Gli anni ’70, dopo le scissioni del 1969, furono anni difficili anche all’interno della stessa IRA, alle prese, oltreché con gli arresti e le delazioni, con una necessaria riorganizzazione: dopo il Bloody Friday del 21 luglio 1972, una sorta di rappresaglia a suon di autobombe che la Brigata Belfast dell’IRA aveva organizzato per costringere gli inglesi al tavolo delle trattative (9 morti e 130 feriti) ma che aveva avuto degli effetti assolutamente negativi per l’organizzazione, visto che molti “moderati nazionalisti” se ne allontanarono disapprovandone le tattiche e che i britannici cominciarono a costruire veri e propri fortini militari nei pressi dei nascondigli dei repubblicani militanti, per di più conseguentemente al fallimentare 1974, era evidente la necessità di un cambio di passo.
Gerry Adams, comandante dell’IRA Provisional e poi anche membro del Consiglio dell’Esercito, elaborò così in carcere (dove era stato rinchiuso nel luglio 1973), dove ebbe modo di ribadire la propria contrarietà ad ogni cessate il fuoco, la “dottrina della Lunga Guerra” (le attività militari dell’IRA sarebbero cessate solamente quando gli inglesi avessero lasciato l’isola): secondo Adams, in effetti, oltre alla riorganizzazione interna (nel 1976 sarebbe stato introdotto il Consiglio rivoluzionario che serviva per mettere continuamente in contatto il Comando con i militanti di truppa; l’ispirazione alle strutture istituzionali e governative della Libia di Gheddafi era fin troppo evidente) v’era la necessità programmatica di tracciare dei nuovi piani che coinvolgessero sempre di più una lettura politica e sociale dell’Irredentismo irlandese, approfondendo l’analisi militare.
Tra le novità, non vi fu solo la creazione di due Comandi separati ed indipendenti, uno nel Sud l’altro del Nord dell’Isola (così da poter controllare il territorio in maniera più capillare) ma anche la duplicazione dei fronti della lotta; pertanto, di fianco al progetto della lotta armata, doveva progressivamente affiancarsi quello elettorale che alla lotta armata avrebbe dovuto portare nuovi consensi, rafforzandone la legittimazione: nasceva così quel disegno, che poi con il tempo la storia avrebbe presentato attraverso lo slogan “del mitra in una mano e della matita nell’altra”.
Rilasciato dal carcere nel 1977, Adams dapprima viene inserito nel neo-nato Consiglio dell’Esercito, per poi essere persino nominato capo di Stato Maggiore dell’IRA nel 1978, incarico tuttavia durato soli 78 giorni, visto che l’attentato all’hotel Le Mon House di Belfast del 24 luglio 1978, gli aveva causato l’arresto, sebbene fosse stato immediatamente rilasciato, da parte della Royal Ulster Consatabulary, la polizia federale non di rado collusa con le organizzazioni paramilitari protestanti e lealiste, spesso autrice di atti discriminatori.
In ogni caso Adams, sempre nel 1978, sarebbe divenuto comandante del Nord, dando una decisa e definitiva sterzata al movimento che pur continuando con le operazioni belliche, si sarebbe sempre più connotato per i forti accenti socialisti (anche gli industriali e la classe padronale, rei di aver relegato la “working class” irlandese in una condizione disperata, vennero pubblicamente dichiarati bersagli da colpire), che affiancavano i tradizionali connotati repubblicani, anti imperialisti e nazionali.
La repressione non poteva che rispondere per le rime e quando il 27 agosto 1979 vi furono, in due teatri separati, l’uccisione di dodici soldati britannici ma soprattutto quella di Lord Louis Mountbatten (ultimo Viceré d’India), la cui imbarcazione venne fatta saltare dai paramilitari nazionalisti, arrivò la reintroduzione dell’internamento senza processo, che intanto era stato abolito nel dicembre 1975, come contropartita del cessate il fuoco; dal 9-10 agosto 1971 al dicembre 1975, in 1.981 erano stati trattenuti in quel modo, dei quali 1.874 erano nazionalisti e 107 lealisti.
Il 27 gennaio del 1979, Adams aveva fondato, sotto autorizzazione del Consiglio dell’Esercito, un nuovo periodico settimanale, chiamato “An Phoblacht – Republican News”, nuova arma di propaganda e informazione, sulle quali colonne venivano approfondite le dinamiche politiche della lotta che avrebbe dovuto portare (questo sempre secondo Gerry Adams) ad una “Repubblica democratica socialista in Irlanda di 32 Contee”, disegno approvato dai vertici militari ma inizialmente avversata dallo Sinn Féin, che dei Provos (nomignolo abbreviato della Provisional IRA) era l’ala politica, e che era rimasta fedele ancora all’assioma repubblicano di un’Irlanda federale; tempo pochi mesi, e anche l’ala politica si sarebbe allineata al disegno di una repubblica unitaria socialista, per quanto fin da subito i punti più radicali del programma dovettero essere oggetto di revisione.
Ho sempre detestato l’IRA.
L’IRA è stata come l’ETA: una organizzazione criminale.
Cosa era i NAR, Avanguardia Nazionale, Ordine Nero, Prima Linea o le Brigate Rosse?
Dei “criminali comuni”, dei “criminali politici o politicizzati”, dei tizi, più o meno giovani, più o meno idealisti, che sbagliarono, hanno sbagliato e non hanno forse mai pagato?
Abbiamo mai fatto i conti davvero con gli anni ’60-’70 e ’80?
Non credo