Sono rari i Festival dove ci siano solo film belli, cioè i film che hanno superato la prova del tempo, la più dura. Queste rassegne sono il decano di tale élite: il Festival del Cinema Ritrovato, diretto da Gianluca Farinelli; il Festival Lumière di Lione e Cannes Classics diretti da Thierry Frémaux. Essi sono la memoria del cinema, come si chiamava la collana di videocassette e poi di dvd prodotta a Parigi , nella rue Lauriston, da René Cha^teau; in Italia è stato Tullio Kezich il critico che, oltre a guardare al domani, sottraeva all’oblio il patrimonio dei film di ieri con i VHS della M&R di Torino.
“Tenendo conto che il cinema è un’arte popolare e ha proposte per tutti. Già sotto la direzione di Peter Van Bagh, il Festival si era esteso a tutta la storia del cinema ed era diventato molto internazionale, includendo non solo produzioni europee e statunitensi. Inoltre il Festival non ha confini di tempo, né per l’epoca dei film, né per l’età degli spettatori, bambini e adolescenti inclusi”.
– Esempi?
“Ci sono state proiezioni per le quali, da oltreoceano, sono venuti specialisti, che non avevano mai visto quei film. E ci sono state rassegne dedicate a Marlene Dietrich e a Pietro Germi, per il pubblico ampio. La varietà ci ha premiato”.
– I film restaurati sono un percorso lungo il ‘900. Affascina che ciò accada in una città dal cuore antico, che – nel ricostruito cinema “Modernissimo” – ha ora un punto di ritrovo bello e commovente, armonia tra edilizia, tradizione, cultura.
“Dal 21 novembre 2023 il ‘Modernissimo’ presenta film al pubblico locale, che ci segue tutto l’anno. Rinato grazie a Comune, Regione, Stato e finanziatori privati, ha un’unica grande sala, platea e galleria, più bar e ristorante. In pochi mesi il ‘Modernissimo’ ha venduto 105.000 biglietti, molto più di tutte le sale italiane. Ciò che a qualcuno pareva elitario, anzi iper-elitario…”
– Per esempio a chi?
“A chi temeva che il Festival diventasse un’imitazione de ‘Le Giornate del Cinema Muto’.
– Torniamo a ciò che diceva.
“Ciò che pareva elitario si è rivelato popolare”.
– Eppure i cinematografi vivono di effimere riprese. Momenti, episodi… ma si vendono sempre meno biglietti.
“Come dice Thierry Frémaux, direttore del Festival di Cannes e del Festival Lumière di Lione, ‘il cinematografo ha perso perché il cinema ha vinto’. Ha ragione: ci sono film sulle reti tv nazionali, sulle reti tv locali, sulle piattaforme, sul pc, sul tablet, sullo smartphone, in dvd, in blu-ray, in 4K. Si possono vedere in treno, in aereo, in pullman, sui sedili posteriori dell’auto. E naturalmente nelle case, dove certi schermi di ultima generazione sono migliori di quelli dei cinematografi”.
– Certi gestori di sale sembrano Pietro Nenni, che – notando il contrasto tra le folle ai comizi negli anni ’40/’70 e la pattuglia dei deputati del Psi – osservava: ‘Piazze piene, urne vuote’. Oggi ci sono cineteche piene e cinematografi vuoti”.
“Le chiese sono più deserte dei cinematografi e ciò mi dispiace. Per non scomparire, i cinematografi – oltre a un film che si voglia vedere – dovrebbero offrire qualcosa. Io sono del ’63 e la mia generazione andava prima di tutto al cinema e poi a vedere un film”.
– Perché?
“Perché il cinema era un posto speciale, un punto di riferimento, un luogo di festa. La sala attirava, sebbene – di venerdì, sabato e domenica – il fumo delle sigarette e le teste degli spettatori ostacolassero la visione”.
– Nei multisala…
“… Questa dimensione collettiva si è perduta. I multisala sembrano supermercati, mentre a andare al ‘Modernissimo’ è tornare a un luogo antico: lo spettatore lo sente pensato per sé”.
– Tuttora sono più le sale che chiudono di quelle che aprono: Milano demolisce lo storico “Odeon”, Genova ha comprato, ma non ricostruito, lo storico “Nazionale”.
“Le sale da riaprire sono tante. Insisto però che occorre offrire qualcosa di straordinario. Un cinematografo costa, ma molto meno di un museo o di un teatro.
– In momenti di crisi la cultura è come la verità in tempo di guerra: la prima vittima.
“Viviamo, certo, un momento di fatica sociale: ma i film al cinematografo contribuiscono a ricostruire una società, accomunando bambini e anziani”.
– I tanti anziani hanno tempo libero, ma raramento vanno al cinema. Perché?
“Perché non ci sono più i cinematografi nel centro città, perché non ci sono più le proiezioni al mattino e nemmeno nel primo pomeriggio”.
– La Mostra di Venezia ispirò il Festival di Cannes, rivale che nacque in un clima prebellico, di odio tra Stati. Il Festival del Cinema Ritrovato ha ispirato il Festival Lumière di Lione in amicizia. Come è stato possibile?
“Le istituzioni sono fatte da uomini. Talora sono amici. Bertrand Tavernier convinse i lionesi con fatica: il sindaco-ministro Gérard Collomb si aspettava anche film nuovi nel Festival Lumière… Poi la nascita di Cannes Classics ha cambiato questo lavoro”.
– Come il cinema può tornare a essere grande?
“Dimenticando il marketing, scommettendo sull’impossibile”.