Mentre in Italia, la pubblicazione di Topolino inizia una nuova stagione sotto le insegne della Panini Comics, in Grecia si ferma, dopo 48 anni di onorato servizio. Un’avventura lunga, quella di “Miki Maous”, che si interrompe a causa della crisi, perché ormai le famiglie greche non si possono permettere di spendere neanche un euro e mezzo per comprare un fumetto ai figli. Il comunicato dell’editore, Christos Terzopoulos, è triste: “Voi potete immaginare quanto sia difficile per noi questo momento. Abbiamo continuato a fare il nostro lavoro fino all’ultimo anche in condizioni difficili”. Ma non ce l’hanno fatta.
Così come non ce l’hanno fatta le librerie più grosse d’Atene, intere case editrici e alcune fra le riviste e quotidiani principali della storia ellenica. La tv pubblica ha riaperto, ma i contratti dei giornalisti saranno al massimo di due mesi, rinnovati di volta in volta e i reintegri del personale non coinvolgeranno i 2500 dipendenti licenziati in precedenza, escludendone centinaia.
Una crisi, quella greca, che ormai va avanti dal 2009, applicando le soluzioni imposte da FMI, BCE e UE ( la cosiddetta Trojka). I grandi investitori internazionali, rappresentati dalla Trojka stessa, vorrebbero chiudere anche l’esercito, per cercare di riprendersi i soldi. Il tessuto sociale è stremato, le mense scolastiche sono ormai costrette a dare i pasti gratis a un sempre maggiore numero di bambini, perché i genitori non riescono a pagare le rette, seppur basse.
Un tunnel senza uscita in cui i supermercati hanno avuto il permesso di poter vendere a basso prezzo la merce scaduta, un provvedimento del governo per combattere la malnutrizione infantile. Un provvedimento che ha sollevato polemiche di ogni genere, da parte anche delle stesse catene della grande distribuzione, ma che probabilmente, dopo le prime indignazioni verrà seguito da molti greci, pur di dar mangiare ai propri figli. Perché ormai in Grecia i bambini non hanno il cibo. Sembra proprio che per Topolino non ci sia più posto.
@cescofilip