L’assurdo, insomma, sta per compiersi. Oggi la Juventus disputerà contro il Napoli – senza poter disporre di due suoi calciatori affetti da Covid, Bernardeschi e Bonucci – una partita rimandata svariati mesi or sono, in barba al protocollo del Comitato Tecnico Scientifico e della FIGC sottoscritto da tutte le società calcistiche di serie A, perché il Napoli aveva allora in squadra due calciatori positivi. E conta nulla che lo scorso ottobre gli azzurri fossero reduci da un match (non a caso stravinto per 6-0) con un Genoa falcidiato dal virus: sono infatti parecchi i giocatori bianconeri che, solo pochi giorni fa, hanno onorato l’impegno con quella Nazionale in cui è purtroppo scoppiato un focolaio; senza contare che il derby della Mole si è svolto con almeno un atleta, il portiere Sirigu del Torino, infettato dal Coronavirus. Ovviamente, in un paese in cui si è potuta consumare un’ignominia giuridica come Calciopoli, non è mai il caso di stupirsi di nulla. Ma se lo stupore è fuori luogo, un po’ di indignazione e di fastidio è lecito coltivarli ancora.
Fedele alla sempiterna regola partenopea del “chiagni e fotti”, adottata con successo anche da diverse squadre settentrionali, Inter in primis, ora il Napoli, a differenza dello scorso ottobre, non mostra alcuna preoccupazione nell’affrontare il viaggio alla volta di Torino, e ci risulta che stavolta si sia guardato bene dal disdire – con largo anticipo sui definitivi pronunciamenti della plurisollecitata ASL – il volo per il capoluogo piemontese (disdetta quanto mai opportuna, secondo l’ineffabile sentenza del CONI).
Sul fronte bianconero si assiste invece a una sottomissione – non alle regole (sistematicamente infrante pressoché da tutti) ma alle contraddittorie e doppiopesistiche decisioni assunte in alto loco – i cui connotati appaiono ormai quasi masochistici. Né ci si può retoricamente chiedere cosa sarebbe accaduto con i protagonisti a ruoli invertiti, ossia con il Napoli al posto della Juventus e la Juventus al posto del Napoli: tale scenario non è infatti neppure ipotizzabile, poiché al cospetto dell’inaudito pronunciamento del CONI, qualora beneficiaria ne fosse stata la Juve, si sarebbe letteralmente fermata l’Italia, Covid o non Covid. In tanto sciagurato caos, almeno una cosa è certa: al di là dei demeriti e dei problemi della Juventus, indiscutibili, questo è di gran lunga il campionato più balordo e farlocco da buoni dieci anni a questa parte. Non a caso si avvia a vincerlo l’Inter.
Pollicelli ha ragione, ma la Juve in termini calcistici è “il fascismo mai morto!” e sempre colpevole….