Un fenomeno editoriale da mezzo milione di copie vendute nelle librerie di tutta Italia, un gruppo di quasi cinquecentomila seguaci, eventi live seguitissimi. Questo è Adriano Panzironi… un guru o un ciarlatano? Un gran furbo, oppure una persona che tenta veramente di cambiare la vita della gente con il suo best-seller: Vivere 120 anni. La verità che nessuno vuole raccontarti (2014), che altro non è, se non il manifesto del movimento “Life 120”, di cui Panzironi è l’indiscusso mentore. Già qui, le cose iniziano a prendere una piega che suscita francamente delle perplessità, ma di questo parleremo dopo.
L’uomo che volle vivere 120 anni è un documentario ove si racconta da vicino la figura di questo chiacchierato giornalista. Dado Martino ha voluto sperimentare in prima persona il percorso ideato da Panzironi, documentando la sua esperienza. Partendo da posizioni convintamente vegane, il regista adotta lo stile alimentare di Panzironi, fortemente favorevole alle proteine animali. Invero, il tutto è narrato con una discreta dose di sincerità; del resto, è lo stesso Panzironi a dichiarare: “Non ho inventato niente”. Egli, arrivato alla soglia dei quaranta anni, cominciò ad avvertire i cambiamenti del proprio corpo. Decise così, insieme al fratello gemello Roberto, di condurre ricerche approfondite su riviste scientifiche di ogni parte del mondo, sia nel campo della salute, che della alimentazione. Il risultato fu per l’appunto il succitato libro, che ha riscosso un successo innegabile, quanto clamoroso, nato grazie al passaparola e alla onnipresenza della trasmissione (Il Cerca Salute) di Panzironi su numerosi canali televisivi regionali.
Andando più nel dettaglio, si scopre – come si racconta anche nella pellicola di Martino – che la tesi racchiusa in questo pensiero, se così possiamo chiamare il “Life 120”, si basa su di una autentica crociata contro gli zuccheri – anche qui, nulla di nuovo! La cosa, per converso, che lascia interdetti è lo scagliarsi contro la celeberrima Dieta Mediterranea, la quale è per Panzironi, udite udite, la peggiore forma di sostentamento esistente; alla faccia di Ancel Benjamin Keys (1904 – 2004): lo scienziato statunitense che, negli anni ’50, l’aveva codificata, affermando che fosse il modo più salutare, e buono aggiungiamo noi, di nutrirsi. Ciononostante, sia nel film che durante la conferenza stampa di presentazione, tenutasi pochi giorni fa a Roma, Panzironi lamenta di essere osteggiato dalle case farmaceutiche (il famigerato cartello conosciuto come “Big Pharma”), che gli creano ogni tipo di difficoltà, nonché l’essere oggetto di querele e denunce che gli piovono continuamente addosso, ad esempio, dall’Ordine dei Medici. Eppure, egli continua, con “egizia” seraficità, a sostenere che non solo mira, ma che può effettivamente protrarre la vita di chi lo segue ben oltre il secolo, focalizzandosi su tre punti cardine: alimentazione (priva di zuccheri, carboidrati e latticini); integrazione (per sopperire alle carenze dei moderni alimenti); attività fisica, molto importante per avere un corpo sano… ancora, pure su quest’ultimo punto, dove è la novità?
Siamo giunti adesso alla ineludibile, e assai giustificata, pars destruens, per dirla con Francis Bacon (italianizzato: Francesco Bacone, 1561 – 1626). Ordunque, è verissimo, come asserisce Panzironi, che la carne e il pesce sono importanti. Ed è altresì corretto il suo stigmatizzare una eccessiva specializzazione nella medicina in Occidente, triste esito della nostra costante e stolta americanizzazione, ignorando del tutto quella visione olistica della cura, tipica, specialmente, della Medicina Tradizionale Cinese (中医, Zhōngyī). Ciò detto, quello che professa questo enigmatico divulgatore di benessere è inaccettabile. Lo affermiamo senza timore o remore di sorta, poiché: 1) Non ci consideriamo nemici di Panzironi, e manteniamo, quindi, un atteggiamento neutro nei suoi confronti. 2) Abbiamo visto diverse puntate – per questo costui dovrebbe ringraziare la nostra insonnia – del suo programma televisivo, di conseguenza, siamo documentati. 3) Occupandoci talora di enograstronomia e avendo pure, in qualità di orientalisti, una infarinatura della medicina cinese e indiana, riteniamo di parlare di un qualcosa che conosciamo almeno con un minimo di competenza.
Il lettore si chiederà forse la ragione per cui poco o nulla si è detto sinora del film oggetto di questa recensione. Pronta la risposta, quando una opera è talmente malfatta, alle volte è d’uopo essere buoni, e glissare completamente. Peraltro, nessuno andrà mai a vederla per motivi cinematografici; no, quello che interessa è capire realmente il mondo che ruota attorno a questo pacatissimo e misterioso signore.
Parliamo degli zuccheri? Stanno ovunque. Il buonsenso imporrebbe di diminuirli, senza illudere che si possano eliminare. Il problema sta nella profondissima stupidità che caratterizza discepoli e avversari di Panzironi. Ne abbiamo avuto conferma persino al momento della Presentazione di cui sopra. Lo si glorifica o ridicolizza, senza discernimento. Non lo si mette a confronto con Keys, il quale era un vero studioso. Oppure, col fatto che gli italiani, a differenza degli anglosassoni (da noi soprannominati: “mangia manzo”), vivono più a lungo e meglio. Cosa dire poi, caro Panzironi, che lei colpevolizza il riso, quando i Popoli estremo orientali, proverbialmente sanissimi e longevi, per millenni si sono alimentati per l’appunto con tale “malefico” chicco. Infine, visto che sul banco degli imputati troviamo inoltre i cereali, ricordiamo che le Legioni di Roma, alle quali non mancavano affatto le energie, andavano avanti a forza di farro. Non crediamo che sia necessario aggiungere altro. Se Panzironi confida sinceramente di curare qualsivoglia patologia con la carne e il pesce, giudicando i farmaci dei meri palliativi, allora, e lo diciamo con rispetto, dal dottore dovrebbe magari andarci lui. Al contrario, se è consapevole di aver creato un piccolo impero, tra integratori, pubblicità, ecc., sapendo però che la sua fantomatica “Dieta Paleolitica” può alla lunga rivelarsi dannosa per la salute di un individuo; beh, per questo lasciamo spazio alla Magistratura, giacché non ci compete formulare delle “sentenze”.
Purtuttavia, in conclusione intendiamo spezzare una lancia in favore di Panzironi. Ci riferiamo alla censura nei suoi confronti, sostenuta ridicolmente addirittura da alcuni politici in Parlamento, e che ha portato il circuito ACEC (Associazione Cattolica Esercenti Cinema), legato alle sale parrocchiali, a rifiutare di proiettare il film che lo vede protagonista. Ecco, questo non è tollerabile, il provare a silenziare ogni singola voce dissonante, da parte di questo sistema disonestamente buonista. Quale pericolo rappresenti poi Panzironi per la Chiesa resta un mistero. Egli andrebbe affrontato non con gli insulti o le calunnie, bensì con argomentazioni tecniche. Ossia, sul versante gastronomico, visto che l’uomo non è un cavernicolo che necessita soltanto di nutrirsi, ma un essere civilizzato che ambisce ad assaporare quello che mangia, e su quello prettamente scientifico, avanzando le perplessità da noi precedentemente accennate. Sono ben altri i nemici della nostra società che il “Life 120”. Può darsi che Panzironi sia uno scaltro venditore di fumo, ma di volponi parecchio più nocivi di lui l’Italia è, purtroppo, piena.
*L’uomo che volle vivere 120 anni
Tags | anno: 2019, Nazionalità: Italia, Durata: 100′, Genere: documentario, Regia: Dado Martino, Distribuzione: Zenit Distribution, Uscita: solo l’8 e il 9 ottobre 2019
Per questo che da bambino mia madre mi dava sempre la carne all’albese, rigorosamente cruda, con olio, aglio, scaglie di parmigiano (qualche volta acciughe) e, solo alla fine – qualche goccia di limone!!!
E con quella faccia vorrebbe vivere 120 anni? Meglio che ci ripensi, per il bene dell’umanità…
E soprattutto la dieta del cardinale: magnare tanto, sport zero…Ma avete visto quanto campano i cardinali? Più dei Presidenti della Repubblica Italiana…
Siccome oggi la gente è complessivamente sempre più idiota e credulona è ovvio che le piacciano le idiozie…Elementary, Watson!
Campare 120 anni, di cui gli ultimi 40 privi di autosufficienza, non mi pare una grande conquista per una persona.