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Per il politologo Vassallo “Fratelli di Giorgia è una forza nazional-conservatrice”

Lo studioso nel saggio per il Mulino: ci sono sono anche sensibilità sociali non thatcheriane

by Michele Salomone
25 Maggio 2023
in Le interviste
4
Lo studioso Salvatore Vassallo, autore di Fratelli di Giorgia

La  strada intrapresa da Giorgia Meloni tesa a costruire un Partito Conservatore di massa sta suscitando analisi, discussioni e dibattiti non solo in ambito politico, ma anche a livello accademico.
Si tratta di una vera e propria sfida in quanto l’Italia non ha mai avuto un partito conservatore ma, caso mai, uomini politici conservatori la cui azione, peraltro frammentata e poco visibile, risale al periodo pre e dopo Prima Guerra Mondiale.

Merita dunque attenzione il libro, edito da Il Mulino di Bologna, scritto da Salvatore Vassallo e Rinaldo Vignati “Fratelli di Giorgia. Il partito della destra nazional-conservatrice”. Si tratta di uno studio che, partendo dalla fondazione del Msi, analizza compiutamente il percorso della destra italiana passando per AN e fino ai giorni nostri con tutti i mutamenti repentinamente intervenuti che hanno fatto di Fratelli d’Italia il primo partito italiano.
Abbiamo posto alcune domande ad uno degli autori, il professor Vassallo, direttore dell’Istituto Cattaneo, ordinario di Politica comparata e Analisi dell’opinione pubblica all’Università di Bologna.
Professor Vassallo, qual è il significato del libro?
“Si tratta di uno studio analiticamente corretto, svolto nell’ambito dell’Istituto Cattaneo, che, partendo dal secondo dopoguerra, ripercorre attraverso l’esame di programmi, dati, risultati e flussi elettorali, informazioni acquisite anche interpellando vari esponenti, il percorso della Destra italiana fino al presente, con l’opportunità – unica – che la generazione di Giorgia Meloni, ovvero il terzo partito della fiamma, possa dare vita un partito nazional-conservatore. Un Partito capace di andare ben oltre i confini del proprio elettorato d’origine”.

Entro quale perimetro dovrebbe agire il partito conservatore? Pongo questa domanda perché, alle volte, il conservatorismo si è prestato a non poche ambiguità. Pensiamo – solo per citare un esempio – all’ultra liberal-conservatore Churchill alleato del Comunismo stalinista nel Secondo Conflitto Mondiale.

“Il partito nazional-conservatore non potrà essere thatcheriano, ma sociale, con particolare protezione sociale dei deboli, dei fragili, dei corpi più esposti alle sfide economiche, sensibile ai temi etici, attento difensore della famiglia tradizionale”.

Giorgio Almirante, padre della destra missina ha sempre disdegnato il termine conservatore: «Destra non è conservazione», «In Italia non c’è niente da conservare», «Siamo un partito rivoluzionario, non conservatore, ma geloso custode delle tradizioni italiane», amava sottolineare. Di questo passo si reciderà ogni legame con la Fiamma del MSI?

“Riconoscendosi nei valori della democrazia liberale ed in quelli della Costituzione, al di là di talune radicalizzazioni verbali, peraltro sviluppatesi e limitate ad una particolare fase recente, comunque venute meno, ritengo che, nella costruzione del partito nazional-conservatore Giorgia Meloni dovrà rifarsi al pensiero di Michelini, De Marzio, Tatarella”.

Cita De Marzio, quindi Democrazia Nazionale, formazione scissasi dal Msi-Dn nel dicembre 1976.

“Fra continuità e rotture con il Msi ed An, Fratelli d’Italia, nella costruzione del Partito Nazional-Conservatore dovrà prendere una distanza notevole dai fondatori del MSI”.

A cosa si riferisce, in particolare, quando parla di radicalizzazioni verbali di Giorgia Meloni?

“Mi riferisco al periodo 2014-2019 quando la Lega di Salvini prende il volo arrivando al 34% delle elezioni europee. Poiché Salvini pesca in tutte le direzioni, anche nell’elettorato di Fratelli d’Italia, in quel momento Giorgia Meloni comincia ad usare un linguaggio simile a quello del leader leghista, radicale, populista, sovranista, anti Unione Europea, anti immigrazionista, nemico del mainstream, del politically correct e della grande finanza. Tutti temi, oggi non più all’ordine del giorno nell’agenda di Fratelli d’Italia, ma a suo tempo agitati perché in competizione con Salvini,”.

Al di là della «coerenza» rivendicata da Fratelli d’Italia  qual è il segreto del successo Giorgia Meloni, prima donna nella storia d’Italia diventata presidente del Consiglio?

“Certamente aiuta il contesto politico, ma anche la capacita di esprimere una linearità di pensiero, fiducia, capacità comunicativa, saper parlare a tanti pubblici diversi”.

In conclusione, che tipo di partito sarà quello nazional-conservatore di Giorgia Meloni?

“Non trascurando la crescita in esperienza della classe dirigente, elemento questo importante, il partito nazional-conservatore di Giorgia Meloni dovrà collocarsi a destra, essere afascista, rimarcare una identità nazional-conservatrice ma democratica nel rispetto della costituzione. Ciò sarà essenziale non solo per continuare a svolgere un ruolo centrale nella politica nazionale, ma anche per provare a cambiare gli attuali equilibri europei”.
@barbadilloit

Michele Salomone

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Michele Salomone su Barbadillo.it

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Tags: fdifratelli di giorgiasalvatore vassallo

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Comments 4

  1. Guidobono says:
    2 anni ago

    Liberal Conservatore mi pare più attuale di Nazional Conservatore. Non si è rimasti al 1911…

  2. pasquale ciaccio says:
    2 anni ago

    Credo che in Italia non vi sia mai stato un partito conservatore se lo si intende come quello inglese,ad es,non è nella storia di questo Paese. E’ vero che il Msi non era tale,d’altronde lo dice il nome. Costruire da parte di Giorgia Meloni un partito nazional-conservatore è una sfida e non sarà facile anche perchè mi chiedo cosa davvero ci sia da conservare. Certo,i concetti di patria,famiglia,identità sono centrali ma a fronte di una scristianizzazione in atto e a un pensiero ” liquido” che si sta imponendo grazie a poteri sovranazioinali,sarà dura. Concordo,poi,sull’essere afascisti

  3. Guidobono says:
    2 anni ago

    E per fortuna. Il nazionalismo ha sempre portato male all’Italia.

  4. Francesco says:
    2 anni ago

    È farsesco definirsi “nazional” qualcosa in un contesto di assenza pressoché totale di sovranità. Sono formule vuote a cui non crede più nessuno e l’astensione di massa lo dimostra, con buona pace della “vittoria schiacciante” dei fratelli di Giorgia. Candidamente, l’autore ammette che certi temi come l’immigrazione erano solo parte di una strategia elettorale per deviare voti da Lega a FDI. Oggi non fanno più parte dell’agenda. Beh, ce ne siamo accorti. Omnis homo mendax, d’altronde. Poi a me sembra che non ci sia granché da conservare, semmai recuperare, riscoprire.

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