“Id”, radice greca che può tornare utile ad un’area smarrita. Un’area che ha bisogno di ripartire, di un sentiero da tracciare. Di un sentiero da seguire. Proviamo allora, seguendo le intuizione che ci offrono queste due lettere, a vedere come si potrebbe procedere.
“Id” è radice di “orao”: vedere, guardare, osservare. Si riparta dunque dall’osservare la società, con attenzione. Un’area gravemente scollata dalla realtà, come la destra ha dimostrato di essere, per incapacità di fare proposte convincenti, ha bisogno di starsene qualche tempo seduta in disparte, con umiltà, a osservare dove è andata a finire la società. Perché dopo essere tornati dall’esilio nelle “fogne”, ci siamo accorti che l’aria del mondo aveva una puzza per molti insopportabile, allora ci siamo accucciati. Abbiamo ricominciato a guardare attraverso le grate del tombino con nostalgia, senza avere il coraggio di scendere nuovamente nelle fogne e perdendoci tutto quello che stava avvenendo alle nostre spalle.
Osservare, per capire come mettersi al pari con i tempi e magari per tornare ad essere un’avanguardia.
“Id” è anche radice di “idea”, che non necessita di traduzioni. Dopo aver osservato, dopo aver capito in che mondo ci troviamo, sarebbe opportuno avere un’idea, non solo sul mondo in sé, ma sul come agire in questo mondo. Su questo mondo. Dopo anni spesi a fare coppia con liberisti, democristiani e berlusconiani di varia natura, sarebbe opportuno anche rifarsi un’idea di Destra. Della Destra che si vuole incarnare, quanto meno.
Senza farla troppo lunga, dopo aver osservato, bisogna schiarirsi le idee.
“Id” è anche radice di “eidos”: forma, aspetto. L’ultimo passaggio di questo percorso. Ultimo, perché solo dopo aver chiaro dove ci troviamo e in che modo ci vogliamo rapportare con lo spazio appena conosciuto, possiamo permetterci di assumere una consistenza fisica da sfruttare per i nostri fini. Prima di ipotizzare imprese politiche, culturali, sociali o di qualsiasi altra natura è obbligatorio essere calati totalmente nel mondo e in noi stessi. Ora come ora ha poco senso parlare di partiti, accademie o balli di gruppo. È l’ultimo dei problemi e se si vuole tornare ad essere protagonisti, bisogna avere l’umiltà e l’intelligenza di accettarlo.
Queste sono le tappe su cui si potrebbe costruire il nascente dibattito sul domani.
Tappe da raggiungere con calma e cercare con disciplina. Tappe da percorrere insieme, senza distinzione fra movimenti, partiti, associazioni, dirigenti o militanti. Per muovere nuovi passi è opportuno tornare comunità. Senza gerarchie o separazioni alla partenza. Avere il coraggio di salpare senza un capitano. Ciascuno con il proprio fardello di responsabilità. Avere il coraggio di sconfessare, finalmente e una volta per tutte, chi ancora oggi si appresta a trascinare un intero popolo verso il solito disastro, giocando con il fuoco. Giocando con le Fiamme.
* Studente, Ascoli Piceno