È lecito, senza essere tacciati di sovranisti o complottisti, domandarsi quanto il peso delle lobby stia contribuendo a renderci la vita agra, e magari chiedersi anche se il Qatargate pur in tutta la sua gravità non sia che la punta di un Iceberg. Nel frattempo, però, il governo Meloni, che ha ricevuto il “cerino” dai precedenti ministeri, rischia di subire l’impopolarità di una scelta che farà la gioia soprattutto dei rivenditori di accessori e degli elettricisti, pronti a speculare sull’obbligatorietà della sostituzione, con relativo aumento dei prezzi.
Non posso fare a meno di ricordare che il vecchio televisore Dumont entrato in funzione in casa mia al tempo del Musichiere e di Lascia e raddoppia funzionò benissimo sino alla fine degli anni Sessanta, salvo qualche intervento del tecnico sul “monoscopio” (oggi, invece, non si ripara più nulla: il cosiddetto tecnico si limita a sostituire una scheda, addebitandoti anche il costo della chiamata…).
Oltre tutto, l’imposizione di un decoder in omaggio alla nuova tecnologia comporta anche problematiche di carattere sanitario. Non appartengo alla schiera di chi è convinto che il 5G avrà conseguenze esiziali per il futuro dell’umanità, ci farà spuntare la coda o consentirà di spiarci più di quanto non siamo già spiati sul web. Sono però un convinto assertore del principio di precauzione, per cui prima di introdurre, o peggio d’imporre, una nuova tecnologia bisognerebbe valutarne tramite un’adeguata sperimentazione l’impatto sull’ambiente e sugli uomini. Del resto, anche gli studi citati dai difensori della nuova tecnologia per smentire vere o presunte fake news non negano un’intensificazione dei campi elettromagnetici con l’avvento del 5G e l’esigenza di un monitoraggio delle loro conseguenze a lungo termine.
Tanto per fare un esempio, il saggio Emissioni elettromagnetiche del 5G e rischi per la salute di Alessandro Polichetti (non è l’ultimo arrivato; è membro del Centro Nazionale per la Protezione dalle Radiazioni e Fisica Computazionale, Istituto Superiore di Sanità, Roma*), pur usando toni rassicuranti, si conclude definendo “importante che l’introduzione di questa tecnologia sia affiancata da un attento monitoraggio dei livelli di esposizione (come del resto avviene già attualmente per le attuali tecnologie di telefonia mobile) e che proseguano le ricerche sui possibili effetti a lungo termine”. Detto in altri termini, siamo condannati a fare un’altra volta da cavie. Proprio com’è successo col Covid.
* https://www.iss.it/documents/20126/2265547/5G_e_rischi_per_la_salute.pdf/d50f25e6-25e4-48c8-b8c3-7da28cc57827?t=1575725274470
PURTROPPO LA DIGITALIZZAZIONE CI HA FATTI ENTRARE NEL MONDO DI ORWELL COINVERTITOSI IN TRISTE REALTÀ. OGNI NOSTRO MOVIMENTO, OGNI DECISIONE, OGNI ACQUISTO ECC. SONO MONITORATI DALLO STATO O DA QUALCHE ENTITÀ SOVRANAZIONALE. LIBERTÀ ERA QUELLA DI IERI. NON DI OGGI, TANTO MENO DI DOMANI. E POI OSANO CRITICARE IL QATAR…
Guidobono, concordo in pieno. Tuttavia, non credi che l’oggi non sia altro che lo stadio finale del positivismo, che giudicavi quasi impossibile da contestare in un altro tuo commento ? Il progresso senza freni e costi quel che costi, ci ha condotti a questo, a mio parere. Non si tratta di essere passatisti, però mai scambierei lo smartphone, il 5g, il metaverso e troiai vari con l’appuntamento al campetto per la partitella a pallone.
Francesco. Rimpiangere cose di ieri è umanissimo, ma è un segno d’impotenza. Piaccia o no le cose cambiano, anche se talvolta in peggio. Della digitalizzazione non ci salva nessuno. Il positivismo ebbe molti lati positivi, in ogni caso non torniamo alle diligenze spezzaossa, al cavadenti ambulanti, alle sanguisughe, alla luce a petrolio e candele, al bagno una volta all’anno, o meno, alla mortalità infantile spaventosa, agli aborti fai da te, alla Leva militare di due anni ecc. La partitella a pallone non era, del resto, patrimonio neppure dei giochi infantili di mio padre, classe 1914, e mio nonno paterno (l’unico che conobbi), che era del 1881, mai vide una partita di calcio in vita sua…Ogni epoca ha le sue caratteristiche. Viviamo l’era Internet e computer, nel bene e nel male. Cercando, entro certi limiti, tutele legali.
Si possono anche evitare i rimpianti, ma siamo lo stesso impotenti di fronte al cambiamento, dunque il risultato non cambia. Certo che il positivismo ebbe lati positivi. Io infatti parlavo di freni, limiti, contrappesi che purtroppo le forze cosiddette conservatrici non hanno saputo porre in essere e dalle quali mi sarei aspettato invece il contrario. Nessuno, credo, rimpianga le cose che hai elencato, ci mancherebbe, anche se sulla leva militare e sull’aborto, oggi tutelato legalmente ma al quale si ricorre, forse, con troppa facilità, vi sarebbe da discutere. E qui si torna a freni e limiti.
La Leva fu un’invenzione della Rivoluzione Francese. Un assurdo, come obbligare la gente a far la Comunione (Stato Pontificio). La Patria non si ama per forza, né per forza si combatte. L’aborto clandestino, profusamente praticato, era una vergogna, con troppe vittime. Io sono a favore anche di eutanasia e suicidio assistito, per sola volontà dell’interessato. Sono un liberal-conservatore scrutoniano.
Meno peggio l’aborto legalizzato di un piccolo mondo di trovatelli, allevati a deserto d’affetti, ceffoni ed altri abusi, costretti a partecipare ai funerali di prima classe, vestiti di grigio scuro ed avviati ad umili lavori…
La patria non sia ama per forza ma bisognerebbe essere un minimo pronti a difenderla. L’aborto clandestino è una vergogna ma oggi, da quello che dovrebbe essere un diritto sembra quasi si sia passati ad una subdola promozione, come accade purtroppo per altre cose. Sull’eutanasia non sono in grado di prendere una posizione netta, ma tendo a pensare che se vuoi suicidarti ti procuri una pistola e ti schianti un colpo in testa, senza cercare o elemosinare l’aiuto dello stato.
Possiamo anche rimpiangere l’epoca delle spade ed alabarde, dei cavalieri (peraltro spesso predoni) un po’ come Don Chisciotte. Ma i cannoni dal 1400 si son diffusi… Oggi c’è la bomba atomica. Sarebbe meglio di no, però c’è e bisogna tenerla in conto…
Guidobono. Ci sono moltissime coppie che vorrebbero adottare trovatelli italiani, ma non ne trovano, per cui si rivolgono ad agenzie non sempre trasparenti e a costi altissimi e dopo trafile umilianti adottano bambini del terzo mondo, facendone spesso degli spostati e degli sradicati, aggiungendosi ai “minori non accompagnati” sbarcati dalle Ong. Credo che il tempo dei Celestini sia passato da un pezzo. Ovviamente, per fortuna.
Molte coppie che pagano per il negretto che va di moda … Sì, però anche non pochi pedofili travestiti da buoni genitori adottivi… Non credo nella bontà elle adozioni, a meno che si tratti di nipotini rimasti orfani. L’eutanasia serve soprattutto a coloro che non sono più in grado di andare ad acquistare una pistola (da chi poi, dalla mafia albanese o da quella nigeriana?) o il polso fermo per non sbagliare la traiettoria, ed avrebbero, a mio avviso, il diritto di morire degnamente, non in una pozza di sangue con le formiche che banchettano…
uell. Io quegli orfani ai funerali, a Torino, me li ricordo ed ho 73 anni. Orfani avviati adolescenti ad umilissimi lavori…tra l’altro…
Guidobono, era più che altro un pensiero impulsivo il mio, di reazione ad una società che sembra quasi anteponga la morte alla vita. Non so prendere posizione su questo argomento. Quanto alla bontà delle adozioni, non sono per niente d’accordo. C’è tanta gente che ha dato e ricevuto felicità tramite un’adozione. D’altro canto, è tristemente vero che è più facile adottare un bambino africano che un italiano, al netto degli imbecilli che scelgono il negretto per moda o per altro.
La vita ha un senso solo se degna “di essere vissuta”.
Se mi voglio uccidere, mi sparo o mi butto dalla finestra, in ogni caso non coinvolgo altri nel mio proposito. La “dolce morte” lasciamola ai sinistri (sarebbe per loro la degna conclusione di una vita in cui si antepone ciò che piace a ciò che è giusto).