Nemmeno il tempo di archiviare la doppietta austriaca, che la Formula 1 si presenta in Ungheria, per il terzo appuntamento stagionale: la tappa magiara (rimasta addirittura in dubbio per qualche ora, a causa delle ferree restrizioni anti Covid-19, inasprite ulteriormente dal Governo verso i cittadini britannici) diventa così l’occasione, secondo la prospettiva, per confermarsi o iniziare la risalita; non c’e da stupirsi se questo tortuoso circuito (scherzosamente ribattezzato “una Montecarlo senza i panfili, i casinò e i muretti”) che esige alto carico aerodinamico e buona trazione per affrontarne le quattordici curve è in tal senso oggetto d’interesse per i tecnici, atti allo sviluppo e alla ricerca di nuove soluzioni e aggiornamenti, dunque portati in molti casi per l’occasione dalle squadre.
Le prove
Prima che i motori comincino a rombare, c’è il tempo per un attimo di commozione, visto che il 17 luglio ricorre il primo lustro dalla scomparsa del giovane Jules Bianchi, promessa di scuola Ferrari, mancato dopo un’agonia di oltre nove mesi dall’incidente nel Gran Premio di Suzuka del 2014.
Quando poi si abbassano le visiere, è la Mercedes che fa subito sul serio, fin dalla mattina: capofila è Lewis Hamilton, in 1’16″003 (ottenuto con le gomme più dure e abbassando di oltre un secondo il tempo migliore della medesima sessione del 2019) e secondo Bottas, a ottantasei millesimi; terzo Perez.
Nelle FP2, protagonista è invece la pioggia torrenziale; e così, in una sessione da molti disertata per risparmiare il mezzo e i treni di pneumatici, c’è un po’ di gloria anche per Sebastian Vettel, primo con 1’40″464. Le terze libere vedono il ritorno del bel tempo e delle Mercedes in testa: ci pensa Bottas col suo 1’15”437 a issarsi davanti a tutti. Qualche timido raggio di sole torna anche in casa Ferrari, con Leclerc quarto a meno di mezzo secondo.
Le qualifiche
In Q1 non piove, nonostante il cielo plumbeo, e a sorpresa il capofila è Sergio Perez (1’14”681). Nella sessione successiva, è il turno di Hamilton che con gomme medie ottiene un grandioso 1’14”261, record del circuito. Male Albon, tredicesimo, dietro a Russell e a Riccardo, undicesimo e alle prese col nervosismo della sua Renault.
L’ultima manche non sembra avere storia e le uniche incognite permangono quelle legate al meteo: a Hamilton bastano due giri straordinari per essere il dominatore, abbassando in entrambi il record della pista. L’inglese conquista la pole numero 90 in carriera: decisivi sono l’1’13″613 ma soprattutto l’1’13″447 finale, sublimato da un settore intermedio strabiliante per guida e riscontri cronometrici. Alle sue spalle, il compagno Bottas, staccato di 107 millesimi; la seconda fila, è occupata dalle sorprendenti Racing Point, con Stroll terzo, davanti a Perez.
Fa riflettere che i due della Ferrari, in terza linea, si prendono dal poleman, rispettivamente, un secondo e 327 millesimi (Vettel) e un secondo e 370 (Leclerc); soltanto settimo, e delusissimo, Max Verstappen con la sua Red Bull.
Ultime e non soltanto tra le sorprese negative della giornata, le due Alfa-Sauber che chiudono con Giovinazzi e Raikkonen desolatamente in ultima fila.
La gara
La pioggia, tanto attesa, si presenta alla fine per la gara di domenica, eliminando le differenze strategiche in partenza; l’incredibile colpo di scena però, arriva ancor prima della partenza, poiché Verstappen si stampa su un muro durante il giro di schieramento, divellendo il braccetto dello sterzo anteriore sinistro e lasciando i meccanici a lavorare in un’incredibile corsa contro il tempo per risistemare la vettura: l’olandese alla fine ce la fa a partecipare, grazie alla bravura dei suoi uomini.
Alla partenza tutti scelgono le intermedie, salvo Kevin Magnussen che azzarda le full wet.
Allo spegnimento delle luci Hamilton s’invola (alla fine del secondo giro ha già più di sei secondi di vantaggio) davanti a Stroll, con Bottas e Perez che hanno un pessimo scatto e si ritrovano sesto e settimo; ottimo lo scatto di Verstappen che si mette terzo, davanti a Vettel e Leclerc.
Dopo i primi quattro kilometri, ecco le prime soste per mettere le gomme d’asciutto, vista la rapida evoluzione della superficie: si rimescola così la classifica e dopo cinque giri comanda Hamilton, davanti a Verstappen e alle due Haas, brave ad anticipare i tempi dei pit stop.
Al decimo giro, Bottas si prende la sesta piazza provvisoria con un attacco all’interno di Charles Leclerc, poi replicato con successo nei confronti di Grosjean.
Alle loro spalle, s’infiamma il duello tra Leclerc e Albon, bravo a recuperare sulla Ferrari del monegasco, dopo aver preso anche la posizione su Vettel, complice un errore di quest’ultimo. Il pilota Red Bull, al diciottesimo giro, sopravanza Leclerc, in netta difficoltà con l’avantreno, replicato da Sebastian Vettel alla tornata successiva. Il pilota numero 16 deve per forza fermarsi per un nuovo cambio: dure per lui, sprofondando quindicesimo.
Bottas intanto comincia a recuperare su Stroll, alla caccia del podio virtuale ma non riuscendo nell’attacco in pista, decide di anticipare il secondo cambio-gomme: il giro è il 33 e la tattica riesce, visto che dopo il cambio del canadese, avvenuto otto kilometri dopo, il finlandese si ritrova virtualmente sul podio.
Alla ventinovesima tornata, dure anche per Vettel che nel balzo delle fermate, si pone così davanti a Albon; per il capofila Hamilton il passaggio alle medie avviene al trentasettesimo.
L’ultimo terzo di gran premio è caratterizzato da una nuova rimonta di Bottas che si getta a caccia di Verstappen, raggiungendolo dopo pochissimo; proprio quando potrebbe infuocarsi la battaglia, il finlandese sceglie la terza fermata, a meno venti dalla fine, evidentemente convinto che a parità di mescola l’olandese non si sarebbe potuto attaccare.
Al cinquantottesimo giro intanto, arriva l’incredibile doppiaggio di Hamilton su Vettel quinto, a riprova del dominio tecnico della scuderia di Stoccarda.
A nove giri dal termine, Sainz corona l’insistito pressing su Leclerc e si prende la decima posizione e l’ultimo punto virtuale.
Al sessantasei si riferma Hamilton, per gomme morbide, alla caccia del punto bonus, proprio mentre Alexander Albon sfrutta un nuovo errore di Vettel per rimettersi al quinto posto. Il tedesco comunque, proprio non ne ha più e deve terminare in difesa, riuscendo comunque a preservare il sesto posto, come del resto fa Verstappen, bravo a tenere Bottas alle spalle spintosi fino a meno di un secondo.
Vince dunque Hamilton che chiude anche con il giro più veloce (1’16”627) proprio all’ultimo passaggio; sul podio gli fanno compagnia Verstappen, autore di una bella rimonta e Bottas.
Punti per Stroll, Albon, Vettel (che limita i danni, se così si può dire), Perez, Ricciardo, per l’ottimo Magnussen (fermatosi una volta sola) e Sainz. Soltanto undicesimo Leclerc
Il commento
Non c’è stata storia, come preannunciato, in quel dell’evento magiaro: troppo forti Hamilton e la “sua” Mercedes, autori di una corsa dominata con il totale controllo. Bravissimo Verstappen a rimontare e a tenersi dietro Bottas, agevolato in parte anche dal traffico e dalla conformazione della pista mentre un velo pietoso va steso per la Ferrari, mai in gara e sommersa sotto dei distacchi da Tour de France: a Maranello avranno di che pensare, visto il gap che la SF1000 paga anche nei confronti dei team minori: primo su tutti, verso una Racing Point che si comporta da grande, con la bellissima condotta di gara di Stroll, alla fine quarto e sempre davanti al più esperto Perez. Il sesto posto di Vettel non può che esser un brodino.
A Leclerc va anche peggio, nonostante l’adrenalina per i tanti duelli ravvicinati, come quelli con Norris e Sainz; male anche la McLaren, la quale torna dall’Ungheria con un punto soltanto. Nello stesso tempo un plauso va alla Haas che nonostante le difficoltà ma grazie ad una tattica rischiosissima, si prende i primi punti. Si conferma nella Top 10 anche la Renault, grazie al solido Ricciardo.
Per la Formula 1 arriva adesso una settimana di pausa: il ritorno in pista avverrà tra quattordici giorni, con la doppietta consecutiva a Silverstone. Vedremo se qualcosa cambierà.
Questa Ferrari è la peggiore da quando Raikkonen vinse l’ultimo Mondiale per la Casa di Maranello. Questa stagione (un’altra!) è ormai andata. Impossibile pensare di metterci una pezza. Ma per il futuro occorrono scelte radicali. Non possono sbagliare tutti, con preoccupante frequenza, dai meccanici (ogni cambio gomme un patema d’animo) agli ‘strateghi’, ai piloti, al Chef Team , naturalmente…