L’Hellas Verona ha scelto di cambiare il suo logo. Ha sostituito l’ovale che racchiudeva, nel primo simbolo della sua storia, l’alloro tricolore e le insegne sociali per fare spazio (ancora una volta) ai “mastini” e alla Scala veronese.
L’annuncio lo ha dato la società che in una nota ha spiegato: “A distanza di 25 anni dall’ultimo cambiamento, il logo dell’Hellas Verona FC assume una nuova veste, grafica ma anche concettuale, a partire dal 1° luglio 2020. Lo fa all’inizio di un nuovo decennio, ricco di sfide sportive e aziendali, e in un arco temporale nel quale si celebreranno tre anniversari importanti: il 120° e il 125° compleanno del club (nel 2023 e nel 2028), ma anche il 40° anniversario dello Scudetto (nel 2025)”. E quindi: “Sono significative ricorrenze alle quali la società vuole arrivare con una veste moderna e all’avanguardia, che racconti la vision e al tempo stesso la storia e la tradizione, che sono elementi imprescindibili del più antico Club calcistico di Verona”.
Bentornati, “mastini”.
La società ha descritto così l’iniziativa: “il nuovo logo rappresenta una moderna evoluzione del simbolo scelto nel 1995, che dapprima era a quattro colori (giallo, blu, bianco, nero) e che poi è diventato a sette colori (giallo, blu, bianco, oro, verde, rosso, nero). Il restyling ha come intento quello di semplificare e attualizzare il brand Hellas: due soli colori, il giallo e il blu, e infinite possibilità di utilizzo in monocromia sulla base dello sfondo e della superficie sulla quale andrà utilizzato e posizionato. Gli elementi caratterizzanti si ispirano al simbolo ideato e utilizzato, a partire dal 1984, dall’Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli”.
E infine: “Un simbolo che è parte integrante anche del logo sinora utilizzato: due teste di mastino in posizione bifronte, che includono la scala a quattro pioli della Signoria dei Della Scala. La dicitura societaria Hellas Verona Fc è l’elemento portante e di armonica congiunzione di tutti gli elementi. La cifra stilistica, nella sua semplicità, consente al logo di essere facilmente riconoscibile e riproducibile”.
Ma oltre al riferimento all’anno del mitico scudetto, del “sindaco” Elkjaer e di uno squadrone operaio che, per la prima volta nella storia del calcio italiano portò lo scudetto sulle maglie di una città nemmeno capoluogo di Regione, è ancora più prezioso e antico. I mastini, infatti, sono omaggio a Mastino I e Mastino II della Scala che ressero le sorti della città tra il 1200 e il 1300.