor Network“, disponibile sulla rivista dell’Ieee dedicata al Pervasive Computing, risalente al 2007, veniva descritta la possibilità di monitorare delle mandrie in libertà, applicando ad esempio un collare ad ogni capo.
Macchina elettrica e a guida autonoma
Complice la vittoria di Biden alle elezioni statunitensi, sembra proprio che il settore legato alle sedicenti energie pulite prenderà il volo. Le macchine elettriche verranno spinte non solo da un punto di vista commerciale, ma anche politicamente. Umilmente, si dovrebbe far notare che, al netto del fatto che il minore inquinamento derivante dall’uso di veicoli che non usino energia fossile sarebbe ancora tutto da dimostrare, esiste un grosso problema legato allo smaltimento delle batterie dei suddetti veicoli. Una sfida del prossimo decennio sarà quindi legato a questo tema e, soprattutto, al prolungamento dell’arco temporale di utilizzo della singola batteria.
I veicoli a guida autonoma invece avranno qualche problema in più. Ad oggi gli esperimenti legati a questa tecnologia si sono risolti malissimo, talvolta con esiti tragici, segno che la tecnologia non è ancora pronta. Al riguardo, viene in aiuto necessariamente il 5g. Un veicolo autonomo non può bastare a sé stesso e i sensori posti su di esso non possono essere sufficienti per garantirne un comportamento sicuro. Sarà quindi necessario “immergere” le autovetture in un ambiente capace di fornire tutte le informazioni necessarie, banalmente, a frenare in caso di emergenza o a far passare i pedoni sulle strisce pedonali.
Tecnologie per lo smart working
Nessuno, fino allo scorso febbraio, si sarebbe mai aspettato di passare la maggior parte della propria vita in casa a lavorare, studiare o, semplicemente, svagarsi. La pandemia del Covid19 ha creato un nuovo scenario, secondo cui, purtroppo, l’unico polo della propria esistenza sta diventando l’ambiente domestico. La prospettiva è decisamente negativa e speriamo che il prossimo decennio non sia realmente così casalingo.
Dal punto di vista tecnologico però potremo fare tesoro della forzata chiusura in casa, sotto alcuni aspetti. Ad esempio, è ormai palese che lo smart working sia un obiettivo aziendale per molti versi positivo e, prevedibilmente, tutti i lavoratori si troveranno a lavorare da casa per una parte della settimana. Ciò prevede lo sviluppo di tecnologie per il lavoro remoto sempre più efficienti, soprattutto per le video conferenze e la condivisione di documenti. Anche l’ergonomia, intesa come la salvaguardia degli occhi e della postura, sarà un tema dirimente. Già ora si sta teorizzando il paradigma della “ergonomia totale“. Facciamo un esempio? Una sedia intelligente capace di correggere la nostra posizione o invitarci ad alzarci quando staremo seduti per troppo tempo. In Giappone qualcuno ci ha già pensato.
Telecomunicazioni spaziali
Se è già possibile da anni comunicare in tempo reale da un capo all’altro del pianeta terra, non è così facile la comunicazione interplanetaria. Le distanze sono troppo grandi e molte informazioni, va da sé, non possono arrivare a destinazione. Per migliorare la velocità e l’affidabilità delle comunicazioni spaziali non basta la produzione di tecnologie hardware avanzate, ma serve lo sviluppo di protocolli (cioè le modalità logiche di gestione e trasmissione delle informazioni) ad hoc. A pensarci oggi è Vint Cerf, colui che ha sviluppato i famosi e fortunati protocolli TCP/IP, su cui oggi si basa gran parte di Internet. Cerf si sta occupando di sviluppare le “Delay Tolerant Network”, DTN, reti tolleranti ai ritardi. Lo scopo è di interconnettere sistemi e reti che, per loro natura, sono soggette a comunicare in modo discontinuo. Una delle applicazioni previste è appunto quella spaziale. Nel prossimo decennio l’Internet come lo conosciamo potrebbe essere molto più vasto.