Le notizie che arrivano dal Kenya, pochi giorni prima della Pasqua cristiana, sono agghiaccianti. Un commando di jihadisti di al-Shabaab ha fatto irruzione in un campus universitario, ha diviso gli studenti mussulmani da quelli cristiani e ha ucciso questi ultimi. Un totale di 150 ragazzi morti, vittime di una follia figlia di un’interpretazione assurda del Corano, probabilmente mai letto da chi ha perpetrato questi delitti.
Quella delle persecuzioni contro i cristiani è un’emergenza globale e durante la Via Crucis di ieri sera, Papa Francesco ha deciso di legare il momento del ricordo del martirio di Gesù al martirio odierno dei cristiani nel mondo che, come in Kenya, vengono perseguitati solo per il fatto di essere cristiani. “La sete del tuo Padre misericordioso che in te ha voluto abbracciare, perdonare e salvare tutta l’umanità ci fa pensare alla sete dei nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice”, dice Francesco, denunciando l’atteggiamento di un Occidente che sembra totalmente indifferente al dramma di milioni di persone.
Secondo la World Watch List, la persecuzione violenta tocca tutti i continenti, tranne l’Europa, con numeri altissimi. Si pensi che Boko Haram solo a gennaio ha sterminato almeno 2000 persone, in Nigeria, che si sommano alle vittime del califfato e ai numerosi attentati perpetrati in paesi come Egitto e Pakistan.
Oggi più che mai si può parlare di emergenza umanitaria, ma nessuno al momento sembra pensare di “esportare la democrazia” per far cessare il massacro dei cristiani.