Si resta in America per il diciannovesimo appuntamento della Formula 1 2019. La vigilia è caratterizzata dall’annuncio dell’ennesima rivoluzione tecnica, che vedrà i propri effetti dispiegati a partire dal 2021.
Il Circuito delle Americhe (COTA) in quel di Austin, è ormai tappa fissa dei gran premi di F1, offrendo ogni anno nuovi spunti di riflessione, con gare tiratissime. L’edizione 2020, in tal senso, non fa eccezione.
Sin dal venerdì infatti, tra le squadre di testa vige una grande incertezza e i distacchi risultano minimi, tanto sul giro secco, quanto nel passo gara. Le prove libere sono primeggiate da Verstappen (FP1 e FP3 in 1’34”057 e 1’33”305) e Lewis Hamilton (in 1’33”232). Proprio nell’ultima sessione di libere, in Ferrari c’è un attimo di apprensione per la rottura del motore di Charles Leclerc: nonostante il contrattempo però, al monegasco si riesce a montare una vecchia unità motrice, evitandogli qualsiasi penalità.
In qualifica però, il protagonista assoluto è Valtteri Bottas, cui basta il primo tentativo di Q3 per prendersi la pole position numero undici della propria carriera. L’1’32”029 fatto segnare è anche il nuovo record della pista, migliorando l’1’32”237 realizzato nel 2018 da Hamilton, il quale, per inciso, non brillantissimo, è solo quinto a 292 millesimi dal compagno. L’inglese, proprio nel giorno dell’undicesimo anniversario del primo rocambolesco titolo conquistato con la McLaren (in Brasile nel 2008 ai danni di Felipe Massa) è autore di una delle peggiori qualifiche degli ultimi tempi. Davanti a lui Leclerc (a 108 millesimi dalla vetta), Verstappen (a 67) e Vettel (a soli 12).
Il giorno della gara c’è grande attesa: tutti gli occhi sono puntati, oltre che sul poleman, sulla piazzola numero cinque, lì in terza fila. Nonostante una qualifica poco felice infatti, a Lewis Hamilton basta praticamente un piazzamento a punti per prendersi il sesto titolo mondiale.
Per Verstappen, Sainz e Magnussen (ritirato al terzultimo giro per un guaio ai freni) è la centesima partecipazione ad un Gran Premio.
Allo spegnimento delle luci Bottas mantiene la testa, mentre Verstappen è abile a prendere la posizione su Vettel. Stessa cosa fa Hamilton su Leclerc. Alla prima curva c’è un contatto tra Albon e Sainz che costa al primo l’ala anteriore e al secondo la caduta in nona posizione.
Per Vettel il primo giro è un disastro: perde immediatamente la terza posizione su Hamilton, poi è passato da Leclerc, Norris e all’inizio della seconda tornata da Riccardo.
Per il tedesco però, l’incubo dura poco. È l’ottavo giro infatti, quando succede il primo grande colpo di scena: il passaggio reiterato su un cordolo rompe il braccetto della sospensione posteriore destra della Ferrari numero 5, portandola al ritiro.
Gli altri “grandi” mantengono le loro posizioni senza grandi sconvolgimenti, almeno fino al tredicesimo passaggio, quando Verstappen si ferma la prima volta per montare le dure. Al quattordicesimo, stessa sorte tocca a Bottas. Hamilton invece allunga tantissimo il proprio stint, cambiando gli pneumatici alla tornata ventiquattro. Nel mezzo, soprattutto a centro gruppo, i soliti tanti bei duelli rusticani: dalla difficile rimonta di Albon, agli attacchi di Kvyat su Magnussen e di Perez su Giovinazzzi.
Al rientro in pista Bottas si fa notare per la lunghissima sequenza di giri veloci con la quale ricostruisce il proprio vantaggio, per arrivare a metà gara con sette secondi su un Verstappen che deve scontare sia una usura improvvisa delle proprie coperture, sia un leggerissimo danno sulla bandella sinistra della sua ala. Il compagno Albon invece, al trentaduesimo giro è settimo, dopo il bel sorpasso su Sainz. L’unico Ferrarista superstite, dopo una prima parte di gara complicata e un pit lentissimo (ben 7.7 secondi per colpa della pistola posteriore destra), cerca invece di ricostruire la sua corsa, legittimando la quarta posizione. Hamilton invece continua la propria serie velocissima di giri, reiterati fin dal rientro in pista.
Al trentaquattresimo giro, Verstappen si ferma per la seconda volta e monta mescola media. Albon intanto non molla e ottiene la sesta posizione su Norris e poco dopo la quinta su Ricciardo; nello stesso frangente, ecco il secondo pit stop per Bottas che lascia davanti Lewis Hamilton, quando mancano venti giri alla fine. Rientrato dal cambio gomme, Valtteri Bottas è indiavolato e ricomincia a segnare tempi incredibili, rosicchiando tanto tempo al compagno.
Albon si ferma di nuovo, per la terza volta e deve ricominciare dalla decima posizione. Al 42 Leclerc stesso monta le morbide, alla ricerca del giro più veloce. Con l’36”169 della quarantaquattresima tornata, al ferrarista il compito riesce.
Davanti intanto Bottas si avvicina inesorabilmente al compagno. Al quarantottesimo giro, Albon torna quinto, dopo un nuovo sorpasso su Ricciardo, proprio quando Bottas rompe definitivamente gli indugi. Dopo un primo tentativo respinto al 51, il giro dopo Bottas si riprende all’interno, meritatamente, la testa della gara. Hamilton a questo punto deve soltanto gestire gli pneumatici, preoccupandosi di gestire Verstappen, compito peraltro reso meno difficile dalla bandiera gialla esposta per l’uscita di scena di Magnussen. Nello stesso tempo Perez si prende la nona su Gasly, sublimando una rimonta fantastica dopo esser partito dalla corsia dei box. Peccato che le fasi finali, vedano il messicano estromesso dalla zona punti e solo undicesimo al traguardo.
L’ultimo giro è una lunghissima passerella per Bottas che si prende alla grandissima la settima vittoria in carriera. Per il finlandese il fine settimana statunitense è probabilmente uno dei migliori della carriera, sia per velocità assoluta che per gestione di gara.
Le luci del palcoscenico però, sono tutte per il secondo classificato: con il centocinquantesimo podio della carriera e ad undici anni e un giorno dal primo titolo (record assoluto), Lewis Hamilton vince il sesto mondiale. Sebbene sia difficile aggiungere qualcosa, l’inglese si sta dimostrando costantemente come il migliore della propria epoca, occupando un posto sempre di maggior spessore nella storia dello sport. I complimenti arrivati nel retro-podio da parte di un Vettel già in borghese, non fanno altro che darne una ennesima riprova. Onore anche alla Mercedes, velocissima e affidabile per tutta la stagione. Bravo anche Verstappen, che torna sul podio dopo qualche defezione.
A punti Leclerc, un ottimo Albon, un eccellente Ricciardo, poi Norris, Sainz, Hulkenberg (probabilmente in DTM l’anno prossimo) e Kvyat.
Prossimo appuntamento tra due settimane in quel di San Paolo del Brasile
Adesso qualcuno cerchi di spiegarmi le vicende di Casa Ferrari, dei suoi piloti (dalla polvere agli altari e subito dopo nella polvere ancora…) e dei suoi ‘cambiagomme’ pasticcioni, perchè io proprio non l’ho capita…
Bene, credo di aver letto e capito. Cioè male, perchè se confermato (come probabile), ci facciamo la solita figura degli italiani imbroglioni…