L’aria di Palazzo Madama gioca brutti scherzi. Lo ha capito bene Beppe Grillo che ha visto i suoi senatori votare alla presidenza del Senato l’ex-procuratore antimafia Pietro Grasso, contravvenendo alle disposizioni che escludevano appoggi di qualsiasi tipo al Pd. Ma cosa sia questa armata di “cittadini” che ha travolto i partiti tradizionali nelle urne e quali siano i suoi punti deboli, lo spiega il sociologo Marco Revelli. Il docente che su Il Manifesto non ha avuto paura di rompere un tabù affermando che dallo tsunami Grillo ci sia “molto da imparare”.
Il Movimento 5 Stelle è stata la vera novità di queste elezioni. Quali sono le differenze che lo separano dalla “vecchia politica”?
Grillo non è un soggetto politico tradizionale a cui ci si rivolge interpellando il segretario generale e ne segue un’interlocuzione. E’ più simile a un fenomeno della natura, la metafora dello tsunami per lui è calzante. Non è un leader che guida un processo ma uno che galleggia su un processo. Fa surf sullo tsunami, non è lo tsunami e l’unico mandato reale che ha ricevuto dai suoi elettori è quello per far fuori la rappresentanza politica tradizionale.
Cosa ne pensa dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato?
E’ un fatto importante. Avere al vertice dei rami del Parlamento due figure di alto profilo come Laura Boldrini, che rappresenta una novità in termini di collocazione culturale e Pietro Grasso, colui che rappresenta l’antimafia, è sicuramente un fatto, almeno d’immagine, molto importante.
Quanto ha giocato il peso del M5s nella loro elezione?
Questi due esponenti rappresentano una frattura che è il primo effetto di un terremoto. Sono convinto che se non ci fosse stato Grillo, avrebbero prevalso le logiche di apparato. Cosa interessante, inoltre, è che i due non sono politici di lungo corso, non sono direttamente donne o uomini di partito. Ricordano un po’ le amministrative di due anni fa in cui a Milano e Napoli si affermarono due outsider come Pisapia e De Magistris.
La reazione di Grillo contro i suoi che hanno votato Grasso è stata molto dura…
E’ stata molto sgradevole. Un segnale di autoreferenzialità che ci dice quanto rapidamente un successo elettorale possa trasformare in casta. Non capire che i grillini siciliani, come hanno detto, non avrebbero potuto letteralmente tornare in Sicilia se avesse vinto Schifani, mi sembra davvero ridicolo. Mi pare che si stia rischiando di raggiungere una logica da partito alla velocità della luce.
La coesione interna è la prima grande falla del Movimento?
E’ indubbio che il Movimento 5 Stelle, dentro le istituzioni, avrà dei problemi pazzeschi. Sia di coesione che di disciplina. Si tratterà di vedere come la sua bandiera “uno vale uno”, si potrà declinare in una logica di gruppo, di comunità. Le frasi scritte su un blog sono belle ma bisogna vedere come si mettono pratica. E’ l’inizio del suo calvario, dove si capirà se quel gruppo entrato in parlamento è un gruppo politico, una armata Brancaleone o un’avanguardia. Mi pare che lui sia partito con il piede sbagliato, i suoi invece hanno fatto l’unica cosa saggia, in questo caso.
Il Movimento di Grillo definisce superate etichette come Destra e Sinistra, lei concorda con questa analisi?
Sono tutti schemi saltati tante volte. Ricordiamo D’Annunzio che quando entrò in Parlamento si collocò all’estrema sinistra scompaginando le geografie parlamentari esistenti. Indubbiamente se c’è una forza che oggi si può disporre su un asse trasversale è quella dei 5 Stelle. Loro hanno ricevuto davvero voti da tutti i settori dello schieramento. Eterogeneo sia per quanto riguarda l’asse destra/sinistra che per quello riguardante la composizione sociale. Chi li ha votati di meno sono stati solo pensionati e casalinghe che hanno continuato a votare Pd e Pdl.
Se si dovesse tornare al voto in breve tempo il M5S ne risentirebbe?
Questo bottino straordinario che hanno raccolto, credo anche al di sopra delle aspettative dei fondatori, è instabile. Gli elettori hanno usato Grillo per dare una spallata a tutto il sistema politico da cui si sentivano estranei e schiacciati. Io credo che le ragioni di quella ostilità permangano e non credo che se non si dovesse riuscire a formare un governo, chi ha votato Grillo ieri, gli negherebbe la fiducia. Sono abbastanza sicuro che tutti quei voti in fuga dai partiti tradizionali non ritorneranno tanto facilmente dov’erano. Forse alcuni finirebbero nell’astensione.
E’ la prima volta che ci sono in un movimento eletti appartenenti ai Carc vicino ad altri di Fiamma Tricolore. Chi sono i neo parlamentari?
Provengono da appartenenze diverse ma sono molto coesi dal punto di vista sociale. Stanno dentro un recinto abbastanza ristretto, sono in genere lavoratori dipendenti o autonomi con un buon livello di scolarizzazione tecnica, legati a nuove professioni, competenti su questioni di bio-politica come ambiente e natura. Di sicuro forniscono uno spaccato di paese non rappresentativo del loro elettorato, perché il loro elettorato è molto più ampio.
A proposito di politiche verdi. Se tanti elettori di destra hanno scelto Grillo, forse non erano poi così interessati a opere come la Tav…
Certo. Molti elettori di destra hanno abbandonato la destra attirati dalla critica alla casta e non hanno considerato altrettanto rilevanti altri punti del suo programma come il no al Tav. Ma in realtà non è che tra le persone di destra ci siano dei gran tifosi del Tav, quella interessa più che altro agli affaristi…
@fedecallas