
Al termine del vertice tenutosi ieri a Napoli, tra le molte cose discusse, Italia e Francia non hanno mancato di far sentire la propria voce ufficiale su quanto continua ad accadere in Libia. I due paesi hanno confermato il sostegno “al percorso definito nella Conferenza di Berlino” del 19 gennaio scorso “per una soluzione pacifica del conflitto, guidato dalle Nazioni Unite, nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale del paese e condannano tutte le interferenze esterne e la violazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi”.
E’ probabile che dopo essersi pestate i piedi a vicenda per anni (in particolare i francesi nei nostri confronti, a dire il vero), le due potenze latine abbiano davvero deciso di riavvicinare le proprie posizioni rispetto al conflitto libico, dove il pericolo maggiore, da un punto di vista strategico, e che Parigi e Roma vedano fortemente rimaneggiato il proprio ruolo. Soprattutto Roma.
Il problema sono le interferenze esterne in generale, ma in particolare e soprattutto la sistematica violazione dell’embargo sulle armi, che di fatto rischia di far fallire il processo adottato con la Conferenza di Berlino, autentica “linea del Piave” italiana ed europea.
La misura dell’efficacia dell’embargo ce la dà una dichiarazione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, rilasciata nel corso di una riunione del suo partito, l’Akp, e raccolta ieri dall’Ansa: “In Libia abbiamo rovesciato la situazione che” prima dell’arrivo della Turchia “era a favore di Haftar”.
Va dato atto ad Ankara di non aver mai cercato di celare più di tanto le sue iniziative in Nord Africa (e in Medio Oriente). Certo anche paesi come Giordania ed Emirati Arabi Uniti sono accusati di violare l’embargo, ma l’impegno massiccio a favore del governo di Tripoli da parte dei turchi è davvero plateale.
Clamorosa è stata la notizia, ampiamente riportata dal Fatto Quotidiano, del sequestro a Genova di una nave, la Bana, battente bandiera libanese e proveniente dal porto di Mersin, nell’Anatolia meridionale, dopo che l’equipaggio aveva scaricato nel porto di Tripoli un grosso carico di armi destinate ai miliziani di Sarraj, composto da carri armati, cannoni, mitragliatrici e sistemi antiaerei.
Il 20 febbraio scorso il Procuratore Capo di Genova Francesco Cozzi ha disposto l’arresto del capitano dell’imbarcazione, Joussef Tartoussi, che dopo aver in un primo momento cercato di negare le circostanze, provando anche a influenzare le testimonianze rese dai suoi uomini, ha poi confermato le accuse e la presenza di alcuni militari turchi a bordo della nave di scorta al carico.
Pertanto, la famosa Conferenza di Berlino richiamata nella dichiarazione congiunta franco-italiana rischia davvero di rimanere lettera morta. Il documento finale sottoscritto da tutti i partecipanti li impegnava a non interferire nel conflitto militare libico, a sostenere il cessate il fuoco, a rispettare l’embargo sulle armi e a sostenere il processo di pace delle Nazioni Unite.
Tutte condizioni di fatto già disattese. Alle esplicite interferenze e violazioni dell’embargo turche, si è anche aggiunta la decisione dei rappresentanti del Governo di Accordo Nazionale (GNA) di abbandonare i negoziati di Ginevra sotto l’egida delle Nazioni Unite e in particolare le sedute concernenti le violazioni dell’embargo da parte di Ankara. Senza contare il reiterato mancato rispetto del cessate il fuoco che, come confermato dalla stessa dichiarazione di Erdogan, ha riequilibrato a favore di Tripoli la situazione sul campo.
Dopo aver a lungo appoggiato il governo di Tripoli, in virtù soprattutto degli importanti interessi di ENI in Tripolitania, dove la compagnia italiana vanta alcuni tra i suoi più importanti impianti petroliferi, da un po’ di tempo l’Italia sembra aver reso più equidistante la sua posizione tra i contendenti, il GNA di Sarraj da una parte e il generale Kalifa Haftar dall’altra. Troppo divergenti gli interessi geopolitici che separano in questo momento Roma da Ankara, ormai il principale alleato di Tripoli.
Tutti ricordano la durissima reazione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in occasione dell’attacco turco contro i turchi nel nord della Siria. Per non parlare dell’accordo sulle zone marine stipulato da Tripoli ed Ankara sulle zone economiche marine, definito “inaccettabile” dalla nostra diplomazia e nettamente stigmatizzato nel corso di un incontro del titolare della Farnesina con il suo omologo greco-cipriota Nikos Christodoulides. In quell’occasione i due ministri degli esteri accusarono il memorandum turco-tripolitano di violare il diritto internazionale e i diritti sovrani di altri paesi e invitarono l’UE a imporre sanzioni contro individui e società coinvolte nella perforazione di pozzi finalizzati all’esplorazione di nuovi giacimenti di gas nella zona economica cipriota. Non bisogna infatti dimenticare che proprio l’ENI, a largo di Cipro, sta conducendo importanti esplorazioni.
Ma è in generale l’impostazione neo-ottomana della politica estera erdoganiana a doverci preoccupare, anche e soprattutto per le sue ricadute sullo scenario libico, oltre che sul Medio Oriente, dove il nuovo Sultano da anni svolge una funzione fortemente de stabilizzatrice.
Alla base di questa dottrina c’è infatti l’approccio revisionista nei confronti dei confini sanciti dal trattato Sykes-Picot del 1916, alla base dell’attuale configurazione degli Stati nati in seguito allo smembramento dell’impero ottomano. Se in Medio oriente un simile impianto conduce direttamente allo smembramento della Siria e dell’Irak, in Nord Africa implica invece lo smembramento della Libia e la sua tripartizione in Tripolitania, Cirenaica e Fezzan. Un’idea condivisa anche dalla Fratellanza Musulmana, estremamente vicina tanto a Sarraj quanto a Erdogan, ma esiziale per i nostri interessi nazionali e la tenuta del nostro ruolo di potenza regionale del Mediterraneo
Alla luce di questo scenario ed anche in virtù di un atteggiamento da parte di Serraj sempre meno collaborativo anche per quanto concerne il contenimento dei flussi migratori, il governo ha avviato una politica del doppio binario, mantenendo aperto il canale di dialogo con Tripoli, ma rafforzando anche quello con Bengasi e il leader del LNA, il generale Haftar (mai, comunque, completamente interrotto). L’obiettivo resta quello di condurre tutte le parti coinvolte nel conflitto libico a un negoziato di pace. Operazione non facile fino a quando le armi non cederanno il passo alla diplomazia, tanto più che non c’è alcuna voglia di intervenire militarmente in modo diretto sullo scacchiere libico, sebbene non si debba mai dimenticare che l’unico paese terzo ad avere ufficialmente in Libia uomini armati è proprio l’Italia, con i suoi 100 carabinieri a protezione dell’ospedale di Misurata.
Il riavvicinamento di Roma e Parigi – che proprio sulla questione libica, come è noto, hanno consumato la loro rottura più profonda degli ultimi vent’anni, con la spedizione del 2011 voluta da Sarkozy contro il nostro storico alleato Gheddafi – può essere un tentativo di uscire dal cul de sac generato anche dai contrasti tra i due paesi e di costruire un’efficace impegno dell’Unione Europea finalizzato innanzitutto a rendere effettivamente operativo l’embargo sulle armi e a contrastare le violazioni turche. Sempre che i francesi non si facciano come sempre prendere la mano dallo loro voglia di grandeur.
A me Erdogan piace moltissimo. E pure il suo progetto politico.
Piuttosto di leccare i piedi ai francesi, stabiliamo un’intesa con Ankara.
Erdogan fa i suoi interessi, si può criticare certamente per il suo modo ambiguo e sfrontato di condurre la politica estera, ma quand’è che anche noi decideremo di fare i nostri di interessi? Più che la Francia le convergenze dovrebbero essere con la Russia che in questo momento è il principale deterrente alle politiche espansionistiche di Ankara che in Siria continua a perdere uomini e mezzi grazie all’azione dell’esercito siriano che ormai ha maturato una grande esperienza sul campo e non ha nulla da perdere combinata con l’assistenza russa e iraniana… Sul fronte libico noi ci siamo fatti soffiare il posto dalla Turchia, ma un voltafaccia verso Haftar non so quando convenga in questo momento, soprattutto perchè convergere sulle posizioni francesi in netto ritardo ci relegherebbe al solito ruolo di secondo piano e favorirebbe proprio le strategie transalpine… Insomma come ormai succede da tanti anni le nostre posizioni in politica estera sono deboli e contraddittorie, quindi in fondo mi tocca dare ragione a Felice almeno per il momento,stabilire un intesa con Erdogan ma allo stesso tempo mantenere un binario con la Russia sarebbe la cosa fondamentale.(Senza dimenticare che noi abbiamo firmato l’accordo sulla Via della Seta, fra le poche cose buone fatte dallo scorso esecutivo, senza però una linea coerente a seguito dello stesso)
p.s. Comunque Erdogan sta rischiando molto, sta perdendo molti uomini sia in Siria che in Libia, se dovesse tendere troppo la corda verrà scaricato dai suoi generali prima o dopo… ed in Libia potrebbe essere costretto ad intervenire anche l’Egitto visto che suoi soldati sono stati catturati in questi giorni…
Fossi turco anche a me piacerebbe Erdogan, ma si tratta di un islamista e neo-ottomano, quindi da europeo e da cristiano lo avverso. La Francia é la nostra principale amica-nemica, ed é essa che ha sempre pestato i piedi a noi, mai il contrario. I francesi ci considerano inferiori da sempre, assieme agli altri popoli latini, spagnoli e portoghesi. Cercare un’intesa con loro potrebbe essere saggio, ma non si sa se é un modo tutto francese di metterci buoni e fotterci alle spalle. L’Italia non ha mai avuto una sua politica estera, ed é per questo che la trattano come uno zerbino.
Come ricordò il ‘Corriere’. Tanti anni fa Emilio Colonbo, allora Presidente del Parlamemto Europeo viaggiò in Cina. Deng Xiaoping a Pechino si fa descrivere il progetto europeo, Colombo ci impiega un’ora: «Poi lui mi dice “ma se questo progetto è così bello, perché non lo avete ancora attuato? I sovietici stanno per impossessarsi di tutte le fonti di energia lungo i mari caldi, tra poco vi strangoleranno, e voi che farete con la vostra Unione?”». Attenzione alla Russia, non ad Erdogan, che non rappresenta una grande Potenza.
Colombo, ovviamen te, pardon..
Ma quale neoimperialismo ottomano o imperialismo neo-ottomano! Stupidate giornalistiche, come il ‘Quarto Reich’ nel 1990…
I francesi sono come gli americani, gli inglesi, i francesi: alleati obbligati che cercano sempre di farci le scarpe. O perchè ci disprezzano o perchè prescindono da noi…
I Turchi senza gli aiuti USA a pioggia (VALANGA)dal 1945,ed il senso civico impartito dai Tedeschi agli emigranti Turchi (sei milioni) starebbero ancora vivendo sotto le tende coi cammelli..
I turchi non vivevano nel deserto. Stavano a Costantinopoli dal 1453. Studia un po’ e vedi da dove venivano. Ma poi che discorso è?
Chi aveva costruito Costantinopoli o novello Tamerlano!! I Turchi sono guerrieri ancora adesso, vivono arraffando.Certamente te dall’ Uraguai puoi divertirti,vorrei vederti vivere tra loro..
Vivi tra i turchi? Non ti hanno ancora scuoiato? Ed allora, sii felice…
Sei unico..Mi fai sconquassare dalle risa quando parli benevolmente dei mussulmani..Ovvio perché dove sei è più facile vedere un unicorno che uno di loro,sei forte!!
Costantinopoli l’han costruita, pare, nel 659 a.C. A quel tempo gli antichi romani si erano, forse, già rubate le sabine, tanto per dire chi arraffa, ma non contavano ancora nulla, neppure in Italia…I musulmani sono nel mondo oltre 1,8 miliardi, in maggioranza meno ‘laici’ dei turchi odierni; che cosa vuoi fare, sterminarli tutti, e come? Non ti ricordi di chi erano alleati gli Ottomani prima del crollo del loro Impero nel 1918? Ti ricordi che Francia, Inghilterra e il Regno di Sardegna dichiararono guerra alla Russia, alleandosi con i turchi, nel 1853? Ti dice qualcosa ‘La Guerra di Crimea’?
Ti sei dimenticato che avevano la pena di morte sino al 2004 e l’applicavano alla grande.Compresi ministri e governanti vari.Ricordati di Adnan Menderes ed era nei primi Anni 60, non nel 600 AC.Dovresti ricordarti degli aiuti USA,non perché erano simpatici ma solamente per creare un fronte anti URSs altrimenti starebbero ancora vendendo fichi secchi.Qualche volta cerca di parlare del presente o giù di lì,non pretendere di sciolinare cultura anche quando starnutisci che non funziona..
Pena di morte? Magari l’avessimo anche in Italia!!! La Turchia aveva un ruolo essenziale di avamposto della NATO per gli USA. Ma anche oggi! Ma poi non ho capito, né m’interessa per la verità, capire che cosa vorresti in termini geopolitici…
“Durissima reazione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio”: ha minacciato di vendere solo più acqua del rubinetto allo stadio?
Da buon piemontese vecchio stampo con tutte le sue caratteristiche.Ti sei già scordato il genocidio Armeno,tutti gli abbusi fatti alla Grecia,le violenze al popolo Curdo, l’ambiguità nel supportare le varie formazioni terroristiche,il continuo tentativo di destabilizzare l’antico e nobile popolo Siriano,ed ora quanto pare cerca di approfittare della debolezza dell’Italia arrogandosi certi interessi a discapito del mio paese.E questo per te non è geopolitica!! Certamente anche loro non hanno perso la loro indole rapace e violenta di origine Mongola,violenti con i deboli servizievoli con i forti,ricordarsi il colpo di mano Israeliano sulla loro nave fermandola.Bene l’iniziativa Siriana di cacciarli da proprio legittimo territorio.Erdogan credo abbia problemi politici interni che cerca di alleviare con sortite di azioni di forza militare.
@Mulignana
Concordo totalmente. Non c’é altro da aggiungere. Grazie per il Suo commento.
Chi ce l’ha con i piemontesi, i turchi, gli islamici ecc. non è solo un razzista piccolo-piccolo, ma un frustrato esistenziale, un ignorante maiuscolo ed un idiota sesquipedale!
Confermi di essere un piemontese nella tradizione.Sei una contraddizione continua,si nota che nella vita ti sei sempre barcamenato.Io parlo sempre di realtà,esperienze vissute non di imbonimenti per riempire i vuoti
Non nasconderti sempre nella così detta cottura,la tua è una perenne flautolenza…Sei tu che continui denigrare il Sud di Italia vergognosamente etc.
PS.Ti sei dimenticato di darmi del Fascista!!!!
Tengo a precisare che non condivido le frecciate di Mulignana a Guidobono, ma le sue considerazioni sui Turchi. Questo per non essere frainteso. Auspico ovviamente che la diatriba cessi.
L’aspirante gran pascià Turco,spacconcello,bene Putin l’ ha fatto attendere fuori la porta prima di riceverlo a Mosca..hii..Manco Di Maio.