Storico, docente, consigliere regionale del Partito Democratico alla Regione Piemonte, Gianni Oliva da tempo si occupa dell’esodo giuliano dalmata, delle Foibe e della guerra civile che infuriò nel nostro Paese tra il 1943 e il 1945.
Un argomento, quello della pulizia etnica titina in Istria e Dalmazia, per anni sepolto e dimenticato e poi lentamente divenuto di dominio pubblico, grazie anche a spettacoli come Magazzino 18, opera di Simone Cristicchi della quale Oliva ha curato la parte storica.
Professore cosa ne pensa dello spettacolo di Cristicchi?
Credo sia stupendo per ciò che dice e per come lo dice. Cristicchi, con un pizzico di ironia che aiuta a coinvolgere il pubblico, racconta il dramma di Foibe ed esodo con un’intensità emotiva dirompente.
Spettacolo contestato nella sua prima fiorentina. Perché secondo lei alcuni settori della sinistra non vogliono ancora accettare la tragedia?
Perché credo sopravviva una vulgata secondo la quale le Foibe sarebbero una tragedia marginale, materia della destra, d’altronde per anni sono le vittime di Tito sono state bandiera del MSI. Magari alcuni settori ancora legati a questa vulgata hanno difficoltà ad accettare il dramma degli italiani orientali; poi ci sono coloro che scivolano nel teppismo gratuito come chi ha interrotto la prima di Cristicchi a Firenze. Sfido che qualcuno di quei ragazzi avrebbe potuto fare un intervento di tre minuti per spiegare di cosa stava parlando. Tuttavia nel tempo sono stati fatti passi da gigante: la legge del 2004 è stata votata quasi all’unanimità (eccetto il partito di Cossutta); nel 2005 la fiction Il Cuore nel Pozzo ha spiegato per la prima volta al nostro popolo cosa accadde in Istria e Dalmazia sessant’anni prima. E poi oggi siamo abbastanza maturi per capire come le Foibe siano state il prezzo che l’Italia ha pagato per aver perso la II Guerra Mondiale.
27 Gennaio e 10 Febbraio: secondo lei riusciremo mai a celebrare entrambe le ricorrenze con la stessa intensità?
Non esiste una gerarchia della tragedia. Certo furono due drammi diversi: l’ Olocausto di portata internazionale e causato dal razzismo di Hitler; le Foibe un dramma italiano causato dal nazionalcomunismo di Tito. Direi che non dovremmo sovrapporre le due ricorrenze, bensì riuscire ad omaggiarle entrambe.