• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
martedì 30 Maggio 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Sport/identità/passioni

Calcio. Modric “pallone d’oro” forgiato nella temperie della guerra di Jugoslavia

by Marco Ciriello
5 Dicembre 2018
in Sport/identità/passioni
2
Modric
Modric

Dopo gli eccessi si torna alla normalità. Si lascia l’Olimpo per l’umano, per il piccoletto che passa come un refolo di vento tra Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, interrompendone la diarchia, nel suo miglior dribbling, col Pallone d’Oro. Luka Modrić partito pastore, dopo aver sfiorato la vittoria mondiale, in Russia, dove è risultato miglior calciatore, e con quattro Champions League alle spalle, trova il premio più ambito da singolo, quello che meglio sancisce l’aver giocato sopra gli altri, l’entrata nella ristretta cerchia dei lussuriosi della palla. Bisogna andare al 2007 per trovare un nome diverso da quelli di Ronaldo e Messi, era il brasiliano Kaká che allora giocava nel Milan. Poi è seguito un elenco di caduti al podio: Xavi e Andrés Iniesta,  Franck Ribéry e Manuel Neuer, Antoine Griezmann e Neymar. Aspettando i Mbappé, o forse no, come non sono venuti i Bale, un popolo di calciatori fisici, intanto, nella terra di mezzo con un fisico del passato e una testa del futuro c’è Modrić, il calciatore che fece l’impresa e che ci liberò dalle ossessioni dei due super calciatori. Umano troppo umano. E per fortuna. Un antieroe, leggero, biondo e tenebroso insieme, perché ferito dalla guerra e dall’aver visto uccisioni e razzie, che prima dei campi ha visto un corridoio – dell’’Hotel Kolovare – e dopo un parcheggio. Modrić è un calciatore cresciuto in cattività, durante la guerra in Jugoslavia, un ragazzetto rifiutato perché esile, e divenuto campione perché tenace come il filo di ferro. Capace di difendere il gregge di famiglia dai lupi – in un villaggio di poche case: Modrici, dove sopravvivono loro e il luppolo – e il pallone dagli avversari, di guidare la sua piccola e molto umorale nazionale fino a bordeggiare l’alzata della Coppa del Mondo e di tenere a bada il buco di dolore dell’infanzia, uno capace di assimilare tutto senza farne morale. Silenzioso ed efficace in campo, uno che fa pochi gesti e sempre giusti, non si compiace pur facendo tutto quello che un allenatore gli chiede nel mezzo del campo e con creatività: inventa corridoi, serve compagni nel miglior modo possibile, tirando a porta e segnando – spesso da fuori aria –, in pratica è la terza via: un leader a metà, introverso e balcanico: tipica capacità di sparire per minuti, partite e/o stagioni e di riemergere con capriole da acciughe, che non a caso fanno il pallone come cantava Fabrizio De André. E ora che è sul podio più alto, potrà rivendicare una biografia calcistica da periferia, dove si cresce tra avversità e rabbia, perché ha alle spalle il campionato bosniaco  con lo Zrinjski Mostar – «sputi insulti nessuna tutela. E calci tanti calci, ma se mi lamentavo con l’arbitro mi sentivo rispondere, taci feccia di un croato» – prima di arrivare alla Dinamo Zagabria, per poi vedere la luce di Londra col Tottenham e infine diventare galácticos a Madrid. Quasi un sopravvissuto, scartato dall’Hajduk, squadra per cui tifava, ma senza risentimenti, è un calciatore stratificato in stile e pensiero, tecnica e posizione, che riesce a velocità altissima a gestire e inventare, senza smarrirsi, stando nella zona con maggiore pressione e avendo un ruolo di invenzione quindi ad alta sorveglianza avversaria,  e che riesce ad essere lieve nei tocchi e duro nei contrasti. La sua eleganza alimenta la nostalgia per una specie in estinzione, emigrato Iniesta in Cina, dislocato Xavi in Qatar, dismesso il sistema Pirlo, non ci resta che Modrić, un riempitivo, in attesa della definitiva trasformazione fisica del calcio. Ma per ora c’è e danza con simmetrica precisione senza perdersi il pallone, quella che all’Hajduk era sembrata fragilità era invece una diversa possibilità fisica, che aveva più spigoli che possanza ma che spesso faceva anche più male. Come male ha fatto persino a se stesso ritrattando nel processo della Calciopoli croata che vedeva imputato Zdravko Mamic (poi condannato a sei anni di carcere) dirigente della Dinamo Zagabria che si era inventato un sistema parallelo di ricatti e pizzo sul trasferimento dei calciatori. Un «Non ricordo» pesantissimo, poi finito persino sulla maglia numero 10 della Croazia al posto del nome di Modrić: «Se Ne Sjećam». Un’altra prova di abilità strategia, forse, ma venuta male. Ma tra palombelle e calzettoni, gol e lanci – verticali in nazionale e di controcampo nel Real – e con piccoli movimenti, sta provando a lasciarsi anche questa alle spalle. È un metronomo, prodotto da una dinamica sociale complessa e dolorosa come un paese in guerra, che negli anni è stato capace di misurare le forze in evoluzione in campo, ricreando la capacità di astrarsi e giocare che aveva da piccolo, da sfollato in fuga, condizione che gli ha regalato la calma e la tecnica di uscire dalle baruffe e dalle marcature, di ergersi a punto fermo del centrocampo della Croazia e del Real Madrid, portando svagatamente i gradi di leader, e il suo essere un principio di necessità in ogni partita. [uscito su IL MATTINO]

@barbadilloit
Marco Ciriello

Marco Ciriello

Marco Ciriello su Barbadillo.it

Visualizzazioni: 0
Tags: calcioluka modricpallone d'oro

Related Posts

StorieDi#Calcio. Boranga portiere-medico del Cesena in Coppa Uefa: “Quando battemmo la Juve nel 1976”

StorieDi#Calcio. Boranga portiere-medico del Cesena in Coppa Uefa: “Quando battemmo la Juve nel 1976”

9 Maggio 2023
“Hooligan. L’ultima parola” e tutta la verità di Carlton Leach, anima del tifo violento del West Ham

“Hooligan. L’ultima parola” e tutta la verità di Carlton Leach, anima del tifo violento del West Ham

27 Aprile 2023

1970, il romanzo del Cagliari

Mateo Retegui, l’ultimo oriundo

StorieDi#Calcio. Pietro Michesi il romano de Roma che castigò la Lazio (col Catanzaro)

Storiedi#Calcio. Addio a Vito Chimenti il bomber della “bicicletta”

FormulaUno. Il talento inespresso di Jan Magnussen

StorieDi#Calcio. Addio al bomber brasiliano Roberto Dinamite, una vita per il gol

CalcioAmarcord. Pier Paolo Scarrone (il vice Rivera) si racconta

Comments 2

  1. Felice says:
    4 anni ago

    Va Bene. Non possono vincerla per 15 anni consecutivi Messi e Cr7. Credo che sarebbe bene un massimo di tre per ogni giocatore e, forse, anche, a rotazione, assegnarlo a portieri, difensori, centrocampisti, altrimenti è ovvio che gli attaccanti abbiano più visibilità…

  2. Fernand says:
    4 anni ago

    Lev Yashin..portiere..Josef Masopust difensore….Stacchini ala..

Più letti

  • Siracusa. La trionfale “Medea” di Laura Marinoni incanta il Teatro Greco

    Siracusa. La trionfale “Medea” di Laura Marinoni incanta il Teatro Greco

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. Gli antichi Romani sotto la gogna della cancel culture

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La Forza della Poesia. Il male di vivere secondo Eugenio Montale

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Oswald Spengler il  nazional-conservatore che prefigurò la decadenza dell’Occidente

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Viaggi&Patrie/10. Cabona: “Ma non abbiate lo sguardo dei neo-colonizzatori, dei maestrini dell’Occidente”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

La polemica. Scintille tra Fdi e La Destra. Musumeci: “E’ ancora possibile un dialogo?”

2Giugno. Perché ci vorrebbe un museo dell’identità nazionale

29 Maggio 2023
Aspide. Il romanzo erotico di Alessandro Barbero sulle performance del Vate

Aspide. Il romanzo erotico di Alessandro Barbero sulle performance del Vate

29 Maggio 2023
Segnalibro. L’Antimafia e gli usi e i soprusi dei “professionisti del bene”

Segnalibro. L’Antimafia e gli usi e i soprusi dei “professionisti del bene”

28 Maggio 2023

Ultimi commenti

  • Guidobono su Torino, cartoline dal Salone. De Benoist irrompe nella fiera politicamente corretta
  • Guidobono su Potenza delle nazioni secondo Enrico Corradini
  • Ferna.. su Torino, cartoline dal Salone. De Benoist irrompe nella fiera politicamente corretta
  • Guidobono su L’idea nazionale in Alessandro Manzoni
  • Luca su Torino, cartoline dal Salone. De Benoist irrompe nella fiera politicamente corretta
  • Luca su Torino. Il duello (nel Salone) Tamaro contro Verga agita il mondo della letteratura
  • Valter Ameglio su Torino, cartoline dal Salone. De Benoist irrompe nella fiera politicamente corretta

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più