Alto, biondo. All’Ajax pareva il piè veloce Achille, maestoso e imbattibile. Alla Juve si sta manifestando nel suo aspetto tremebondo di Ernesto Manolesta, goffo e titubante, mancato pallavolista. Forse una luce in fondo al tunnel c’è.
Matthijs DeLigt avrebbe dovuto essere il campione dei campioni, il capitan Futuro della muraglia bianconera, il perno olandese della ricostruzione juventina. Chiellini s’è fatto male e ha costretto Maurizio Sarri, uno pigrissimo quando si parla di turnazioni tra i titolari, a inchiodarlo al centro della difesa. Senza dargli il tempo di ambientarsi: i calciatori, anche se li pagano 75 milioni di euro, non sono algoritmi, non sono figurine né players di Pes.
Ha forse pagato l’inesperienza (c’ha vent’anni, l’età delle cappellate…), l’ansia di prestazione oppure il fatto che la Juve vive un momento di schizofrenia bipolare: da un lato il sarrismo proposto, dall’altro l’allegrissimo vivacchio anti-spettacolo praticato. Sarà che da un olandese ci si aspettano sfracelli, ma DeLigt nelle ultime gare ha saputo imporsi solo per la scomposta attitudine a prendere la palla col braccio. E considerando la svolta cretina di un regolamento acefalo e giustizialista che punisce il tocco di mano al di sotto di ogni ragionevole movimento nervoso, il difensore juventino è finito nella bufera.
Solo che, come talora succede, solo a chi cade è concesso di rialzarsi. Sì, ha impattato la palla col braccio ma ha pure segnato il gol che ha deciso il noiosissimo derby antonelliano contro il Torino. Non è una banalità. È qualcosa che al tifoso bianconero piace assai. Abituato a sentirsi accusare di ogni nefandezza da ogni lato, può godere, letteralmente, che a sconfiggere gli odiati rivali sia stato il più discusso: che a farlo esultare sia proprio quello lì a cui non hanno fischiato il rigore contro.
Resta però DeLigt. Diamante di un mercato che, forse per la prima volta dopo anni, ha portato più dolori che gioie alla vecchia signora: Rabiot, per esempio. Per l’olandesino è tempo di rialzarsi e correre, più di quanto faceva all’Ajax. Alla Juve, anzi, in Serie A non aspettano proprio nessuno.
L’ultimo mercato della Juve – dopo i già non esaltanti precedenti – è stato un monumento allo sciupìo ed all’incompetenza di ‘dilettanti allo sbaraglio’.