«La destra non è la matrice delle violenze, ma una destra seria non avrebbe portato a tutto questo. Pure sul tema specifico del Green pass». Marco Valle, giornalista, scrittore, blogger (è direttore di Destra.it), parte da Roma per una considerazione generale sulle proteste contro il certificato verde, ma, da triestino che vive a Milano, non si sottrae al ragionamento su quanto sta accadendo anche nel capoluogo regionale.
Valle, Trieste in prima linea nella contestazione. Che ne pensa?
Nelle situazioni emergenziali spuntano le “lunatic fringe”, presenze minoritarie, ma non poco rumorose. La paura è un ottimo carburante per queste frange, che trovano una ragion d’essere nella gestione non poco problematica del Green pass. Sono un Sì vax convinto, proporrei pure l’obbligo vaccinale. Ma lo Stato avrebbe dovuto essere accorto, non impositivo.
Quali i nodi irrisolti?
I “buchi” giuridici sono evidenti, le riflessioni costituzionali, per esempio, tracciate dal professor Cacciari del tutto legittime. E ciò alimenta un inevitabile dissenso.
Torniamo a Trieste. Perché una partecipazione così ampia?
Lo dico con dispiacere: negli ultimi settanta anni la città si è rinchiusa nel localismo che tende a minimizzare o ad esasperare (come in questo caso) ogni turbamento. Ma c’è anche il ribellismo tipico triestino, che una volta si manifestava in sacrosante battaglie alte, per l’appartenenza all’Italia, per i cantieri San Marco, contro il trattato di Osimo, mentre oggi siamo all’ennesima presa di posizione inutile e marginale.
C’è una matrice politica?
No. Nemmeno della destra. La destra che ho conosciuto avrebbe però preteso dalla Stato la piena responsabilità, senza occhieggiare a comportamenti pseudo-libertari.
Che cosa significa responsabilità in questa vicenda?
Si tratta di ragionare sull’esperimento sociale in corso a livello planetario. La pandemia ha incrinato e reso obsoleti cento anni di conquiste sindacali, modificato la cultura del lavoro, stravolto l’economia mondiale. Una destra seria si occuperebbe di questo come della desertificazione di diritti e rapporti umani. Io mi preoccupo, per esempio, di quello che succederà al piccolo commercio dopo che pure gli over 80 hanno scoperto che possono ordinare qualsiasi cosa da casa senza passare per un negozio. Il virus segna il trionfo di Amazon e mostri similari.
Ma sul Green pass questa destra che non c’è cos’avrebbe fatto?
Avrebbe chiesto l’obbligo vaccinale. O almeno una gestione più omogenea del Green pass, un certificato che, clamorosa contraddizione, viene chiesto sul Frecciarossa, ma non sul treno regionale. Quello a cui assistiamo è la totale assenza di un dibattito sulla questione vera: l’involuzione socio-economica e socio-culturale che il Covid ha determinato. (Marco Ballico, Il Piccolo)
D’accordo. Obbligo della vaccinazione senza se e senza ma.
Sui treni regionali i capotreno (che ora viaggiano da soli e devono anche fare da capostazione nelle stazioni non presidiate, la maggioranza, non ce la fanno nemmeno a impedire che gli immigrati (e anche molti italiani) viaggino senza biglietto. Quanto al resto, come si fa a criticare il governo perché è impositivo e poi volere l’obbligo vaccinale?
“Sono un Sì vax convinto, proporrei pure l’obbligo vaccinale. Ma lo Stato avrebbe dovuto essere accorto, non impositivo”
Ho qualche dubbio su come un obbligo vaccinale possa non essere impositivo. Ad ogni modo…
La pandemia ha inferto un altro duro colpo alla residuale ‘cultura del lavoro’ (assieme al RdC, all’eccesso della burocrazia, alla corruzione ed alle mafie sindacali). Difficile uscirne. La decadenza continuerà ad ogni livello, assieme al masochismo ignorante italiota, in crescita …Io certo non vedrò risalita…