C’è voluto che gli americani attentassero alla nostra mozzarella perché l’Italia intera si sollevasse ed emettesse un ruggito antiyankee: dai giornali, la Repubblica, il Corriere, il Giornale, i cattolici Avvenire e Il Tempo, ai politici. Persino il tremebondo Di Maio ha fatto la faccia feroce di fronte al gauleiter Mike Pompeo mandato in Italia per rimetterci in riga: “difenderemo le nostre aziende”. “L’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa”.
Finché ci costringono a tenere 800 soldati in Afghanistan, ci impediscono di avere relazioni economiche con l’Iran per noi molto vantaggiose e con la Cina, per noi ancor più vantaggiose, ci coinvolgono in guerre che per noi hanno contraccolpi disastrosi come quella alla Libia di Gheddafi, contano su di noi per l’alleanza col generale tagliagole Abdel Fattah al-Sisi (“un grande statista” secondo Renzi e non solo lui), tengono sul nostro territorio 60 basi militari alcune nucleari, stuprano impunemente le nostre ragazze e un loro rambo fa 20 morti al Cermis, ci tengono insomma in uno stato di minorità politica, militare, economica e alla fine anche culturale oltre che linguistica, “tutto va ben madama la marchesa”, che sarà mai? Ma la mozzarella no, quella non si tocca. Siamo o non siamo un popolo di buongustai, un po’ vigliacchi, va bene, ma buongustai?
Naturalmente le pecore quando cominciano a ruggire si spaventano e riprendono subito a belare. Ci si è affrettati ad affermare che, ovviamente, non sono in discussione “gli indissolubili legami transatlantici”. Ma noi ci chiediamo da tempo in nome di che gli americani possano ricattarci in ogni ambito e con noi ricattare, naturalmente, l’Europa intera.
C’è, si dice, il Patto Atlantico, con annessa NATO, che l’Italia insieme ad altri Stati dell’Europa occidentale ha firmato nel 1949. Ma una norma di diritto internazionale recita “pacta sunt servanda, rebus sic stantibus”. E da allora il panorama internazionale è completamente cambiato: non c’è più l’Unione Sovietica, si sono affacciati all’onor del mondo occidentale grandi Paesi come la Cina e l’India, il Medio Oriente non è più sotto il nostro controllo e i musulmani, dopo l’avvento di Khomeini, sono una realtà della quale non si può non tenere conto e trattarla solo a suon di bombe. Non c’è più alcuna ragione di osservare quel Patto e di inventarsi legami culturali che se mai sono esistiti oggi non ci sono più. E’ del tutto evidente che l’Europa è diventata da tempo, non da quando c’è Donald Trump come ipocritamente si dice per salvarsi la faccia, un bersaglio per la politica americana. Questo Angela Merkel lo aveva capito benissimo quando un paio d’anni fa affermò: “Noi non possiamo più contare sugli amici di un tempo”. E Merkel divenne immediatamente uno dei bersagli preferiti non solo di Trump ma di tutta l’America, repubblicana o democratica che sia. Ma questo sarebbe esattamente il momento per l’Europa di ribellarsi perché la politica dei dazi e delle sanzioni arbitrarie ovviamente non colpisce solo l’Italia ma l’intera Unione europea. Ma, per tornare a noi, se i dazi sulla mozzarella saranno serviti a ridarci un po’ d’orgoglio nazionale, a noi tutti e non solo alla Meloni e in modo ambiguo a Salvini, ben vengano. Ben vengano la mozzarella, il prosciutto, il Grana Padano. E io, nel mio piccolo, mi sentirò un po’ meno solo perché le cose che ho scritto in questo articolo, meritandomi fama di antiamericanismo irrazionale, illogico e autolesionista, le scrivo da trent’anni.
Trump aumentando i dazi di importazione sui prodotti esteri, tra cui quelli italiani, sta solo facendo una politica economica sovranista per favorire le produzioni nazionali. Cosa ci sarebbe di sbagliato in tutto cio? Non sarebbe bello se lo facessimo anche noi? Capisco i problemi che ne derivano, sollevati dalle imprese agroalimentari italiane, ma queste ultime perché devono puntare la gran parte dei loro affari sulle esportazioni e non sul mercato interno? Che poi, a mio avviso, i dazi di Trump dovrebbero costituire una ragione in più per togliere le sanzioni alla Russia, grande importatore dei nostri prodotti.
Vittorio Emanuele II quando nel 1870 volevano offrirgli l’ “Elmo di Scipio” di fronte al popolo romano giubilante si negò con queste illuminanti parole: “l’Elmo di Scipio al massimo serve per cuocerci la pastasciutta!”·
Bene,molto benissimo,evidentemente si doveva tenere leggero per le fughe..E cosa dire degli inni nazionali inglese e francese?? Forza intellettuali spiegatelo al gregge che è tanto utile..
Fini sembra non capire quello che Vittorio Emanuele II capiva benissimo. I tuoi diritti li difendi né con i simboli, né con le memorie e neppure con l’orgoglio nazionale o le ragioni. Con la forza militare, i missili, le armi strategiche ecc. Altrimenti son solo chiacchiere.
Infatti i wietnamiti hanno sconfitto i gringos con armi sofisticatissime ,Gli Italiani avevano armi e tecnologia per farsi valere basterebbe sentire cosa ha scoperto PIERO BARONI.Testimonianza basata su documenti e non sulle falsita propagandate dai soliti voltagabana..
I vietcong non hanno sconfitto i gringos. Semplicemente questi ultimi han capito che il gioco non valeva più la candela. Quindi se ne sono andati… Lascia stare Pio Baroni e le meraviglie della nostra tecnologia militare. A Torino durante tutti i bombardamenti alleati la nostra contraerea abbattè un aereo nemico, forse due, ma non è sicuro… Che cosa vuoi fare quando le tue città sono inermi?