Per una sinistra alla ricerca di nuove ragioni esistenziali la difesa dell’ambiente è come un’oasi inaspettata a cui abbeverarsi. Conta poco entrare nello specifico dei problemi, magari inquadrandoli nell’ambito di un “disagio” più complesso. Né interessa declinare l’ecologia con la crisi “di sistema”, con i limiti dello sviluppo industrialista e globalista. C’è Greta e tanto basta: ragazza d’immagine e dalle buone entrature internazionali (da Papa Francesco ad Obama, passando per le Nazioni Unite). Siamo evidentemente al centro di una campagna ricca di suggestioni, con un seguito di massa, che non va sottovalutato. Il mainstream è duro da “governare”. E tuttavia qualche pillola di buonsenso e di controcultura non guasterebbe, evitando di accreditare l’idea di una ambientalismo a senso unico, laddove c’è spazio per nuovi elementi identificativi, che partano dal rapporto città-campagna, ripensino le città, ritrovino lo Stato, denuncino alcuni miti dominanti. Non inventiamo nulla – sia ben chiaro.
Riaffermare il rapporto città-campagna, visto nella sua sostanziale unitarietà, significa ricostruire l’equilibrio idrogeologico, non fatto di sola natura, ma creazione umana, che opera a sistemare le terre, a valorizzarne la funzione (non solo produttiva, quanto soprattutto conservativa: pensiamo – da questo punto di vista – all’abbandono di tante aree interne del Paese).
Difendere (o meglio ancora ripristinare) l’equilibrio dell’ambiente vuole dire ritrovare una “funzione civile” e culturale delle scelte urbanistiche, denunciando gli eccessi (anche dimensionali) dell’urbanizzazione ad essa contrapponendo l’idea della “città organica”, vista come un insieme di funzioni prodotte da altrettanti motori ed organi interdipendenti, che vengono a concorrere alla realizzazione di un “corpus” più ampio, laddove la “città moderna” appare come l’espressione dell’atomizzazione della società e di una esasperante visione produttivistica e quantitativa.
Pensiamo al ruolo ordinatore dello Stato rispetto alla difesa del suolo e dunque alla sistemazione idrogeologica del territorio, che richiede il rimboschimento, la ricostituzione dei pascoli, la regimazione delle acque.
Ed ancora evidenziamo – in termini metapolitici – le storture determinate dal mito del benessere, del progresso, della tecnica ed i limiti di uno sviluppo 4.0, a cui certa cultura “progressista” guarda invece come ad un nuovo orizzonte paradisiaco.
Nel 1974 Alfredo Todisco, autentico antesignano della cultura ecologica, in “Breviario di ecologia”, sottolineava come il vero progresso non fosse materiale, ma indirizzato al consumo di beni mentali, estetici, ludici ed artistici.
“La base di partenza – scriveva, nel 1998, su “Fare Verde”, Paolo Colli, figura mitica dell’ambientalismo “alternativo” – è una concezione non materialistica dell’uomo : la sua realizzazione autentica è data dal raggiungimento di obiettivi e equilibri incentrati sulla qualità più che sulla quantità. (…) E’ fondamentale fare proprio il rispetto, per chi è credente, verso ciò che stato concesso in uso dalla Divinità e, comunque, per rispettare chi è venuto prima di noi e ci ha consegnato un patrimonio inestimabile, che non abbiamo diritto di dilapidare, danneggiando irreparabilmente chi verrà dopo di noi”.
L’ambientalismo non può – in definitiva – essere considerato uno spot o una sorta di salvagente politico. E’ molto di più. E’ un’emergenza esistenziale, nella misura in cui, proprio sul piano dell’esistenza umana, fa emergere una condizione di crisi che impone una ridiscussione generale nei modelli comportamentali, nelle priorità sociali, nella scala dei valori. Ben oltre dunque qualche colorata aspettativa ed un riformismo parziale: una “visione”, politica e culturale, in cui l’uomo è visto come “soggetto attivo” del suo ambiente, finalmente consapevole dei limiti e degli eccessi di uno sviluppo “senza qualità” a cui porre rimedio.
Il ‘gretinismo’ anti impresa, anti progresso, pro ricchi deficienti radical chic (quelli della stupida auto elettrica ecc.) è il nemico. Stanno a sinistra, sono immigrazionisti ad oltranza ecc. Nulla, proprio nulla abbiamo in comune: sterminiamoli con micidiali emissioni di antiambientalismo radicale! Si può iniziare dalla vecchia, sempre salutare scorreggia…
Cominciamo con l’abolire tutti gli ammortizzatori sociali, comunque si chiamino. Voglio vedere chi sarà ancora ‘ambientalista’ con tutte le imprese chiuse e ….crepando di fame!
Da vecchio militante di Fare Verde sottoscrivo l’articolo e l’appello di Mario Bozzi Sentieri. L’ecologia, rettamente intesa, è una questione di civiltà!
Incredibile come il fastidio di quei gretinetti riesca a farmi pensare che Felice abbia ragione e tifare per un industrialismo spinto che se ne freghi di questi pseudo-allarmi climatici… Poi però ritorna la lucidità, realizzo d i vivere in una delle zone più inquinate d’Italia con degli effetti non piacevoli e purtroppo invasivi nella vita e nella salute e quindi sottoscrivo l’articolo e l’intervento di Sandro… Ma Felice ha la sua parte di ragione e a livello istintivo manderei tutti i gretinetti in qualche campo di recupero in Cina…
Bisognerebbe prima di tutto iniziare con lo smascherare il fatto che il gretinismo è un falso ambientalismo che in realtà serve al capitalismo finanziario per riconvertire e diversificare l’economicismo liberale, non c’è una minima critica alle cause reali della distruzione e dell’abbandono della vita rurale, non c’è nessuna forma di critica delle contraddizioni di uno sviluppo predatorio a danno soprattutto delle classi meno agiate, insomma senza una critica complessiva alle “magnifiche sorti e progressive” non esiste alcun ambientalismo, ma poi qui si parla di uno pseudo-ambientalismo finanziato a suon di miliardi da vari circoli di potere e seguito da una massa di ragazzini viziati e genitori ebeti e radical-chic che vivono in una bambagia a cui non saprebbero mai rinunziare, basterebbe portarli una giornata in campagna senza i loro smartphone per vedere quanto resistono… Ormai con queste teste di legno non c’è nulla da fare e anche se il “sovranismo” facesse suoi alcuni temi ambientali in un quadro di recupero anche delle tradizioni regionali, rurali e di quello strapaese che ha sempre caratterizzato l’Italia di certo non ci sarà nessuna acquisizione nella gente che partecipa al gretinismo internazionale, e meno male direi… In USA stessa cosa anche con tutte le differenze,l’America profonda, quella che i radical-chic d’oltreoceano chiamano con disprezzo “white trash”, o quella dei cosiddetti “redneck” non vorrebbe mai avere niente a che fare con il gretinismo che infatti manifesta a New York mica in Texas, Illinois o Carolina del sud… Insomma niente unisce questo pseudo-ambientalismo con la cultura rurale, tradizionale, rustica etc e quindi la prima cosa da fare è smascherare e porre l’accento su queste differenze, poi riprendere un discorso molto più ampio di critica al mondo moderno di cui l’ambientalismo è solo una parte. Io di mio da anni ormai vado al supermercato solo per prodotti di utilità casalinga e qualche sfizio come un buono Scotch, per il cibo compro solo cose prodotte da fidati contadini e allevatori, oggi si direbbe a “km 0”, ma questo lo faccio da anni, si ricominci a consumare solo prodotti italiani, locali, eliminare schifezze d’oltreoceano, abbiamo una varietà nel nostro paese che nessuno ha, vini, formaggi,carni,pesce ,verdure e ortaggi di ogni tipo, si ricominci dalle basi perchè solo con un circolo virtuoso di produzione-consumo con rapporti diretti si può immaginare di fare discorsi del genere altrimenti sono tutte chiacchiere, detto ciò un industria nazionale sia civile che militare sana e forte è indispensabile ad ogni paese di rispetto per garantirsi un minimo di indipendenza e dignità, la decrescita così come viene presentata è un suicidio assistito e la rinuncia ad ogni velleità di autonomia seppur minima.
Concordo anch’io con quanto scritto nell’articolo di Bozzi Sentieri, autore di articoli interessanti. L’ambiente lo viviamo tutti, elettori di sinistra, di centro, di destra, di nord, di sud, di ovest, di est., ecc., e la sua difesa e tutela deve essere un dovere di tutti, non solo dei sinistri, che come ha ben scritto Stefano, sono portatori un ambientalismo fasullo. D’altronde, nessuno di questi “gretini” dice chiaramente che i cambiamenti climatici sono dovuti principalmente al fatto che in alcune aree del pianeta vi sono tassi di crescita demografica spaventosi. Non lo dicono perché sono parte di quella sinistra radicalchic terzomondista, sempre a difesa delle (presunte) ragioni dell’Africa, dove il tasso medio di fecondità è 3-4 volte superiore a quello dell’Europa. Se davvero si vuole lottare contro i cambiamenti climatici, si deve auspicare che in sede ONU venga imposto a numerosi Stati dell’Africa e dell’Asia, di attuare serie politiche di contenimento demografico con la drastica riduzione delle nascite, attraverso incentivi all’aborto e divieto di poligamia. In molti paesi dell’Africa la poligamia è liberamente consentita, ed ogni maschio africano adulto arriva ad avere anche 40 figli con 5 mogli diverse. Magari il solito sinistroso ribatterà “ma è la loro cultura, non gli si può vietare di farlo”, d’accordo, ma se fa danno al pianeta Terra, questa “cultura” va cambiata.
Ma pensate che l’ambiente “sovranista” sia molto più sensibile e preparato di quanto non potesse essere stata la ” destra” contemporanea a Konrad Lorenz?
Greta sarà quello che è ( e gretini i suoi bambini) ma parla inglese ( per esempio) come il 90% dei nostri figli si sogna. Noi chi potremmo contrapporre?
Così per divertissement e pragmatismo
Non si tratta di opporre nessuno a Greta, ma alle supposte ed ipocrite ragioni del ‘gretini’….
Intanto lei gira il mondo( piaccia o non piaccia) e crea massa ” critica”
Noi quando partiamo e come?
Facciamolo, se ne siamo capaci. Io nel mio piccolissimo scrivo contro, molti altri da destra si accodano al carro ‘gretino’… Nessuno o quasi scrive contro la demenziale “auto elettrica” ed a “Conduzione autonoma”, volute propagandisticamente – e per sovvenzioni statali – circa dai furbacchioni costruttori tedeschi, ben sapendo che ecologicamente, commercialmente, logisticamente, può riguardare una futura autovettura su 200 circa a prezzi 4-5 volte superiori rispetto ad una Fiat Tipo, per un parlare di una Dacia-Renault! Le leggi della fisica sono quelle che sono. Non si possono miniaturizzare le batterie per andare a 140 Km/h.con un’autonomia di almeno 300 Km.! E poi dove le ricarichiamo, se uno deve viaggiare da Torino a Napoli? Una settimana di viaggio ‘ecologico’? Come se la produzione di energia elettrica in grandi quantità non fosse poi anch’essa inquinante…
Hai detto bene nel ” tuo piccolissimo”
Capisci bene che di fronte all’ obice di Greta il tuo fucile a tappi ha un’altra valenza? ( Non per te che sei una persona degna di stima e preparata ma politicamente)
Quindi? Al di là dei sogni, delle pie intenzioni ( che tutti condividiamo) nella fattispecie cosa possiamo contrapporre per non perdere l’ ennesimo autobus?
Io sono conscio delle mie ‘dimensioni’. Chi conta di più si faccia vanti… Non per dare ragione ai ‘gretini’… Per far quello non hanno bisogno di noi. O noi siamo contro o non siamo nulla.
Stefano. Il mondo non sarà mai un ‘posto ecologicamente pulito’, né in Italia, né soprattutto nel terzo mondo, non ponendo sotto controllo la bomba demografica. Quello che i catto-comunisti ed i ‘liberal’, innamorati delle fanfaluche, non vogliono vedere…
Felice certamente sono daccordo anche se il fatto su cui intendevo porre l’accento è che come si dice il pesce puzza dalla testa, è inutile fare tanti discorsi su inquinamento, demografia etc se prima di tutto non si pone in discussione l’impianto ideologico che genera questi problemi e la loro falsa soluzione gretinista, due facce della stessa medaglia… Il primo “ecologismo” dovrebbe essere quello ideologico, culturale insomma, poi viene tutto il resto… Per il resto credo che il gretinismo si sgonfierà non appena raggiungerà i suoi scopi che sono evidenti, la “massa critica” di cui parlava Valter è in realtà una massa evanescente e che segue una “moda” nel senso etimologico del termine, un impostura pompata dai media di regime e dai grandi circoli “liberal”, ma è una cosa tutta interna ai processi di riconversione industriale che già ha perso molta della sua capacità di mobilitazione, in Italia per esempio non ha avuto nessun successo perchè gli italiani pur nel loro menefreghismo e nel loro becerume qualunquista hanno ancora degli anticorpi contro queste operazioni, qui hanno avuto più successo le prese in giro su Greta che altro… Nel nord-Europa ha avuto successo perchè quelli sono popoli ormai spezzati e senza più alcuna difesa intellettuale, negli USA avranno il solito sostegno da una parte del paese ma dall’altra saranno ostracizzati e ridicolizzati, nel resto del mondo, in Asia per esempio non li calcolano proprio… Poi certo il gretinismo è pericoloso fintanto che verrà utilizzato come strumento di propaganda, poi scomparirà come tanti altri movimenti di questi anni sena nessuna vera base sociale, creati ad hoc per preparare l’opinione pubblica a idiozie come l’auto elettrica e quant’altro, ma appena i tempi saranno un pò più duri vedremo… Comunque noi l’occasione l’abbiamo persa con lo sviluppo del nucleare, anche li una massa di precursori del gretinismo teleguidati a dovere ci privarono di una possibilità di essere energeticamente indipendenti, negli anni 60 eravamo il terzo produttore al mondo dopo USA e Inghilterra, oggi credo che molti non rifarebbero quella scelta che fu una delle tante volta ad impedire l’autonomia di questo paese.
p.s. Ovviamente i gretini del tempo chi potevano essere se non i radicali? del resto la centrale di emanazione è proprio la stessa del gretinismo odierno…
Amelio,se posso osare di inserirmi(mi tremano le gambe)nella discussione vorrei dire ,visto che ti inserisci nel sito sempre in un modo molto sofisticato,qualcuno potrebbe dire sfuggevole.Si vede che devi avere una cultura immensa,o e’ qualche cosa altro.Essendo io sempre stato sovranista e di destra mi sento depauperato dal dubbio di essere considerato not sufficientemente cultore della magnificenza ed armonia della natura del creato e della sua vitale importanza.ED E’ UN GIUDIZIO FALSO a me personale e alla mia comunita’a cui credo di appartenere.Non vorrei pretendere di inserirmi in un contesto di sofismi filosofici intellettuali cui io non ho mai preteso di inserirmi.A me basta la semplicita’la chiarezza,sostanzialmente farsi capire senza ambiguita’.E appunto per essere semplice vorrei che mi chiarissi perche’essere sovranista(e quindi di destra)non si e’ al livello di Greta?? Su che basi ne deduci? Forse perche parla ENGLISH!!Nel caso si potrebbe dedurne che basta parlare ENGLISH e si risolverebbero tutti i problemi.Non credo che tu indendevi questo..
PS greta gira il mondo con quali money?? Io modestamente ho girato il mondo con i money che mi sono guadagnato lavorando..
Fernando Greta è ovviamente una testa di legno per sterilizzare determinate tematiche che avrebbero necessità di essere risolte. Ovvio che gira il mondo perché glielo fanno girare e per creare una ” sensibilità” ( io dico falsa e tu sarai d accordo ) manipolabile e sterile. È , naturale,ed ovvio, che sinché non si arriva a criticare e mettere in discussione determinati meccanismi ( Stefano docet) non si va da nessuna parte. Non ho detto che Greta è migliore di altri. Ho soltanto , per pragmatismo che in politica è indispensabile, che se dall’altra parte hanno una Greta non so noi come potremmo trovarle una alternativa visto che la politica si fa , anche con operazioni di immagine come queste.
Anche io ho girato quello che ho girato con i miei soldi ma non i politicamente efficace fare della gretina senza essere propositivi. Asperger o meno Greta la analizzo come fenomeno politico a cui , purtroppo non vedo dalle nostre parti granché volontà, proposta e progettazione per contrastarlo
Saluti senza ironia che tanto siamo solo lo specchio delle nostre contraddizioni
( Parlo di comunità non di noi 2)
Scusate gli errori ma sono in coda in macchina
Ancora una volta, con la scusa del clima, gli immondi anarchici gilets gialli (variante dei black bloks)fan casino vandalico a Parici. Intollerabile. Spero che i flick di Macron spezzino molte schiene a manganellate….
Felice quelli che fanno casino non sono i Gilet gialli e infatti non avevano nemmeno i suddetti gilet,ma sono soltanto provocatori magari pagati proprio dal tuo caro Micron per disarticolare il movimento , sono sempre quei casseurs vestiti di nero che anche in Italia abbiamo conosciuto bene dal g8 in poi… stesso metodo che usarono ai tempi del maggio francese ma con scopo opposto, ovvero distruggere De Gaulle e le sue politiche scomode alla Nato.
E poi le mazzate dei gendarmi se le prendono i poveracci anziani , agricoltori e operai che nulla hanno a che fare con gli infiltrati provocatori , queste sono dinamiche vecchie come il mondo caro Felice…
Stefano. Ed a guidare la crociata antinucleare c’era allora Italia Nostra ed i resti della maggior aristocrazia italica, quella che vive soprattutto in Toscana…Abbiamo continuato a comprare energia così prodotta dai francesi, quasi a ridosso del Piemonte. Cioè tutti i rischi del nucleare e nessun vantaggio…
Sì, Stefano, ma vedere sempre dietro a tutto le provocazioni dello zio Sam, gli infiltrati, spiega assai poco, i black blocs esistono, non li ha neppure creati Macron… Ad esempio, tale logica comunistoide non spiega i nostri anni di piombo, il terrorismo BR ecc. I nostri centri sociali e le loro prodezze non mi pare che siano una creatura della CIA…In ogni caso i gilet gialli ed affini meritano soltanto legnate… Come se le meritavano quelli che negli anni ’70 facevano della nostra vita un inferno…Saluti!
Stefano. Lascia perdere quel grandissimo stronzo di De Gaulle, miserabile assassino, venduto, e nemico viscerale dell’Italia sempre, stramaledetta sia l’animaccia sua! È con F.D. Roosevelt il personaggio della storia che odio di più…
Felice chiarisco solo una cosa, i Gilet Gialli sono nati proprio come movimento di protesta di vari settori produttivi e rurali contro le tasse sul carburante e sul combustibile del gretino globalista Macron , loro sono esattamente il contrario del gretinismo e soprattutto sono patrioti, votano la Le Pen per la maggior parte anche se negli ultimi tempi si sono inserite altre componenti come quella di Melanchon… Vedremo cosa succederà qui da noi quando “Giuseppi” e compagnia inizieranno a mettere tasse “green” sui combustibili come gli ha ordinato Bruxelles se anche noi saremo capaci di ribellarci, non penso… Cito un commento letto da Blondet:” Ieri ho visto i Gretini che manifestavano a Bruxelles davanti al parlamento europeo. Hanno intervistato un ragazzo con la barbetta che diceva: “Ci vogliono TASSE TASSE TASSE! Per colpire chi usa i combustibili, il cherosene ecc. ecc” Ho sentito un brividino sul collo. Dato che ormai è chiaro che niente succede per caso, il messaggio è che il Gretinismo Globalizzato sarà l’arma con cui ci spoglieranno di ciò che ci resta, condannandoci al pauperismo ecologico, detto anche “decrescita felice”.
Stefano. Tutte idee profondamente comunistoidi, di estrema sinistra. I gilets gialli sono anarco-vandalo-rompicoglioni, assimilabili ai nostri No-Tav: nemici, nemici, nemici… come Mélenchon. Nessun patriota, non insozziamo la parola… sono i centri sociali francesi…Per i gretini prepariamo l’olio di ricino, totalmente ecologico… Potremmo cominciare la distribuzione gratuita a Bruxelles…
I gilets gialli certo non si ribellano ad una tassa sul combustibile, quella è pura facciata…L’eterno volto del comunismo marx-leninista distruttore, disgregatore, genocida.
Bruciate le auto elettriche, la truffa maggiore per i popoli d’Occidente!!!!
Caro Stefano, tu ed i tuoi amici siete i primi ‘gretinisti’, con le vostre folli idee anticonsumistiche, antiliberali, anticapitalistiche…
Che ci sia degrado a livello ambientale neanche un cieco potrebbe smentirlo( gli basta respirare) Che certe problematiche derivino da scarsa consapevolezza, scarsa attenzione alla prevenzione o alla naturale propensione del rampante capitalismo a ridurre al minimo i costi per ottimizzare il guadagno nulla cambia il risultato.
Chiedete ai cittadini di Taranto, Trieste o Casale Monferrato che da decenni sono costretti a scegliere se lavorare con il rischio di ammalarsi o non lavorare per rischiare ugualmente.
Lavorare per vivere o morire di lavoro è un dilemma che deve essere affrontato a parte le battute più o meno gretine
Nessuno vuol morire di lavoro, come nessuno da noi vuol morire combattendo, non è questo il dilemma. Occorre lavorare e tutelare l’ambiente allo stesso tempo, per quanto possibile… Così come difendere la nostra terra… Tornare a vivere nelle caverne non mi pare una soluzione ecologica o ragionevole. E neppure il Reddito di Cittadinanza ecc., beffe supreme ed autolesioniste alla cultura del lavoro, alla logica, così caro a destra e sinistra…
Guidobono è divertente ” batibecchare” con te ogni tanto. Il tuo furore ideologico , però, ti fa perdere spesso raziocinio. Non mi pare che si smani dalla voglia di tornare al mesozoico. Anzi il sottoscritto , spesso, ama rifarsi a Platone ed alla sua di caverna. Ma per uscirne. Le ombre confondono, tanto più in politica
Buona vita
Felice il fatto è che se fosse vero che i Gilet Gialli sono anarco-vandali dei centri sociali sarei daccordo con te, ma dato che ho seguito fin dall’inizio la vicenda in ogni aspetto so bene che la tua visione su di loro è falsata, ed è proprio questo l’obbiettivo di chi vuole infangare questo movimento… La loro base sociale sono gli agricoltori e produttori delle zone rurali della Francia e non c’entrano nulla coi vandali che infatti sono stati più volte cacciati dai cortei, quei vandali infatti sono tutti parigini e delle banlieue delle grandi città che nulla hanno a che fare con le proteste simboleggiate appunto dai gilet gialli, ovvero da quei lavoratori che dovendo trasportare i prodotti dalle campagne alle città si sono visti penalizzati dalle tasse di Macron sul carburante, questo è il motivo dell’inizio della protesta e dell’uso di quei gilet… Tu confondi chi vuole mettere in cattiva luce il movimento col movimento stesso, ed allora potrei dirti che quelli che in Venezuela manifestano contro Maduro sono degli anarco-vandali visto che anche li bruciano auto e distruggono vetrine, il problema è che io non faccio di tutta l’erba un fascio e non confondo chi manifesta per giuste ragioni con chi invece approfittando di queste manifestazioni da sfogo ad un ribellismo anarcoide e violento, magari come agente provocatore del governo stesso, e sai quanti ne ho visti di questi agenti provocatori… Non so dove sei tu ora, ma qui da noi nessun giornale o telegiornale parla più dei Gilet gialli da mesi nonostante ogni sabato loro manifestino, mentre si parla ad ogni ora di Greta e dei suoi spostamenti, ecco già questo lavoro mediatico, ovvero l’oscuramento degli uni e l’estrema visibilità degli altri fa capire da che parte sta il pensiero unico globalista e chi sono per il regime i “buoni” e chi i “cattivi”, ed io come sempre sto dalla parte dei “cattivi” che non voglio tasse “green” sui combustibili come invece chiedono i gretini… Infine essere anti-capitalisti e anti-liberali non significa essere contro la produzione e l’industria e nemmeno voler tornare alle caverne come ho già mi pare spiegato in un commento sopra, anche qui Felice fai una semplificazione errata generalizzando ed appiattendo le posizioni e quindi scagliandoti contro un nemico inesistente visto che chi vuole la “decrescita felice” non sono di certo io ma proprio quel “toy boy” francese che ti piace tanto e che adesso guida anche il governo italiano…
Esatto Valter, sottoscrivo…
Senza produzione e ‘curando l’ambiente’, assistendo divertiti al proliferare conigliesco del Terzo Mondo a casa sua o qui in visita permanente, è chiaro che si tornerà tutti alle caverne. Meno male che son vecchio e non lo vedrò (spero)!
Stefano. Gialli o no i rompiballe vanno repressi. Rompiballe in regimi di sostanziale libertà, ovvio, non nelle truci terre bolivariane e castriste…
In Italia ci sono 10-15 milioni di persone di troppo (ALMENO) in termini di sostanziale sostentabilità ecologico-ambientale. Chi vuol capire capisca…
Macron non mi piace, ma visto da…destra, non da sinistra!
L’importante sarebbe boicottare (sul serio!) ogni ecologismo da strapazzo, bruciare auto elettriche ovunque si trovino, sputtanare con ogni mezzo ed arma il mondo di Kyoto e seguiti, realizzare attacchi squadristici a tutto quello che è green, o almeno lo sembra, non perdere occasione di ridicolizzarlo e danneggiarlo…altro che aver paura che i ‘gretini’ abbiano ragione e non lasciarli alla sinistra!
Quando sei sotto casa mia ( c’è una postazione di car sharing) avvisami.
Non vorrei fare una brutta fine!
Grande Guidobono…
Car sharing? Tollerabile.
‘Domani Donald Trump non parteciperà al vertice Onu sui cambiamenti climatici. E’ quanto emerge dall’agenda del presidente Usa, che al Palazzo di Vetro, in concomitanza con l’evento dedicato al clima, parteciperà invece ad una sessione dedicata alle persecuzioni religiose nel mondo’.
Grande Trump!!!!!
@Guidobono
Sì dei quali 3-4 milioni sono immigrati afroislamici, che provengono da paesi la cui superficie territoriale è maggiore di quella della nostra penisola.
Felice infatti Trump ha più volte manifestato apertamente il suo sostegno proprio ai gilet gialli e contro i cosiddetti “accodi di Parigi”, come vedi tutto torna…
Verba volant… Niente torna a mio avviso, solo l’innata perversità delle sinistre…Viva De Maistre! Viva il boia!
Come si fa ad essere così cretini, assurdi, contraddittori da essere allo stesso tempo ‘gretini’, immigrazionisti, multiculturalisti?
Leggo su Autonews: “Volkswagen CEO Herbert Diess welcomed a German government climate package that aims to reduce CO2 emissions with measures such as higher incentives for electric cars….in 2023 while conventional cars will become costlier to operate, with higher taxes for more polluting vehicles.
Gasoline and diesel prices will rise”. L’attuale governo germánico della CDU e della Merkel non è comunista, ma è diventato ‘talibano’ in materia di ‘riscaldamento globale’. Superflue le freddure sui sensi di colpa postumi dovuti allo Zyclon B… Vale a dire, la RF è oggi totalmente permeata di ‘gretinismo’. Sarà anche per fare un favore ai produttori di auto tedeschi? Possibile, altri diranno certamente, ma come in materia di LGBT, Identità sessuale ecc. esiste a mio avviso non una congiura, tanto meno antiitaliana, ma un retroterra culturale, ormai vecchio di decenni, che porta a questi assurdi, ad una ideologia dogmatica, intollerante. Non solo interessi concreti, materiali. Non sono ottimista, non credo che la ragionevolezza torni – come spesso è capitato nel corso della storia – ma, al di là di ogni battuta o paradosso in materia, la realtà purtroppo appare questa e bisogna dire che almeno il ‘trumpismo’ per quel che vale, è l’unica difesa a livello mondiale contro gli ‘eccessi ecologisti’ , l’idiotismo politically correct che ha attecchito quasi ovunque.
Felice più che per quel che vale per quel che dura, bisogna vedere se verrà rieletto, se così non fosse la vedo dura…
Se lui non ci mette troppo del suo deteriore (alla Berlusca)sarà rieletto. Poi…
Scusi Guidibono quindi erano folli anche i vari Corridoni. De Ambris ecceetra, per non parlare di Walther Darrè. Io non ho approfondito la questione di Greta,comunque che il progresso tecnologico ci stia portando alla catastrofe è evidente. Certo se il vostro ideologo è mezzolitro Feltri siete messi bene.
Lasci stare Feltri (!) e pure Maccari e lo strapaese di un secolo fa… Oggi il mondo rurale, quel mondo, da noi è finito. Al di fuori del progresso tecnologico e le sue sfide da cavalcare, non da sfuggire con la politica dello struzzo, c’è l’abbruttimento terzomondista alla disperata ricerca di un approdo (da noi). Non esiste alcuna ‘decrescita felice’. Darrè parlava, ma la Germania di Hitler e dei suoi mirava a crescere da quel punto di vista. Il Völkisch rurale era solo per il folklore e la propaganda…
Con l’ecologia fai chiacchiere, ben che vada vegeti,con l’industria mangi, compri, vendi, viaggi, conosci, hai una vita civile e delle opportunità, in un mondo che demograficamente è sempre più alla ricerca avida (presto disperata) di cibo…Corridoni e de Ambris avevano altri orizzonti..
Spezzeremo le reni alla Greta
Pensa a BIBBIANO, bella ciao di m..