Paura e delirio a Salerno: come in un cartone animato ‘Mignolo’ Ighli Tare e ‘Prof’ Claudio Lotito, chiusi nel laboratorio blindato di villa San Sebastiano, da cui partono anche quest’anno alla conquista del mondo (del pallone) si sbarazzano di chi ha osato criticare il ‘loro’ mercato.
Alla fine, però, paga solo l’ex allenatore della Salernitana Carlo Perrone che non cede di un punto e preferisce lasciare la panchina granata congedandosi da tutti con una lettera aperta subito rimbalzata in ogni latitudine del web. E, fedele al suo personaggio di galantuomo, lo fa senza polemiche che, a dirla tutta, ci starebbero fin troppo bene.
Tutto è cominciato di sera. Il patron era già arrabbiato di suo: l’operazione Sambenedettese non era andata in porto. La squadra non si iscriverà al campionato e Lotito dovrà accontentarsi della ‘bigamia’ Lazio e Salernitana. E proprio a Salerno c’era qualcuno che non era d’accordo con la gestione della fase di mercato del club campano appena ritornato in terza serie. Il patatrac è stato inevitabile. Le vittime della furia lotitiana sono state Carlo Perrone, prima che allenatore un vero e proprio gentiluomo, persona di poche parole e tanta umiltà, incapace di polemizzare all’esterno e senza costrutto ma capace di ritornare in panca, lo scorso anno, dopo l’accantonamento subito a favore di un tecnico più blasonato – il ‘salernitano’ Nanu Galderisi – portando la squadra a stravincere la Seconda Divisione e Carlo Susini, il pasionario che non ti aspetti, anni ed anni passati sui campi minori, che lavora nell’ombra seguendo le direttive di società e allenatore salvo poi sfoderare a bordo campo una grinta che lo apparenterebbe a gente tipo Carletto Mazzone. Stavolta, dopo due campionati tutto sommato nemmeno troppo difficili (serie D nel girone sardo-laziale e Seconda divisione) il duo Perrone-Susini aveva chiesto alla società alcuni calciatori in grado di assicurare una maggiore esperienza e copertura nelle zone nevralgiche del campo. Soprattutto in mediana: Perrone aveva chiesto di chiudere con il ternano Crocefisso Maglietta e per il ‘pupillo’ Michael Cruciani. Susini si era mosso per tempo ed era arrivato ad ottenere la disponibilità sia dell’uno che dell’altro a vestire la casacca granata. Poi Lotito ha fatto saltare le trattative – secondo le male lingue proponendo ai due calciatori ingaggi magrissimi – aprendo la strada al ritorno di Zampa ed all’approdo all’ombra del Castello d’Arechi di Vilkatis e Berardi.
Giovanissimi gioielli in orbita Tare, leggi Lazio. Appunto. “Valorizzazione dell’esistente”, leggi squadra B. Ovvero il piano diabolico per conquistare il mondo (del calcio) di Mignolo Tare e Prof Lotito. E nessuno oserà intralciarlo.
Carlo Susini, dopo qualche ora fuori dai ranghi societari ha fatto marcia indietro e, adesso, ha ripreso il suo posto nel club. Ma rischia grosso. Per sostituire il dimissionario Perrone, infatti, Lotito ha allertato il ‘mister leggenda’ di Latina, Stefano Sanderra, da molti ritenuto nell’orbita di Angelo Fabiani, già diesse della Salernitana rinata dalle ceneri del primo fallimento e che dallo stesso Lotito sarebbe stato contattato per gestire il progetto – naufragato miseramente – per riportare in auge la Sambenedettese ormai fuori dai giochi per l’iscrizione al campionato.
Il ritiro granata di Chianciano Terme, con Sanderra in panca e Fabiani alle porte, è iniziato e non si muove una mosca.
@barbadilloit