La F1 non si ferma, alla terza gara consecutiva: nel caldo torrido della Catalogna agostana, è il circuito di Barcellona (ben conosciuto da tutti poiché sede dei test invernali) ad ospitare il sesto appuntamento dell’anno.
La vigilia
Dopo aver saltato il doppio appuntamento inglese, Sergio Perez torna alla guida della propria Racing Point. La squadra inglese però, al pari degli altri motorizzati Mercedes, si ritrova al centro di una nuova querelle: tra conferme e smentite sembra infatti che la FIA voglia vietare dal Gran Premio del Belgio il “party mode”, imponendo un’impostazione unica del propulsore per prove e gara.
Dietro ad un nome quasi simpatico, si nasconde invece un importante peculiarità che attraverso una specifica mappatura, selezionata dal pilota con un “bottone magico”, è in grado di sprigionare una potenza aggiuntiva del propulsore, fruibile nel giro secco.
Da questo giochino -fin qui perfettamente tollerato- chi è sembrato trarne il migliore riscontro è proprio la Mercedes che infatti, insieme alle squadre a cui fornisce il propulsore, al sabato sembra sempre trovare delle prestazioni incredibilmente performanti.
In realtà, nascosta dalla volontà di livellare le differenze per creare più spettacolo, si cela i l’ennesima mossa putativamente posticcia per cercare di rimediare ad un regolamento molto cavilloso e spesso poco chiaro ma che non farà che aumentare le zone d’ombra, offrendo maggiori possibilità ai colpi di genio che operano ai margini della legalità.
Le prove libere
Su una pista dove la velocità di percorrenza e l’efficienza aerodinamica sono gli elementi cardine per ottenere la prestazione, non sorprende che fin dal venerdì le “Frecce nere” di Stoccarda dominino i turni di prove libere, strabiliando sul giro secco come sul passo gara e ottenendo i primati al venerdì ( 1’16″785 per Bottas nelle FP1; 1’16″883 per Hamilton nelle FP2 ) e al sabato mattina ( 1’17″222 per Hamilton, ancora primo nelle FP3); da segnalare, alle loro spalle, il solito Verstappen con la Red Bull, per quanto sempre oltre il mezzo secondo abbondante di distacco.
Le qualifiche
Le prove libere sono semplicemente il prologo di un sabato pomeriggio già scritto: sotto un caldo torrido che porta l’asfalto catalano a quasi 50 C°, Lewis Hamilton si veste da cannibale e si prende la Q1 (1’16”872), la Q2 (1’16”872) ma soprattutto la Q3: il 44, pur non migliorando nel secondo tentativo, come per altro nessuno dei primissimi eccetto Perez, è bravo nel primo giro cronometrato a scavalcare di 59 millesimi il compagno, segnando l’ 1’15”584 che gli da la pole numero 92 della sua straordinaria carriera.
Alle loro spalle Verstappen e l’ottimo Perez, gli unici assieme al finlandese ad attestarsi sotto al secondo di distacco dal leader; in terza fila, Stroll e Albon, davanti alle due McLaren di Sainz e Norris.
Non bene le Ferrari: Leclerc è nono (1’17”087), Vettel undicesimo (tra loro Gasly sull’Alpha Tauri), dopo esser rimasto escluso dalla terza manche per la seconda volta di fila, questa volta, incredibilmente, per due soli millesimi.
La gara
Anche domenica il padrone di casa rimane il sole: le alte temperature si ergono immediatamente a principale variabile di gara, visto che la gestione degli pneumatici è la chiave di volta tattica da analizzare per ottenere il miglior risultato possibile, memori della condotta Red Bull nella gara precedente.
Allo spegnimento delle luci Hamilton conserva la testa mentre il compagno Bottas perde due posizioni, sopravanzato da Verstappen e da Stroll, bravo a scavalcare anche il compagno Perez; alla fine del primo giro Leclerc è nono, Vettel undicesimo.
Bottas si riprende la terza posizione già in principio di quinto giro con un’agile attacco sul canadese Stroll.
In ogni caso, la primissima parte del Gran Premio è caratterizzata dai tempi piuttosto lenti, visto che piloti cercano di far durare il più possibile la gomma morbida, per quanto Hamilton in realtà presto cominci a scavare un solco notevole con i propri avversari.
Il primo a fermarsi è Albon, per le gomme dure, al giro 17; intanto, il crollo delle posteriori di Verstappen (sottolineato dai numerosi “bip” nei team radio) lo costringe alla sosta quattro tornate dopo, montando mescola media; al 23 si fermano entrambe le Mercedes: anche per loro medie e al trentesimo tocca alle Ferrari (medie per Leclerc, morbide per Vettel).
La gara procede in maniera piuttosto lineare e si accende soltanto per qualche duello a centro gruppo, come quello reiterato tra Norris e Leclerc che vede l’inglese difendersi a più riprese duramente; più interessante era stata la sequenza di sorpasso e controsorpasso tra Perez e Stroll, bravo a rintuzzare il compagno numero 11.
Il primo vero colpo di scena è il ritiro di Leclerc al giro 38, dopo un brutto testacoda alla tornata precedente avvenuto all’ultima chicane, presumibilmente per colpa del motore.
Al quarantunesimo, seconda sosta per Verstappen (sette prima del rivale Bottas che opta le morbide) che rimonta le medie; alla seconda sosta, Stroll opta invece per le morbide mentre prosegue il duello ruota a ruota tra Albon, che attacca e Sainz che si difende, non senza tanta malizia.
Hamilton si ferma ai meno sedici dal traguardo, optando anche lui per le medie e rituffandosi in pista, districandosi tra le molte bandiere blu sventolate ai piloti che deve doppiare (il mancato rispetto delle stesse costano a Perez e Kvyat una penalità di 5”).
Al cinquantasettesimo giro, Stroll raggiunge Vettel e lo scavalca sul rettilineo dei box, mettendosi quinto; il tedesco, che continua a lottare con le sue gomme morbide usurate, diventa presto l’obiettivo del suo successore Carlos Sainz che nello stesso punto di Stroll sorpassa a sua volta il tedesco.
Al penultimo giro Bottas si riferma, montando di nuove gomme soft, alla ricerca del giro più veloce (che per altro già gli apparteneva grazie all’1’19”750 del giro 63): l’impresa riesce proprio alla fine, con l’1’18”183 che rende di un minimo più dolce un terzo gradino del podio, invero molto distante dalla vetta.
La bandiera a scacchi saluta comunque l’ottantottesima vittoria di Hamilton, vero dominatore dell’evento, che chiude davanti a Verstappen e al compagno.
Punti per Stroll (passato quarto grazie ai 5” comminati al compagno), Perez, Sainz, Vettel (settimo con una sola sosta e portatore di buoni punti in cascina), Albon, Gasly e Norris.
Il commento
L’aspetto più impressionante è la capacità delle Mercedes di gestire le gomme, imparata velocemente la lezione di Silverstone; e così, Hamilton si legittima ancora di più come il dominatore del campionato.
Bravo ancora Verstappen a piazzare il proprio mezzo tra le vetture tedesche; soddisfazione anche in casa Racing Point, grazie ai tanti punti messi in cascina.
Una nota di merito a parte merita Sebastian Vettel: certo, il settimo posto a prima vista non sembra granché; se però si considera l’unica sosta del ferrarista, nonché la capacità di resistere a piloti più veloci di lui per le gomme più fresche, il tutto va almeno visto come una lieve iniezione di fiducia, in attesa di capire quale sarà il suo futuro.
Prossimo appuntamento, tra quattordici giorni, sulla meravigliosa pista nelle Ardenne di Spa-Francorchamps, auspicando un fine settimana ricco di spunti ed emozioni.