Il 1991 è un anno chiave per la crescita di Fare Verde. Parte ufficialmente il tesseramento (la prima tessera disegnata da Giulio Buffo raffigurava spiritosamente insieme al simbolo dell’associazione un’anguria, ovvero qualcosa di “fresco”), mentre in primavera si celebra in un convento di Contea (FI) la prima assemblea nazionale dell’associazione. Il convento era in ristrutturazione e chi scrive può testimoniare le condizioni disagevoli in cui si svolse avendo tra l’altro dormito per due notti in un sacco a pelo sul nudo pavimento ad imitazione di San Francesco.
Da allora annualmente si svolgono assemblee e/o campi scuola. La scelta di conventi od ostelli in piccoli paesi del centro Italia (Montevarchi, Amelia, Subiaco, Cave, Tagliacozzo, Norcia, Barrea, Tarquinia, ecc.) non è casuale o “romantica”. Si intende in questo modo non solo stare insieme, riflettere e confrontarsi, ma anche, come recita un volantino stilato per il campo di tutela ambientale dedicato al recupero di un’area archeologica che si svolse a Lipari dal 28 dicembre 1993 al 4 gennaio 1994, stare «lontano dai ritmi caotici ed accelerati delle nostre città, per essere finalmente a contatto diretto con la natura e con un pezzo della nostra storia e delle nostre radici.» (Capodanno insieme. Per vivere l’ambiente, 1993-1994).
Dal 23 al 25 aprile 1994 a Montevarchi (AR) si svolge un’assemblea con questo tema: “Ipotesi per un volontariato ambientale”. In essa da un lato si mette a punto il metodo che sarà poi una costante dell’associazione: un volontariato fatto di piccoli gesti quotidiani, senza sponsor e senza padrini, non «per tappare i buchi delle inadempienze pubbliche – su cui anzi occorre colpire con i mezzi legali a nostra disposizione – bensì nel senso di un ricongiungimento all’ambiente, di riconquista di un rapporto interrotto.» (Fare Verde: situazione, analisi, problemi, metodi ed obiettivi, Campo scuola di Amelia 1995). Dall’altro, si approfondisce con apposite schede illustrate dal giovane Massimo De Maio il rapporto tra economia e ambiente, si passano in rassegna le insufficienze del mercato, gli strumenti economici per una svolta ecologica, lo sviluppo sostenibile, la bioeconomia di Nicholas Georgescu Roegen, l’occupazione verde e la finanza etica.