• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
giovedì 9 Febbraio 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Corsivi

Proteste anti-Dpcm. Sono i “casseur” che sfasciano le vetrine, fenomeno-spia delle periferie perdute

Un approfondimento di Giorgio Ballario fondato sul riscontro (a Torino) della provenienza dalle periferie delle bande di spaccavetrine

by Giorgio Ballario
30 Ottobre 2020
in Corsivi
2
I disordini anti Dpcm a Torino

Vogliamo dirlo in modo chiaro e provocatorio? Meno male che sfasciano le vetrine dei negozi di lusso, rubano abiti e accessori da migliaia di euro e poi si immortalano sui social in pose da gangster del terzo millennio. Per fortuna che indirizzano la loro rabbia sociale verso griffe che non potranno mai avere (che in realtà non potrà mai avere il 95% della popolazione italiana) e aspirano ai soldi facili celebrati nei video dei cantanti trap. E grazie al cielo si tratta di cani sciolti che agiscono con la logica del branco ma sono totalmente incapaci di formulare una reazione che vada al di là del brutale saccheggio.

Torino 2020, benvenuti nel futuro che ci aspetta. Nel futuro che qualcuno prevedeva già da anni e che solo soggetti incompetenti, ignoranti e con gli occhi foderati dal prosciutto ideologico – quindi gran parte della classe politica e intellettuale del nostro Paese – non sono riusciti a mettere a fuoco.

Gli incidenti dell’altra sera nel centro di Torino, più ancora di quelli avvenuti a Napoli, Roma e Milano, sono la dimostrazione plastica che le grandi città italiane non vivono in una bolla storica e sociale, caso mai sono solo in ritardo rispetto a fenomeni che in altri luoghi d’Europa (Francia, Belgio, Gran Bretagna e in misura minore Germania e Spagna) si verificano da oltre dieci anni. E che inevitabilmente giungeranno anche qui, dato che non ci sarà nessuno a capire i segnali che stanno arrivando e che quindi provi a porre rimedio prima che sia troppo tardi.

Talvolta persino i giornalisti si ricordano di fare il loro mestiere e allora ecco che negli ultimi due giorni, su La Stampa, sono comparsi un paio di articoli che, da soli, valgono più di un trattato di sociologia o di mille parole in libertà di questori e ministri dell’Interno. Il primo articolo era l’intervista a uno dei ragazzi arrestati per gli incidenti scoppiati in piazza Castello alla manifestazione contro l’ultimo Dpcm del governo, l’altro un’analisi dei video postati sui social dagli stessi protagonisti dei saccheggi.

La vetrina di Gucci devastata a Torino

Ecco alcune frasi dell’intervista a Nizar, 18 anni, immigrato marocchino di seconda generazione: «C’era una gara a chi faceva più casino tra gruppi di periferia. Tutti della nostra età. I gruppi di Vallette, Barriera Milano, Mirafiori, Borgo Vittoria (storici quartieri periferici del disagio, ndr)». «All’inizio siamo partiti in tredici. Quando siamo arrivati in piazza eravamo, trenta, quaranta». «Sto studiando da elettricista, voglio prendere il diploma e andare all’estero, in Olanda, là c’è più lavoro. Sono al secondo anno, ne ho persi tre. Mi impegno ma mi bocciano, non è colpa mia. I professori scrivono che non permetto di svolgere le lezioni. Faccio un po’ di casino, ogni tanto ci vuole». «Conosco di vista i due fratelli egiziani arrestati per il furto da Gucci. Sono di Barriera (di Milano, quartiere a più alto tasso di immigrazione, ndr), il più piccolo lo chiamano “Ciccio panino” perché è un po’ grasso. Sono di Barriera, brava gente». «Per me Barriera rappresenta tutto: gli amici, la famiglia, la vita. Lì trovo il rispetto che invece non trovo in centro».

 

:https://video.lastampa.it/33c4f438-8455-4c07-89d5-74230d3889d1


Questo invece è un brano dell’analisi dei video postati nei giorni scorsi sui social più frequentati dai giovanissimi: «Nessun pentimento, anzi. Bisogna raccogliere il più alto numero possibile di follower su Instagram. Mostrarsi, rivendicare, anche tornare sul luogo del saccheggio. Ed eccola la foto in posa davanti al negozio della Geox, puntualmente pubblicata sui social. Ed eccola, la “banda di Barriera” che torna in centro per contare i suoi danni e congratularsi per il risultato: un filmato davanti ai vetri rotti e ai cartelloni pubblicitari per ribadire il concetto: ora che le vetrine sono state sfondate, sì che le scarpe respirano. Nessun pentimento, l’unica cosa che conta è apparire. Divertirsi con gli amici è l’unica gioia, anche se si deve indossare un passamontagna, anche se con una mazza si spacca una vetrina e anche se si rischia la galera. Le conseguenze per ora non sono un problema. Forse lo saranno presto, perché è tutto alla luce del sole, troppo facile da vedere per passare inosservato. È tutto su Internet: i video dei saccheggi delle vetrine di via Roma, quelli della festa dopo la notte vandalica. E quelli del ritorno in centro. Stessi profili, stessi protagonisti, stesse facce. Sempre a volto scoperto. “Siamo stati noi”. Ignari delle conseguenze, forse perché non hanno davvero niente da perdere».

La periferia di Torino

Ecco il quadro reale delle nostre periferie, sempre più simili alle banlieue di Parigi, Lione o Marsiglia. E se vogliamo capire ciò che ci aspetta occorre armarsi di pazienza e andare a spulciare su Internet le notizie provenienti negli ultimi anni dalla vicina Francia, perché sui nostri giornali non se ne parla e in tivù ci fanno vedere solo gli sconti alle manifestazioni del “gilet gialli” ma non ciò che accade in quelle terre di nessuno che sono diventate le immense distese di asfalto e cemento intorno a Parigi, dove se un’auto della polizia si avventura da sola fa la fine della diligenza assaltata dagli apache nei vecchi film western di John Wayne.


E allora se il futuro è questo, e nulla lascia pensare che possa essere diverso, per fortuna che sinora la “racaille” se la prende con i negozi del centro e fa a gara nel rompere le vetrine delle griffe di lusso. Speriamo continuino a lungo in questo sport tutto sommato ancora innocente, che fa strage di cristalli ma risparmia vite umane. Perché gli esempi intorno a noi insegnano che il passo successivo può essere un altro, ben più pericoloso. Che cosa succederebbe se la rabbia delle banlieue, di migliaia di giovanissimi violenti, sradicati e senza prospettive, in grandissima parte di origine magrebina, venisse intercettata dai professionisti dell’odio dell’Islam radicale? La risposta l’abbiamo già avuta nel recente passato a Parigi, Nizza, Bruxelles, Londra, Barcellona, Berlino.

@barbadilloit

Giorgio Ballario

Giorgio Ballario

Giorgio Ballario su Barbadillo.it

Tags: Barbadillocasseurdpcmgiorgio ballariotorino

Related Posts

Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico

Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico

6 Febbraio 2023
La “Terza Via” produttivistica

La “Terza Via” produttivistica

6 Febbraio 2023

Focus. Il Piano Mattei e l’orizzonte mediterraneo del governo Meloni

Giornale di Bordo. Sì, è vero, la vita al Nord costa di più, ma non creiamo guerre fra poveri

La geopolitica del Mediterraneo priorità patriottica

Il punto (di M.Veneziani). Le ragioni dell’anticonformismo (anche) al tempo del governo Meloni

Giornale di Bordo. Il boss Matteo Messina Denaro tra vaccini e uso del bancomat

Il futuro dei giovani e la rotta identitaria su merito-lavoro

“Patria senza mare” e l’orizzonte mediterraneo dell’Italia

Comments 2

  1. Guidobono says:
    2 anni ago

    Lo Stato deve incutere paura. Quello che non sta facendo da decenni di pseudo-cultura sessantottina dei diritti infiniti… Dopo Piazza Tien-an-Men con i suoi mille e passa morti, nel 1989, i rompiballe cinesi son diventati obbedienti… Al di là di ragioni o torti.. È triste, ma è la vita… Come i 5 mila spartachisti crocefissi sulla Via Appia. Fine delle ribellioni degli schiavi a Roma. Chi sfascia una vetrina del centro oggi, domani ti assalta sotto casa per 100 Euro o un orologio da 50… E magari ti taglia la testa prima con un colpo di machete… Serve repressione dura, serve la paura, gli impiccati sbattuti dal vento…Serve Bava Beccaris…Il resto è, purtroppo, vacuo bla-bla… Oggi più che mai.

  2. Guidobono says:
    2 anni ago

    Il vandalismo è vecchio come il mondo. Analizzarne le cause piuttosto inutile a mio avviso. Non è un DPCM a scatenare l’inferno. Neppure lo sradicamento o altri giustificazionismi sociologici. Le barriere non ‘fanno’ i teppisti ed i delinquenti, solo li allevano. Lì deve intervenire un’Autorità che stabilisca i limiti. La prima volta che andai in Egitto, 46 anni fa, in tutti i luoghi turistici c’erano orde di ragazzini questuanti e poliziotti con frustini alla mano, che non esitavano ad usare, per tenerli a bada. Colpissero dove colpissero. Come nell’antica Russia zarista. Non un bello spettacolo, ovviamente. Ma certe situazioni, più o meno gravi, non le controlli con il Politically Correct… E neppure dando un buffetto oggi ti risparmi il criminale di domani… Non è vero che i casseurs non hanno nulla da perdere. Hanno la loro vita di domani…

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Il caso. L’errore di restituire i marmi dei Musei Vaticani alla Grecia

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. “Eurasia” e l’attuale ciclo politico dell’Europa

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Difesa. La memoria del cordiale in bustina (simbolo di un’Italia che non c’è più)

    33 shares
    Share 33 Tweet 0
  • Fenomeno Cognetti, le otto montagne in ciascuno di noi

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

Mio Italia. No agli insetti sulla nostra tavola, evviva i prodotti nazionali

Mio Italia. No agli insetti sulla nostra tavola, evviva i prodotti nazionali

8 Febbraio 2023
Il ricordo. L’eredità di Paolo Di Nella: “La Rivoluzione si costruisce nell’agire quotidiano”

Sulle strade d’Europa con Paolo Di Nella nel cuore

8 Febbraio 2023
Giorgia Meloni e la sfida della Realpolitik

Assalto al cielo. Scianca: “Il governo Meloni tra il cuneo Usa e una nuova stagione”

8 Febbraio 2023

Ultimi commenti

  • Max su Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico
  • Tullio Zolia su Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico
  • Guidobono su Focus. Il Piano Mattei e l’orizzonte mediterraneo del governo Meloni
  • Ferna.. su Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico
  • Guidobono su Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico
  • mario paluan su Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico
  • Luca su Il punto (di M.Veneziani). Le ragioni dell’anticonformismo (anche) al tempo del governo Meloni

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più