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Giornale di bordo. Fenomenologia di Elly Schlein (farà del Pd un partito radicale di massa)

Al suo successo ha contribuito senz’altro il bizzarro meccanismo delle primarie, per cui chiunque, purché versi due euro, sia residente in Italia (cittadino o no), abbia compiuto sedici anni e dichiari di condividere programmi e valori del Pd ha diritto di voto al pari degli iscritti

by Enrico Nistri
28 Febbraio 2023
in Corsivi
7
Elly Schlein e Francesco Boccia in una manifestazione per il congresso

La notizia che Elly Schlein  sarà la nuova segretaria del Pd non mi sorprende. Non mi sorprende perché con la vittoria alle primarie finisce d’inverarsi la profezia che Augusto Del Noce, il più grande filosofo cattolico italiano del secolo scorso, formulò più di trent’anni fa prevedendo la trasformazione del Pds in un partito radicale di massa.  Con tre cittadinanze (italiana, statunitense, svizzera) e due sessi, benedetta da Prodi e da Soros, Elly Schlein è una tipica esponente di quella generazione “fluida”,cosmopolita – o, a seconda dei punti di vista, apolide, – formatasi con le serie Netflix e la precettistica Woke. Una generazione cui è stato insegnato a disprezzare ogni tipo d’identità: culturale, nazionale, persino sessuale.

Qualcuno ha definito Elly Schelein l’Antimeloni, e da un certo punto di vista lo è. Ricca di famiglia quanto la futura presidente del Consiglio è nata povera, non ha mai avuto bisogno di fare la cameriera per mantenersi agli studi o svolgereattività politica. Abituata a vivere nei quartieri alti, si è laureata in giurisprudenza con una tesi sulla “criminalizzazione e sovrarappresentazione dei migranti” ed è favorevole alla transizione ecologica come chi sa di non avere problemi a sostituire il suo vecchio diesel con una costosa auto elettrica o di non dover ipotecare la casa per adeguarla ai nuovi standard europei. A differenza della Meloni, che è rimasta fedele, anche dopo l’autoscioglimento di Alleanza Nazionale, al simbolo del partito (se a torto o a ragione, è un altro discorso), è entrata e uscita dal Pd come si entra e si esce dalla bussola di un hotel a cinque stelle, tipica figlia di un tempo in cui la fedeltà – a un partito, a un’azienda, a un’idea, non dico a una persona – è considerata un optional. Rispetto a un Bonaccini, che con la sua barba un po’ vintage rappresenta il volto pragmatico, pacioso e bonaccione (mi si perdoni il gioco di parole) del comunismo emiliano, il suo profilo spigoloso ha avuto la meglio, a livello di gazebo, se non di congressi.

Al suo successo ha contribuito senz’altro il bizzarromeccanismo delle primarie, per cui chiunque, purché versi due euro, sia residente in Italia (cittadino o no), abbia compiuto sedici anni e dichiari di condividere programmi e valori del Pd ha diritto di voto al pari degli iscritti. Ma è onesto riconoscere che lo stesso meccanismo quindici anni fa favorì proprio il suo storico avversario Renzi, per cui alle primarie del Pd per la designazione a candidato al Comune di Firenze votarono per lui molte persone che di sinistra non erano.

Bisogna vedere che cosa comporterà in futuro il cambiamento di rotta ai vertici di quello che rimane pur sempre il secondo partito italiano. Il calcolo un po’ di bottega di quanti sperano che l’avvento di una segretaria così spostata a sinistra comporterà un’ulteriore erosione di consensi al Pd mi convince sino a un certo punto. A fronte di una diaspora di parlamentari, consiglieri e voti verso il terzo polo, i Democratici potrebbero vedere favorite le possibilità di alleanze con i pentastellati e costituire un polo d’attrazione per una fluida galassia giovanile spaziante dalle sagrestie ai centri sociali. Non è un caso, del resto, che la debolezza del centrodestra, in termini di consensi elettorali, si registri proprio fra gli under 35, complice anche una politicizzazione a sinistra del mondo scolastico di cui le ripercussioni dei recenti casi di Firenze costituiscono una semplice conferma.

Ad ogni modo, una cosa è certa: il Pd guidato dalla Schlein sarà sempre più un partito radicale di massa: un partito senza radici, e si spera anche senza masse.

Enrico Nistri

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Tags: elly schleinenrico nistrigiornale di bordopd

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Comments 7

  1. Guidobono says:
    3 settimane ago

    Non rappresenta politicamente la maggioranza del vecchio pd, ma un’ ammucchiata disordinata e casinara di gender fluid, M5S, sfigati anarco-comunisti fancazzisti, sinistrume senza radici, da slogan ‘gretino’ ecc. Ma come fa un partito, una volta organizzato, a far votare chiuque per proprio Segretario Generale? Come se in sala operatoria operasse il portantino, non il chirurgo… E poi sceglie una straniera, una italiana residuale. Il problema maggiore, che non so quanti se lo pongano: come si fa ad avere per Segretario Generale di uno dei grandi partiti storici dell’Italia Repubblicana, piaccia o no, una giovinetta che è statunitense, svizzera e pure israeliana (le spetta il passaporto in qualsiasi momento, basta che lo chieda, le piacciano o no alcuni palestinesi) prima che italiana?

  2. pasqualeciaccio says:
    3 settimane ago

    Certo, la Schlein rappresenta il pensiero corrente, quello globalità, aperto a tutte le mode perche’ inrealta’ non crede in nulla di solido. Basta leggere il programma: la solita accozzaglia di diritti, eguaglianza, no discriminazioni, ecologismo, genere, fluido, solita roba. Sara’ da vedere il rapporto coi 5 stelle, se saranno a rimorchio o meno.

  3. Guidobono says:
    3 settimane ago

    Partito radicale forse, di massa no. Non esistono partiti radicali di massa, almeno eletti.

  4. enrico says:
    3 settimane ago

    Sarebbe come se all’assemblea di una Società per Azioni votassero non i detentori di azioni, ma chi dichiara di condividere le scelte commerciali della Spa…

  5. Ferna.. says:
    3 settimane ago

    La Schlein mi piace, è una giovane donna(spero non si offenda,non si sa mai !)Dal viso pulito che veste con semplicità. Sarei sicuro che avrebbe stimolato Magritte nel dipingerla.Mi dà la sensazione d’essere una vera Calvinista cui non spreca financo una foglia di lattuga.Sicuramente
    Frequentatrice dell’antico borgo ginevrino ove è facile incontrare la Sofia nazionale,oppure qualche centro sperduto ma di vero potere nelle alture dell’altra Galilea.
    Fondamentalmente mi sembra poco Italiana,conseguenza di un stile di vita al confronto nostro ascetico, vissuto in una realtà semi nascosta al grande publico ma vera come dev’essere,razionalmente opulenta ove financo le grandi passioni,effimere,vengono platonicamente affievolite-la vera felicità è il potere.Il poter plasmare,manipolare? Non si dice mai!! È evidente che si è voluto imitare in qualche modo la Meloni con la sua incredibile ascesa politica.Mi viene in mente la famosa “Questa è una mela” di Tommaso d’Aquino.Non vorrei come al solito che si scatenassero tutte le solite litanie giornalistiche e starnazzamenti dei talk show televisivi che alla fine la mela diventerà un cetriolo..

  6. Guidobono says:
    3 settimane ago

    Per il bene nostro, rimanga segretaria a lungo!

  7. paleolibertario says:
    3 settimane ago

    È un sistema di voto, quello delle primarie PD, ridicolo. Non sono sicuro che questa Schlein rappresenti la base del PD. Comunque, politicamente, Schlein prende il peggio delle mode correnti e le riproduce in versione commerciale. Partito radicale di massa forse no, almeno i radicali non sono statalisti in economia, questa invece è pure socialista; insomma il peggio della sinistra riverniciato in modo che sia potabile anche per chi si disinteressa della politica. Toglierà voti ai 5 stelle, non certo alla destra, probabilmente farà un po’ lievitare il terzo polo.

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