Le tensioni fra Usa e Cina, il Covid 19 che mette in crisi l’Occidente mentre in Cina la pandemia è stata già debellata, regioni molto ricche e quindi strategiche nella contesa politica ed economica internazionale, la progressiva intesa fra Cina e i paesi del continente africano, le tentazioni bipolari e l’interrogativo sulle opzioni strategiche e politiche russe, il declino degli Usa e l’emergere della Cina come potenza commerciale che si sta estendendo – dal punto di vista anche geopolitico – in tutto il mondo.
Questi sono solo alcuni dei temi che vengono affrontati nell’ultimo e interessante fascicolo di “Eurasia”, il sessantesimo. Il tema centrale di questo numero è “Guerra senza limiti”, espressione usata vent’anni fa da due colonnelli dell’Esercito popolare cinese, Qiao Liang e Wang Xiangsui, in un libro che scrissero a quattro mani, nel quale sostenevano che la contesa fra Usa e Cina era ormai sfociata in una nuova guerra fredda. In questo scenario internazionale c’è la Russia che non ha ancora assunto un ruolo specifico ma gli ottimi rapporti e la collaborazione con la Cina mostrano intese che difficilmente possono cambiare o essere accantonate.
Claudio Mutti, direttore di questa prestigiosa rivista di studi geopolitici, sottolinea, nel suo editoriale, la progressione del “clima di guerra” fra i due colossi, confermato dalle accuse Usa alla Cina sulla diffusione del Covid 19. I toni usati dal presidente Trump, sottolinea Mutti, sono quelli della crociata del “mondo libero” contro quello della dittatura. Lo scopo? Creare un “arco di crisi”, formato da potenze appartenenti al mondo occidentale e altri “alleati”, contrapposto frontalmente alla Cina. Posizione accentuata dal segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, in una conferenza stampa del luglio scorso in Gran Bretagna, quando lanciò un appello per costituire una coalizione anticinese. Non solo: Mutti ricorda che Lewis Eisenberg, ambasciatore Usa in Italia, richiamò all’ordine il governo Conte per aver avviato rapporti commerciali con la Cina con la sottoscrizione del memorandum d’intesa che traccia la nuova “Via della Seta”.
Nella rivista sono pubblicati, in ogni numero, documenti e testimonianze editi in passato ma ormai rari e introvabili. In questo numero c’è un testo che illustra il senso della geopolitica a firma Karl Haushofer, uno dei padri di questa scienza, e un testo dal titolo “Il mito europeo contro le utopie europee” firmato da Jean Thiriart, fondatore del movimento “Jeune Europe”. Pubblicato nel 1968, l’articolo è soprendente per l’attualità dell’analisi. Non mancano nelle rubriche interessanti interviste (una all’ambasciatore cinese in Italia, Li Junhua) e recensioni.
Eurasia n. 60, Edizioni all’Insegna del Veltro, Parma, pagg. 238, 18 euri (ordini: www.eurasia-rivista.com)