Daniele De Rossi verso il Boca Juniors. L’ex capitano della Roma, liquidato senza nemmeno troppa enfasi da una società che è finita nel mirino di tutti, è vicino alla firma con il club Xeineze.
Raccontano che lo abbia convinto Nicolas Burdisso, che a Roma c’ha giocato ed evidentemente è riuscito a immaginare, quale unica destinazione possibile per Ddr, il calore della Bombonera.
Già perché quello di De Rossi non è un comodo esilio, un viaggio verso Ovest come gli Elfi del Signore degli Anelli. Non va a sgambettare sui campi crassi e ricchi dei campionati emergenti o, comunque, talmente ricchi da rappresentare una valida opzione per campioni, più o meno stagionati, che si trovano a dover imboccare il viale del Tramonto.
A Buenos Aires Ddr troverà una torcida tra le più calde non solo del Sudamerica ma del mondo. Una squadra che è una filosofia di vita vera, non un richiamo brandizzato per spacciare a peso d’oro magliette in mezzo mondo. Al Boca, alla Bombonera il calcio è una cosa serissima. Come a Roma, come alla Roma.
Del resto il destino di un guerriero è nella lotta: il disimpegno, magari sui campetti asiatici o mediorientali, non sarebbe stato abbastanza. Avrebbe fatto, magari, la fine di un altro guerriero, Carlitos Tevez, che in Cina non ha girato per niente. Perché il calcio è la folla irrazionale che ti adora o ti contesta. De Rossi appartiene al calcio, non alle partite doppie aziendali.
Un altro che non ha capito quando è l’ora di smettere…