Quel brutto vizio di rottamare la verità “in nome del popolo italiano”
Che cosa accomuna le polemiche seguite alla pubblicazione dell’audio choc in cui Amedeo Franco ammetterebbe che la condanna di Berlusconi sia stata il prodotto di una preordinata strategia e le celebrazioni del cinquantenario della vittoria della Nazionale italiana nella storica partita contro il Brasile? All’apparenza non più di quanto accomuni, per dirla col grande Achille Campanile, gli asparagi e l’immortalità dell’anima. E invece un trait d’union c’è, e non di poco conto. È un vecchio film del 1971, intitolato “In nome del popolo italiano”, regista Dino Risi, sceneggiatori Age&Scarpelli, protagonisti Tognazzi e Gassmann. Una pellicola d’impegno civile, come si diceva all’epoca, che ha come protagonisti un giudice che oggi definiremmo giustizialista (Tognazzi) e un imprenditore spregiudicato (Gassmann), accusato dell’uccisione di una escort. Il magistrato integerrimo vede nel presunto colpevole una sintesi di tutto quello che detesta e occorre aggiungere che l’imprenditore fa di tutto per farsi detestare, costruendosi falsi alibi che il giudice riesce sempre a smontare. È difficile capire quanto nell’inquirente l’amore per la giustizia finisca per lasciare il posto all’odio di classe, ma una cosa non esclude l’altra: gli anni Settanta furono il decennio in cui cominciò a essere teorizzata una giustizia di classe.
Nel finale, però, il doppio colpo di scena. Il magistrato entra in possesso del diario della vittima, che scagiona l’imprenditore, ma cede alla tentazione di bruciarlo abbandonando l’imputato al suo destino. Contribuisce in maniera determinante alla decisione la vista dei tifosi in festa per la vittoria della Nazionale (contro l’Inghilterra, in verità, non contro il Brasile). Quel tifo becero, violento, a tratti teppistico, quella ostentazione di tricolori turba la sensibilità del magistrato, che scorge nei festeggiamenti una manifestazione fascista, tanto da immaginarsi l’accusato intonare la Sagra di Giarabub in uniforme da paracadutista. Gli anni Settanta sono stati un decennio in cui a rivendicare i colori della Patria era solo la destra ed esibire il tricolore era lecito solo in occasione dei mondiali di calcio. Lo stesso tifo sportivo era guardato con sospetto dagli intellettuali; solo i mondiali del 1982, con l’intervento di un “partigiano come presidente” sdoganarono la Nazionale e un po’ anche la Nazione. Non a caso Giano Accame iniziò con la frase “in principio era il pallone” il suo pamphlet Socialismo tricolore.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, ma il vizio di rottamare la verità pare non sia venuto meno presso qualche magistrato. Con una sostanziale differenza: quelli che al tempo del film di Risi erano i pretori o i Pm d’assalto, ora sono diventati ermellini e hanno preso il posto in Cassazione dei vecchi giudici garantisti, che per il fatto di rispettare la forma del diritto erano demonizzati come “ammazzasentenze”. Le “memorie d’oltretomba” del giudice Amedeo Franco, se fossero confermate dai fatti, lo dimostrerebbero ampiamente. È un segnale inquietante, anche perché quella sentenza cambiò la storia italiana, provocando il distacco di Forza Italia dal governo Letta, con le conseguenze che sappiamo. Non si tratta più di difendere Berlusconi, che può piacere e non piacere. Si tratta di difendere la verità.
p.s. Risi fu un grande regista, perché i suoi film non sono film a tesi, come i romanzi engagés, ma pellicole che riflettono la complessità e l’ambiguità dell’animo umano. Chi volesse vedere o rivedere dopo tanti anni la scena finale di In nome del popolo italiano, può utilizzare come ho fatto io per rinfrescarmi la memoria l’indirizzo internet https://www.themacguffin.it/old-movies/in-nome-del-popolo-italiano/
Chiedo venia: la vittoria non fu contro il Brasile, ma contro la Germania. Contro il Brasile perdemmo, e al riento a Fiumicino la Nazionale fu anche fischiata…
Nistri in un paese civile Berlusconi sarebbe in galera da decenni, smettiamola con queste pagliacciate. Veda come il capo della Destra italiana si è impadronito della Villa di Macherio strappandola per un tozzo di pane a una povera orfanella con la complicità di previti, o di come realizzò Milano2 , con la complicità di don Verzè , facendo mutare i piani di volo di Linate facendo così passare gli aerei su Vimercate.Parliamo di Vittorio Mangano o di Marcello Dell’Utri? Parliamo delle sue television,i le portabandiera dell’American way of life? Parliamo della sua affiliazione alla massoneria?fin che in Italia ci saranno i Berlusconi (e i Nistri che li difendono) la nostra deriva africana continuerà.Nel 2011 il governo Berlusconi ci stava portando al disastro ed eravamo gli zimbelli dell’orbe terraqueo.
Tra l’altro il Nano era stato condannato in primo e secondo grado, la corte di Cassazione non giudica nel merito delle accuse.
Non per difendere Berlusconi, ma io credo più altro che in un paese civile (e serio) non esisterebbe una magistratura politicizzata, e ciò l’avrei scritto anche se la magistratura fosse stata di destra. È un’eredità del Fascismo che i cosiddetti antifascisti della DC e del PCI – in particolare il secondo – quando hanno fatto l’Italia repubblicana, hanno preferito mantenere anziché rimuoverla e rendere la magistratura apolitica. Non si può assistere a questa cosa che dei pubblici ministeri abbiano questo ampio potere di interpretare la legge e la costituzione secondo la loro sensibilità politica e determinare la caduta di governi di segno politico opposto. D’altronde non è possibile nemmeno fare la riforma per la separazione delle carriere.
Non dimentichiamo che abbiamo il capo dell’opposizione (Salvini) che dovrà affrontare un processo per “sequestro di persona”, solo per non aver fatto immediatamente scendere dei clandestini sul suolo italiano (ma averli tenuti qualche giorno in attesa, tra l’altro assistiti continuamente dal punto di vista sanitario). Una roba che dovrebbe scatenare ilarità, se non fosse drammaticamente pericolosa.
Ricordiamo che Berlusconi veniva indagato dai giudici per reati comunque slegati dalla sua attività di capo partito ; Salvini , invece, per le sue decisioni politiche. È una cosa di una gravità inaudita, che non indigna ,come dovrebbe, il popolo italiano, solo perché stordito da quasi un decennio di idiota retorica buonista.
Salvini è sotto inchiesta perchè in Italia la libertà può essere limitata solo dalla magistratura.Se io domani diventassi ministro dell’Interno e facessi mettere in guardina tutti gli ex iscritti di Alleanza Nazionale, non sarebbe sequestro di persona? Salvini faceva delle tarantelle ad uso social , per fare propaganda, altrochè difesa dei confini.Per quanto riguarda la magistratura, i magistrati sono uomini come gli altri e quando , molto spesso , vengono meno al loro dovere non lo fanno per ragioni ideologiche ma per ragioni diciamo venali.
Gallaro, ma cosa c’entra il mettere in carcere arbitrariamente persone residenti in Italia e con cittadinanza italiana, con la difesa dei confini da ingressi illegali. A meno di non ritenere che non vi debbano essere più confini, chiunque possa muoversi dove più gli pare (fossero anche masse di milioni di Africani )e quando gli pare . insomma le posizioni della sinistra cosmopolita (no borders, Lerner, Boldrini e compagni vari). Non pensavo che gli ex missioni avessero queste stesse idee…
“…ex missini…”
Sono fascista e non sono mai stato missino (se non per un brevissimo periodo al Fuan). Io sono contrario alla società multietnica, ma questa società si combatte in maniera molto diversa dalle pagliacciate dell’on. Salvini. Sarebbe necessaria una forte politica a sostegno della natalità, aumentare l’età pensionabile, obbligare i giovani a lavorare, espellere tutti gli immigrati che non abbiano un reddito lordo di almeno 25 mila euro , abolire lo ius soli (che in Italia c’è da quando fu approvata la Legge Martelli) ecc.ecc.,
Per quanto riguarda gli ex missini e i porti aperti, la legge attualmente in vigore è la Bossi-fini; il centrodestra ha fatto almeno una sanatoria (ma a memoria ne ricordo due, forse però mi sbaglio).
Ho controllato su internet: 2002 sanatoria Tremonti 696 mila immigrati regolarizzati; 2009 sanatoria Maroni 266 mila immigrati regolarizzati .
Su determinate questioni posso anche essere d’accordo. Comunque dubito che la Lega di Salvini possa rifilarci sanatorie (la Lega bossiana era un’altra cosa e molto più ambigua). Rimane il fatto che processare un ministro dell’interno, solo perché non ha fatto sbarcare immediatamente dei clandestini, è una vera porcheria ; inutile fare sofismi per giustificare ciò che non può, in alcun modo, esserlo.
Salvini in un paese serio sarebbe addetto alla sanificazione delle latrine in un centro di accoglienza.Invece di fare sceneggiate ad uso telecamere avrebbe dovuto espellere 600 mila clandestini, ma se ne è guardato bene.
L’accanimento contro Salvini della Magistratura sinistrata, per la questione sbarchi illegali, è stato schifoso, come quello contro il Berlusca. Al di là di loro limiti o altre colpe. Siamo per lo Stato di diritto. Non per una guerra tra bande, delle quali una sempre
sostenuta dai veri poteri pubblici (tutti di sinistra).
Di Pietro si lamenta di presunti dossieraggi, nei confronti propri e del pool di Milano.
Ma l’attività di raccolta di informazioni riservate e scottanti su personaggi in vista non è un reato! Semmai, se si tratta di calunnie. Dossieraggio, condanna in contumacia, concorso esterno in associazione mafiosa, ricostituzione partito fascista, costituzione banda armata ecc. sono reati inventati da politici italiani, con finalità politica, che non esistono altrove.
Ha ragione Tajani: fu un golpe politico giudiziario verso Berlusconi e la sua parte politica.
Berlusconi non ha nessuna parte politica, ha un unico interesse : il diodenaro. Guidobono , anch’io da bimbo credevo alle fiabe. Berlusconi ,se non avesse violato buona parte del Codice penale, venderebbe frittelle allo stadio san Siro la domenica. Tutti quelli che hanno una certa età a a Milano sanno chi era il Berlusca, che infatti per molto tempo fu tenuto fuori dai salotti buoni. Dall’acquisto fraudolento della villa di Arcore a rapporti con Vittorio Mangano (rappresentante di Stefano Bontade a Milano),a tante altre cose che si sanno ma non si possono dire. Ps. Ruby Rubacuori era la nipote di Mubarak.