Professor Marco Tarchi, ”La voce della fogna”, fosse ancora viva, potrebbe chiamarsi ancora tale? Oggi quel mondo, o un pezzo di quel mondo, è al comando di questo Paese. Allora vi descrivevate come “una generazione in cattività”: che effetto le fa vedere quella generazione nella stanza dei bottoni?
“Essere al governo è importante. Ma non significa avere “il comando di un paese”, quando in settori che contano molto – la scuola, l’università, il giornalismo, il cinema, la scena musicale, il mondo degli affari, i sindacati – le proprie idee non hanno fatto breccia e si è ancora considerati dei paria. E questo è quel che accade in Italia oggi. Gramsci lo aveva ben compreso: se non conquista la mentalità collettiva, il potere politico ha basi fragili”.
Le vostre idee di allora hanno attraversato passaggi diversi della destra, dai campi Hobbit al mito di Tolkien, poi la generazione Atreju di Giorgia Meloni: ci sono dei temi imposti da Fdi e dal governo che le sembrano diretta emanazione dell’esperienza della nuova destra?
“Molti lo pensano. Io no. La nostra visione dell’economia, della cultura, dei rapporti sociali, dell’ecologia, delle relazioni internazionali mi pare abbia scarsi riscontri nelle destre odierne. Ci sono affinità nel difendere alcuni principi conservatori sui temi etici, ma i nostri orizzonti erano di rottura nei confronti del consumismo, dell’individualismo liberale, del nazionalismo vecchio stampo, dell’atlantismo, della logica capitalistica. Non mi pare che ciò abbia a che fare con Fdi”.
Il ministro Sangiuliano ha ben presente il tema dell’egemonia culturale, la cita continuamente dicendo che la destra deve imporre la sua. La destra ha ancora davvero questo deficit secondo lei? O è una sorta di complesso di inferiorità?
“Altroché se ce l’ha! Non basta utilizzare una formula suggestiva, come “contro-egemonia”, per agire efficacemente in direzione di una riconquista della mentalità collettiva, in cui il progressismo ha ottenuto, soprattutto dal 1968 in poi, straordinari successi. È necessario proporre valori, idee, immagini in grado di scuotere positivamente le coscienze e suscitare consensi, soprattutto fra le giovani generazioni, che si vedono spesso proporre fin dai primi anni di scuola, e soprattutto nei licei e nelle università, modelli di tutt’altro segno. Per non parlare delle interpretazioni ideologiche dei fenomeni storici…”.
Voi contestavate la nostalgia verso il Ventennio: secondo lei Meloni e Fdi hanno fatto davvero i conti con il fascismo?
“Noi volevamo liberarci dalla tirannia di un modello di cui, negli ambienti neofascisti, non si sapeva né si voleva fare una seria critica. Volevamo portare quel microcosmo – che tale, all’epoca, era – verso un’evoluzione che gli consentisse di confrontarsi da pari a pari con la modernità; non pensavamo ad abiure. Non intendevamo passare da un’interpretazione del fascismo che non sapeva metterne in evidenza gli aspetti negativi ad un’altra non meno manichea che lo voleva, e lo vorrebbe, rappresentare come il regno del Male. Leggevamo e discutevamo De Felice, Mosse, Sternhell, non i libelli iperideologici e propagandistici che oggi vanno di moda in certe sinistre. Meloni e Fdi non hanno dovuto confrontarsi con quel modello perché lo hanno semplicemente rimosso. Quarant’anni dopo, è comprensibile, anche se discutibile”.
Nel linguaggio utilizzato da Meloni e Fdi – i continui richiami a Nazione, Patria, destino – vede un neanche troppo criptico richiamo alle antiche radici?
“Il richiamo alle antiche radici, per essere tale, dovrebbe contenere l’aspirazione a riproporre un modello autoritario. Non credo che in Fdi qualcuno possa immaginare possibile un simile scenario. La retorica nazionalista serve a contrastare parole altrui: gli slogan no border e l’odio per le frontiere, l’elogio del cosmopolitismo e del multiculturalismo”. (da repubblica.it)
Tarchi ha ragione: governare non significa avere il vero potere che in Italia sappiamo chi ce l’ha ancora per no n parlare dei poteri internazionali,sovranazionali. Costruire un’egemonia che non vuol dire imporre un modello bensì proporre idee,certi valori con cui fare i conti col nostro tempo. La destar italiana deve sempre giustificari,giocaree di rimessa come il 25 aprile in cui Meloni scrive una lettera al Corriere . Errore
La vera destra in Italia non fu mai fascista. Al massimo condivise responsabilità di Governo. Occorrerebbe dirlo chiaro, senza paura di perdere qualche residuo ‘voto nostalgico’. E senza bisogno di inneggiare al 25 aprile, Resistenza e frottole varie. Il fascismo di destra fu un’invenzione comunista.
Sì Guidobono, la vera destra è liberale, cavouriana e al soldo degli inglesi, lo abbiamo capito.
Francesco. Ma che significa ‘al soldo degli inglesi? Non facciamo gli adepti a purezze ridicole. Come dire che oggi siamo al ‘soldo degli USA’ e forse domani ‘al soldo della Cina’. Gli interventisti nel 1915 dicevano che Giolitti era ‘al soldo di Berlino’…L’importante è matenere la dignità, non fare del velleitario nazionalismo identitario a parole (senza convinzione) e poi implorare ad Hitler che venga a toglierci le castagne dal fuoco contro la Grecia e nel Nord Africa… Abbiamo visto come è finita nella WWII con i nostri tanks scatolette di sardine, senza contraeree per difendere le città industriali e portuali ecc. Non si fanno nozze con i fichi secchi, mai, con le autarchie. Del resto l’Unità, si pensi ciò che si vuole al riguardo, l’abbiamo fatta con l’attivo sostegno di Francia, Inghilterra, poi Prussia… Mica con le poesie… Non abbiamo oggi la forza per imporre alcun modello, siamo onesti. La battaglia per l’egemonia culturale l’abbiamo persa da oltre 60 anni… La DC non aveva alcuna egemonia culturale… Occupava certe aree di potere. Figuriamoci Il Borghese, Lo Specchio, il Bagaglino ecc… L’unica voce autorevole , ma limitata, fu Il Giornale di Montanelli. Non le ‘destre sociali’ nostalgiche ed acchiappanuvole…
Guidobono, l’importante è mantenere la dignità, non c’è dubbio. L’8 Settembre è dignitoso ? Oggettivamente no. Salo’ resta un esempio di Italia sana. Non si combatte solo quando si è sicuri di vincere. Al soldo degli Inglesi significa quello che significa. Con gli USA è diverso, vige uno status coloniale vero e proprio. Siamo andati fuori tema comunque. Il fascismo è destra, poi è stato anche altro, promana da altro.
Il fascismo regime aveva aperto alla destra per andare e mantenersi al potere. Il fascismo movimento (e Bottai) era attratto dalla sinistra. Ma il 25 luglio la sinistra votò con la destra. Salò velleitariamente ‘guardava a sinistra’. Mussolini finì la su avventura tornando alle sue origini ideali, pensando ad un’Italia socialista (cioè comunista), non certo fascista… L’8 settembre fu una vergogna per come venne attuato, ma, onestamente, quale era allora un ‘alternativa percorribile, nella sostanza? Convocare l’Ambasciatore di Germania, ringraziare, e dirgli che noi non potevamo continuare? Poi diffondere un messaggio agli Alleati dicendo che trattavamo un armistizio dignitoso, ma che l’Italia del Nord non poteva essere occupata per non diventare una testa di ponte contro il Reich? E gli Alleati avrebbero accettato? Ed i tedeschi avrebbero acccettato e non ci avrebbero, in ogni caso, occupati? E tutte le nostre truppe sparse nei Balcani e Grecia? Tedeschi ed Alleati ce le avrebbbero riportate in Italia sane e salve? Avevamo noi allora la forza militare per contare qualcosa? I tedeschi ci occuparono quasi senza colpo ferire. Poi la Resistenza, che militarmente non significò praticamente nulla, usò solo armi paracadutate dagli Alleati…
I ragazzi di Salò hanno combattuto partigiani comunisti, alleati e avrebbero combattuto chiunque altro avesse invaso la nazione, velleitariamente, certo, ma conservando l’onore. Poi degli sguardi a sinistra non mi interessa nulla e ha fatto bene Cardini a ricordarli nei giorni del 25 Aprile, scatenando come al solito le ire dei post comunisti !
Mussolini fu tradito dalla borghesia liberale che fino a pochi anni prima aveva fatto ottimi affari col fascismo. FIAT in primis, che qualche anno dopo avrebbe collaborato con Tito. Ma questo non fa certo degli Agnelli dei comunisti, giusto ? E’ semplicemente il mondo borghese liberale che cambia rotta a seconda di dove tira il vento ! Vogliamo parlare dei Pirelli, dei Falck e potrei aggiungere qualcun altro, che hanno foraggiato finanziariamente le bande partigiane ? Insomma, c’è tutto un mondo (liberale) che ha giovato di Mussolini e che non ha esitato a tradirlo al momento della disfatta. Ecco, per me questa è la vera schifezza italiana ! Dunque un ritorno alle origini ideali ci può anche stare. Del resto, anche D’Annunzio sedette nei banchi della sinistra, ma questo non fa di lui un comunista. E non capisco onestamente l’equazione socialismo-comunismo. Senza entrare nella dottrina politica, ma il primo ha avuto diverse declinazioni, specie in Italia.
Quanto alla guerra, dici bene, non c’erano alternative in sostanza, infatti si doveva combattere al fianco dell’alleato fino alla fine. Gli USA erano e restano invasori ed in quanto tali, andavano combattuti, ferocemente.