La vigilia del Gran Premio di Russia si apre con un annuncio molto interessante in ottica futura.
In anticipo rispetto alla fine del contratto con Renault, la McLaren torna ai motori Mercedes a partire dal 2021, in concomitanza dei cambi regolamentari già annunciati. La mossa, che ci riporta ad un passato glorioso per la squadra di Woking (McLaren e Mercedes avevano infatti collaborato dal 1995 al 2014, vincendo due titoli piloti e due costruttori) avrà sicuramente degli importanti sviluppi.
Tornando alla pista, gli occhi degli appassionati sono tutti per la rinata Ferrari che già al venerdì si conferma fortissima, tanto sul giro secco che su passo gara, lasciando agli avversari soltanto le FP2, primeggiate nell’occasione da Verstappen – già penalizzato di cinque posizioni al sabato, per dei lavori sulla sua power unit, al pari degli altri motorizzati Honda- in 1’33″162.
Le altre due sessioni di libere sono invece appannaggio di Leclerc in 1’34″462 e 1’32″733 (le FP3).
Al sabato pomeriggio l’attore principale è sempre Charles Leclerc: davanti a tutti già in Q2 (in 1’32”434, dopo il primato di Vettel in Q1 con 1’32”434), in Q3 il monegasco riesce a migliorare il primo tentativo in 1’31”801, facendo segnare un definitivo 1’31”628 nonostante un piccolo errore alla fine. Per lui è la sesta pole stagionale, la quarta di fila. Alle sue spalle il solito Hamilton, Vettel e Bottas, dopo la penalità che retrocede Verstappen in nona posizione.
Da segnalare le vicissitudini dell’altra Red Bull. Albon infatti, dopo un testacoda con picchiata in Q1, è costretto a partire dai box.
La mattina della gara, gli pneumatici sono l’argomento più dibattuto, vista anche la strategia Mercedes che porta le Frecce d’Argento ad essere le uniche a partire, almeno tra le squadre di testa, con la mescola media.
Al via grande è lo spunto di Vettel: il tedesco prima sopravanza Hamilton e poi, di forza, presa la scia del compagno Leclerc, conquista la testa. L’inglese, al contrario, scatta malissimo e persa la seconda posizione, si deve difendere anche da un grandissimo Sainz che aveva già al via guadagnato la posizione su Bottas. Nelle retrovie c’è grande confusione: Kimi Raikkonen manca lo stacco, compiendo di fatto una partenza anticipata e beccandoci un drive through. E’ soprattutto però l’incontro troppo ravvicinato tra Giovinazzi, Grosjean e Ricciardo che crea problemi: questo infatti, lascia il secondo contro le barriere e l’ultimo con la posteriore destra forata mentre l’italiano, ritrovatosi stretto nella morsa tra i due, ha la vettura danneggiata.
Deve così entrare la Safety Car. Alla ripartenza, avvenuta al giro 4, le due Ferrari provano subito la fuga. Già alla settima tornata Bottas si riprende il quarto posto con un bell’attacco portato sul rettilineo principale. Nella successiva, Verstappen comincia la sua rimonta prendendosi la settima piazza su Perez e poco dopo la sesta su Norris. La primissima parte di gara è caratterizzata dalle continue comunicazioni tra il muretto Ferrari e i due piloti, nell’ottica della gestione gara e della lotta tra i piloti. Dei due Vettel sembra averne di più, facendo segnare giri veloci in successione. Hamilton, sornione, si mantiene in terza posizione.
Per descrivere lotte vere, si deve così discendere il gruppo. Molto bello, alla tornata 14, è l’attacco di Hulkenberg su Perez: il tedesco, preso l’esterno, perfeziona la manovra sul messicano al tornantino, guadagnando l’ottava posizione. Il 27 è anche il primo big a rientrare per montare le medie, due giri dopo il suo bel sorpasso. Intanto il 33 continua nella sua risalita, ed è quinto dopo l’infilata su Sainz al termine del rettilineo. È il giro 17. Mentre l’olandese prosegue nella sua rimonta, i primi si muovono in punta di dita, cercando di capire la finestra ottimale per cambiare gli pneumatici. Lo stesso Hamilton, partito su medie, comincia in questa fase una sorta di elastico con Leclerc. I tre comunque restano in una forbice di sette-otto secondi.
Il monegasco rientra per il pit al giro 22 e tornando in pista fa segnare tempi subito velocissimi. E così, quando tocca a Vettel alla tornata 26 –in ritardo di almeno un giro rispetto ad una situazione ottimale- il 16 passa davanti.
Sembrerebbe l’ennesimo preludio per un confronto tra i due, accompagnato da una serie di buone polemiche degli “strateghi del lunedì” ma non c’è tempo. Incredibilmente infatti, nello stesso giro del ritorno in gara, Vettel ha una perdita di potenza ed è costretto ad abbandonare la gara. Avendo questi dovuto lasciare la vettura in un punto piuttosto pericoloso, i giudici di gara devono istituire un regime di neutralizzazione virtuale.
Le Mercedes ne approfittano per rientrare ai box. Chi ci guadagna è Hamilton che ripresa la pista, si ritrova primo. Non appena riprende la gara – è il giro 28- c’è un altro colpo di scena: va a sbattere Russell con la Williams e la vettura di sicurezza è costretta ad entrare di nuovo. In Ferrari si prova una contromossa, montando a Leclerc un nuovo treno di pneumatici morbidi al giro 30. La scelta, davvero coraggiosa, viene presa nell’ottica di un duello con le Mercedes che, almeno in teoria, sarebbe esploso nel finale. Il Ferrarista rientra terzo, dietro anche a Bottas.
La corsa riprende nella sua valenza agonistica solo alla tornata 33 e Leclerc prova subito ad uscire dalla scia del finlandese, con il quale entra subito in duello. Il finlandese riesce però a proteggere la seconda posizione senza grossi problemi, allungando successivamente in progressione.
Visto che davanti i distacchi presto si dilatano, sono le posizioni a punti che arricchiscono il finale di gara, con tanti bei duelli; primo su tutti, quello che vede Perez e Magnussen. Il suddetto, si risolve col sorpasso del primo per la settima posizione al giro 44, dopo aver condotto all’errore il danese. Alle loro spalle, molto interessante è pure la lotta tra Norris, Hulkenberg e Stroll, tutti racchiusi in un fazzoletto di pochi decimi, così come da cineteca è la conquista della quinta posizione su Sainz, ottenuta da Albon con un sorpasso chirurgico sul lungo curvone. Del finale di gara, resta soltanto da segnalare il giro più veloce, fatto segnare da Hamilton a due tornate dalla fine. L’inglese, col suo 1’35”761, si prende così anche il punto in più.
Doppietta Mercedes dunque: per il pilota inglese è il primo successo dal Gran Premio di Ungheria, corso ai primi di agosto. Sul terzo gradino del podio un mai domo Charles Leclerc, sfortunato spettatore delle neutralizzazioni che gli hanno “rovinato” la gara. Alle loro spalle, i due alfieri della Red Bull, nell’ordine Verstappen e Albon, abili entrambi a risalire. In particolare, è ottima la condotta di gara dell’anglo-tailandese, tra i primi cinque al traguardo sebbene fosse partito dalla pit lane. Punti anche per un meraviglioso Sainz, per un Perez sempre concreto. A chiudere la top10, Norris, Magnussen (nonostante una penalità di 5”) e Hulkenberg. Male le Alfa e le Toro Rosso, che chiudono il gruppo.
Insomma, nonostante una ottima prima parte di fine settimana, la Ferrari torna dalla Russia con le mani quasi vuote a differenza di una Mercedes, brava e fortunata a sfruttare tutte le occasioni capitatele. I tedeschi, che allungano in testa ad entrambe le classifiche, fanno così un ulteriore passetto in avanti verso l’obiettivo finale. Vedremo se le cose cambieranno tra due settimane, quando sulla splendida pista di Suzuka andrà in scena il Gran Premio del Giappone.
Sbagliata la trategia del cambio pneumatici. L’ho intuito sin dall’inizio, rottura meccanica di Vettel a parte. Il vantaggio con le soft della Ferrari, rispetto alle gialle medium della Mercedes è minimo. Lo si è visto alla fine quando Leclerc non è riuscito a rimontare né Hamilton, né Bottas. Se entra il Safe Car è finita e, prima o poi, generalmente entra. Bisognava partire con gomme uguali nalla Mercedes. Le gialle consentono di aspettare il Safe Car, le soft no. Quando le cambiavano loro pure noi! Forse,avremmo vinto…