Notre-Dame de Paris brucia! Le sue soffici ceneri, sospinte dai venti sui cieli dell’intera Europa, ne sanciscono oggi il cupo declino spirituale che affligge quest’ultima. Questa, in estrema sintesi, risulterebbe la locuzione più appropriata nel descrivere quanto, uno sciagurato evento, possa esser rappresentativo, e riassuntivo, di uno stato di malessere in cui l’intera società occidentale, inesorabilmente versa e perversa. Guardando dall’alto, ben impressa permane nelle menti, quella doppia lingua di fiamme che, dalla navata al nartece e intersecando i bracci absidali, dava vita ad un’impressionante croce di fuoco che, come marchio indelebile sul volto della terra, suonava come “canto del cigno” per un distratto e nichilista Occidente.
Indipendentemente dall’ intimo credo religioso, la Basilica di Notre-Dame, per noi europei, rappresentava – e deve rappresentare tutt’ora- uno dei mistici simboli spirituali capaci di fondere, sotto l’emblema identitario del Vecchio Continente popoli aventi lingue e costumi diversi, ma allo stesso tempo radici storico-culturali comuni. E’ proprio attorno ai simboli, e grazie anche ad essi, che le società umane edificano le proprie fondamenta, sopra le quali l’uomo, inteso come parte integrante ed integrata di un contesto sociale di riferimento, riesce ad esprimere ciò per cui è nato per essere. Ovvero, un “Sé “ in chiave comunitaria e spirituale, strettamente in antitesi all’ ego individualista, immanente,globalista e schiavo del libero mercato che attualmente le forze liberal-progressiste, con tutta loro tracotanza, fortemente ci impongono.
L’innaturale società nichilista, fortemente voluta da quest’ultimi, di per sé odia e teme tutto ciò che rappresenti o richiami ad un simbolico legame con la trascendenza. Che il “simbolo” venga reputato capace di sconvolgere e stravolgere l’ideologica, quanto innaturale, visione e versione del ruolo dell’uomo in seno ad una società non rappresenta certamente un elemento di novità alcuna. Del resto, volgendo un sommario sguardo al passato risulta innegabile che, per citare solo qualche esempio, l’iconoclastia giacobina, accompagnata successivamente da quella bolscevica, mirarono proprio alla distruzione, non solo fisica del nemico, bensì di tutti quei “simboli” che legavano l’essere umano alla sua naturale propensione verso spontanee forme di spiritualità. Chiunque confidi che, il trascorrere dei decenni, abbia in qualche modo ammorbidito o mutato tale approccio, ne rimarrà amaramente deluso. Oggi come ieri infatti, a rinnovarsi son solo i mezzi, ma non le finalità.
La sinistra progressista, figlia del “Terrore giacobino”, convertendo le ghigliottine con i più moderni mezzi massmediatici, impone oggi il nuovo terrore. Ogni parola, pensiero,azione o sentimento, va espresso solo se in conformità ed in linea con ciò che costoro ti impongono. La realtà è che purtroppo viviamo in una società decadente, relativista e cieca. In estrema sintesi, potremmo affermare che la Cattedrale di Notre-Dame de Paris in fiamme, si traduce facilmente in una rappresentazione simbolica di un’ Europa sempre più schiava delle proprie debolezze materiali, persa ed incapace nel porre argine e limite al proprio nichilismo passivo che, proprio come una profonda piaga, sempre più si addentra nelle vive carni.
Vediamoci o leggiamoci tutti i simboli che vogliamo, ma da almeno 20 o 30 anni che cosa era in effetti Notre-Dame, storia a parte? Il fondale di fotografie di turisti, essenzialmente, niente di vibrante. Poi Venner ci si suicidò e, quindi, se ne parlò un po’, ma non cambiò ovviamente nulla. La decadenza sta nelle menti e nei cuori dei francesi ed europei d’oggi, che in maggioranza manco han messo un piede nella vetusta cattedrale, non nelle vecchie travi che bruciano…Francesi ed europei che non lottano, con nessuna arma, neppure política, contro quelle cose e quelle persone che li stanno distruggendo nell’identità…
Il ‘libero mercato’, però, non ha mai chiuso le porte di Notre-Dame, non ha imbavagliato o decapitato i chierici, non ha fatto nulla di quel che fecero giacobini e bolscevichi. Gli ultimi che cercarono d’incendiare Notre-Dame furono i comunardi comunisti nel 1871…È risibile prendersela ora con il ‘libero Mercato’…
Il libero mercato fa ben peggio che reprimere.
Destina ogni aspetto del vivente all’irrilevanza ed al mercimonio dove tutto è tutti portano un banale codice a barre che può essere tranquillamente dismesso , rimosso dallo scaffale virtuale e destinato all’oblio.
La vera marxistizzazione di tutto lo scibile è un dono inaspettato della liberaldemocrazia.
Balle!!!!!!!!!!!!! Il Libero Mercato è quello che, nel bene e nel male, consente alla gente comune di viaggiare e, volendo, di acculturarsi… Se poi spende male i propri soldi è un’altra storia. Quanti italiani potevano andare a Parigi, a vedere Notre-Dame come viaggiatori nel 1913, ad esempio?
Il libero mercato non reprime ma rende gli individui schiavi del denaro e del consumo compulsivo.
Werner. No, consuma chi ha i soldi e vuole consumare!
Chi vive la spiritualità come dovrebbe, non si troverà minimamente scalfito dalle fiamme del legno poggiato su 4 mamattoni…
Piuttosto sarà colpito chi vive di esteriorità, di apparente borghese religiosità, da non trovare in se la propria “Chiesa”. Il Cristo mai parlò di mattoni!
Mi aspettavo un po’di cinismo complottista, a cui ormai questi forti eventi dimostrativi dovrebbero subito rimandarci.
Centra qualcosa la politica internazionale francese, vedi Tripoli?
E le imminenti elezioni europee ?
@Guidobono
Magari fosse come dici tu, perché purtroppo consuma anche chi i soldi non ce li ha e si indebita, per esempio per acquistare l’ultimo modello IPhone.
Werner. Sì, ma dopo un po’ chi ti presta? L’Iphone ce l’hanno milioni e milioni di cinesi, tra l’altro, che pure possono permettersi poco altro…Ci sono ovviamente altri cinesi in BMW ed Audi, ma sono una netta minoranza…E poi? Il consumismo è un falso nemico, caro al pauperismo paracattolico ipocrita… Non genera decadenza, né assuefazione…Anzi, è un motore di crescita e sviluppo…Auguroni!
A me sembra che il rogo di Notre Dame sia innanzitutto un sintomo del degrado francese. L’amministrazione transalpina era un modello di efficienza e non è stata capace di prevenire il disastro (dopo le leggi Combes la proprietà, ergo la responsabilità, dei beni ecclesiastici è dello Stato). Un tempo qualcosa di simile sarebbe stato inconcepibile. Avete notato, poi, come si parli pochissimo di responsabilità, mentre tutta l’enfasi è posta sulla sottoscrizione per il restauro, o meglio la ricostruzione, della cattedrale? Anche la fretta con cui la Magistratura ha escluso l’ipotesi del dolo mi pare sospetta. In Francia si compiono ogni anno centinaia di attentati a luoghi religiosi; poche settimane prima era stato incendiato il portone di Saint-Sulpice. Non dimentichiamo comunque che in Francia il Pm dipende dal governo…
Se ci fosse in giro genuino vigore spirituale l’incendio di Notre Dame lo risveglierebbe…
Hai ragione Felice,purtroppo…