Karl Evver (1964) è morto giovane, proprio nel giorno dell’anniversario della vittoria italiana nella Grande guerra, alla quale lui, che si diceva svizzero di origine, aveva dedicato un’opera d’arte: i suoi lavori figurano nel catalogo di Saatchi. Ma Karl era anche fotografo, i cui scatti sono stati esposti all’Università Bocconi. Ne parliamo con Maurizio Cabona.
I lettori del barbadillo.it conoscono Evver come pittore. E lei, signor Cabona, come lo ha incontrato?
“Al Centro Svizzero di Milano, in piazza Cavour. Un edificio dalle pareti di vetro, costruito nel dopoguerra dalla Repubblica italiana per la sede consolare elvetica, onde sanare il debito lasciato verso Berna dalla Repubblica Sociale”.
Lei è milanese…
“… In prestito. Sono genovese”
Occasione dell’incontro con Evver?
“Un’intervista in pubblico con Alain de Benoist per i ‘Lunedì del Giornale‘”.
Quando?
“Nel 2008, autunno. Ma c’era stato un precedente pochi mesi prima.
Racconti…
“Karl era interessato al saggio di Jean-Jacques Langendorf, Neutrale contro tutti (Settecolori), presentato in un dibattito tra l’autore, l’ambasciatore Sergio Romano e lo storico Riccardo Calimani proprio al Centro Svizzero”.
Lei era lì per…
“… Il lancio del libro. Aggiunga che in Svizzera avevo risieduto dal 1980. Nel 1990 – nel 1985, se avessi sposato una ragazza di Lucerna – avrei potuto prenderne la cittadinanza”.
Che cosa vi univa?
“Conoscere chi parli correntemente tre lingue fa sentire meno soli. Fosse o no svizzero,Karl era un italiano di prim’ordine, lettore del Giornale“.
Quando uno “svizzero” è un italiano di prim’ordine?
“Quando unisce origini più o meno mitiche a qualità italiane. Sottovalutare gli svizzeri accomuna i tardi epigoni di Strapaese. Altra – e alta – concezione della Svizzera hanno autori italianissimi come Giuseppe Prezzolini, Arturo Benedetti Michelangeli, Carlo Fabrizio Carli”.
Tra i convegni ideati da Evver, uno è sull’imprenditore pubblico Enrico Mattei, uno sull’imprenditore privato Giovanni Volpe…
“Karl conosceva il passato di Burckhardt e Nietzsche, più che il fantapassato di Tolkien. Viveva nel presente: gli interessava chi era concreto senza mirare solo al profitto”.
Dove abitava Evver?
“A Piacenza. Nella sua provincia c’è Cortemaggiore; lì Mattei ha ancora dei nostalgici per aver rimediato alla miseria del Dopoguerra. Quanto a Volpe, aveva un castello a Monteleone, in Romagna, ma non era il castellano a incuriosire Karl: era l’editore controverso”.
C’era un convegno che Evver non ha avuto tempo di realizzare?
“Quello su Franco Fabrizi, attore famoso tra anni ’50 e anni ’80. A motivare Karl era l’origine a Cortemaggiore di Franco Fabrizi: come ogni manifestazione, i convegni si fanno se c’è un pubblico”.