Debbo confessare che quando ho letto di Mourinho al Tottenham m’è venuto un po’ il magone. Una sensazione strana, lo confesso: quella che ti stringe al cuore quando ti pare di assistere al crepuscolo degli Dei. Simile, lo ammetto, a quando ho visto la foto stile 007 di Aurelio De Laurentiis e Carletto Ancelotti. Tempi belli di una volta.
Si obietterà: il Tottenham non è mica lo Swansea, è un club glorioso, seguitissimo e l’anno passato s’è conteso la Champions League, in finale, col Liverpool. Sarà, ma passando da Mou ad Ancelotti, nemmeno il Napoli è la Frattese, è un club glorioso, seguitissimo e da anni contende lo scudetto alla Juventus dei cannibali. Cos’è, dunque, che non funziona?
La risposta potrebbe essere affascinante. Si potrebbe dire che uno come lui, individualista al punto da esaltare le singole individualità delle sue squadre, anteposte a ogni teorema tattico, pare un po’ fuori posto al timone di un club che, con Pochettino, aveva fatto dell’automazione il suo cavallo di battaglia. Come Sarri prima di Ancelotti. Ma la verità è di una banalità estrema. Sia Mou che Ancelotti, due che più diversi non si può, hanno vinto in società vincenti o, più prosaicamente, disposte a spendere fiumi di denaro fresco per accaparrarsi i migliori talenti in circolazione. Cosa che De Laurentiis a Napoli e, a quanto pare, Levy a Londra non fanno. Entrambi preferiscono scovare talenti e realizzarne il potenziale. Per intenderci: prendere Hamsik semisconosciuto dal Brescia oppure Bale dal Southampton e farci su plusvalenze mostruose oppure consolidare col nuovo valore il patrimonio della squadra. Chelsea, Bayern Monaco, Real Madrid oppure il Milan e l’Inter dei tempi d’oro, spendono e basta. I loro introiti principali non arrivano dalla compravendita dei calciatori ma da altre voci di bilancio. È questa la differenza che intercorre tra i club di fascia alta e i super-club globalizzati. Che ci piaccia o meno, il calcio è questo. E dal momento che l’allenatore è diventato un manager, se la filosofia dell’azienda che ti assume non è la tua il rischio è sempre dietro l’angolo. Sottoforma di sconfitta clamorosa o di rivolta di spogliatoio. Perché Guardiola allena il City e non l’Atalanta?
Mou ha bisogno di notorietà mediatica a questo punto della vita (oltre chi di quattrini), Col Tottenham non vincerà presumibilmente nulla ed al massimo fra un anno e mezzo sarà di nuovo alla ricerca di una squadra e così avanti…come Ancellotti, fino all’età della pensione. A tanti altri va moltooo peggiooo!
Chi mi fa un po’ pena è, comunque, Carletto. Anche lui, come tanti, con troppa famiglia al seguito…Dopo una lunga carriera di successi terminare con quel super buzzurro e super cafone, con una stagione ormai andata, che ora potrà solo peggiorare, mi pare troppo. Almeno si potrebbe togliere la voglia: mettergli la testa nel water e poi il dito sul bottone dello sciacquone, ripetutamente…
Due allenatori sopravvalutati e che hanno fatto la loro fortuna solo grazie a grandissimi campioni comprati a suon di milioni… Mourinho a me sta anche simpatico, ma sono anni che non vince nulla e rovina spogliatoi, ormai giusto il Tottenham se lo poteva accattare e lui essendo intelligente sa che per rilanciarsi doveva per forza di cose accettare… Ancelotti è bollito da tempo, al Bayern ne sanno qualcosa, purtroppo De Laurentiis doveva mettere una pezza ad un mercato mediocre(quello della scorsa stagione) con un nome altisonante in grado di acquietare la piazza dopo la partenza di Sarri, adesso si vedono i risultati, Ancelotti ha distrutto una squadra che giocava a memoria e che l’anno scorso si reggeva ancora grazie agli automatismi di Sarri,ha fatto fare un mercato che Sarri si sarebbe sognato spendendo tanto per dei giocatori non funzionali e scarsi, ma come si dice anche lui tiene famiglia e soprattutto tiene un figlio da piazzare in società… Spero che Dela, che tanti campioni e allenatori ha fatto fuori scelleratamente almeno quest’anno ne faccia fuori uno meritatamente, ma evidentemente non sarà così facile rescindere il contratto ad uno che prende tutti quei soldi in un annata che forse non ti vedrà nemmeno qualificato alla Champions, un bel problema che evidenzia tutta la pochezza del cinematografaro partenopeo, spero da tifoso in qualche sceicco pieno di soldi, ma so già che non andrà così, continuerò a boicottare la visione della Serie A in favore della Premier League, almeno li giocano a calcio…
Felice sono sostanzialmente daccordo su quello che dici, ma ti ricordi che cosa gli dicevate voi zebrati al signor Ancelotti quando allenava da voi? Ecco penso che l’avevate inquadrato bene, infatti dopo di lui scudetti a iosa, certo lui vinceva le Champions col Milan(ma le perdeva anche, vedi finale col Liverpool da 3-0 a 3-3) ma che squadra aveva? Vincevo anche io con quella squadra li ed c’era un signore di nome Tassotti a gestirgli la squadra, mica il figlioletto…
Ancellotti non sarà un Top Coach, ma non è peggio di molti altri che ‘allenano’ grandi squadre, esempio Zidane. Certo i grandi giocatori ed una forte società alle spalle, non sempre, ti fanno comunque vincere… Ho sempre pensato che a Napoli arrivava nel posto sbagliato, non essendo un guitto come Sarri…