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Home Sport/identità/passioni

Formula 1. Ultimo giorno di scuola ad Abu Dhabi, il tributo a Fernando Alonso

by Lorenzo Proietti
26 Novembre 2018
in Sport/identità/passioni
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Si respira un clima da ultimo giorno di scuola ad Abu Dhabi, tappa dell’ultima gara della Formula 1 del 2018. In realtà, una gara quasi inutile per le classifiche assume, per una serie di avvenimenti, tanti diversi significati. Non ultimo, per la bellissima notizia della vigilia che segna il ritorno –dal 2019- di Robert Kubica. Il polacco, assente dalle scene dal 2010 a causa del terribile incidente subito in un rally le cui conseguenze sono ancora visibili, tornerà in veste di pilota Williams: una bella storia insomma, fatta di determinazione, coraggio ma anche tante incognite. Ma questa, è anche l’ultima gara, salvo ritorni, per Fernando Alonso che lascia dopo oltre quindici anni, trentadue vittorie e due titoli. Parola fine scritta anche per Kimi Raikkonen, almeno per quanto concerne il rapporto con Ferrari. Dopo il quarto posto in qualifica, peccato che la gara del finlandese sia durata solo sei giri completi, per un problema elettrico. Al buon Kimi resta comunque il terzo posto finale di una stagione che lo ha visto sul podio in dodici delle ventuno gare, con la splendida pole a Monza e il commovente trionfo di Austin.

In realtà le “res gestae” non finiscono qui: questa gara segna il finale nelle rispettive squadre per Leclerc, Vandoorne, Gasly, Ericsson, Stroll, Ocon, Sirotkin, Sainz e Ricciardo. Mai negli ultimi anni si era assistito a tanti cambi casacca in vista dell’anno successivo.

Fatto salvo questo insieme di riflessioni, il fine settimana si sviluppa abbastanza linearmente fino alle qualifiche: prove libere primeggiate nell’ordine da Verstappen, Bottas ed Hamilton, rispettivamente in 1’38″491, 1’37″236 e 1’37″176    e qualifiche dominate al solito da Hamilton che rafforza la propria pole con il classico ultimo giro, senza alcuna sbavatura, in  1’34″794. Tra i primissimi gli unici che si qualificano con pneumatici Hypersoft sono Verstappen (5°) e l’ottimo Leclerc (8°), gli altri sono su  UltraSoft.

Alla domenica un clima misto di stanchezza e malinconia, lascia spazio al rombo dei  V6 turbo-ibridi. Allo spegnimento delle luci i primi cinque restano nelle stesse posizioni, mentre Verstappen si ritrova nono nonostante un buono scatto, a causa dell’automatico inserimento di una mappatura di sicurezza del proprio propulsore. Il primo giro vede subito uno spettacolare incidente: Hulkenberg e Grosjean sono in lotta, si toccano e la vettura del tedesco decolla, cappottandosi. Sono attimi di paura ma fortunatamente il tedesco è illeso. Leclerc intanto aveva passato Ricciardo prendendosi il quinto posto e divenendo poi quarto dopo il ritiro di Raikkonen. Se la Sauber non avesse sbagliato la strategia, richiamandolo già all’ottavo giro –per altro nel medesimo passaggio di Hamilton, con SuperSoft per entrambi – e lasciandolo nel traffico, magari avrebbe potuto lottare tra i primi per qualche altro giro. La gara di per sé vive di tanti piccoli duelli sul filo dei tempi ma anche di qualche incontro ravvicinato: al rientro dalla sosta Hamilton attacca Verstappen –il quale già aveva infilato di forza Ocon nel tornante alla ripartenza. L’olandese però è bravo a resistere rinfila subito il 44 nel rettilineo successivo. A questo punto Hamilton comincia a stabilirsi su di un passo regolare, così da gestire al meglio la gara nell’ultima parte, quando chiaramente si sarebbe ritrovato davanti. Tra il giro 16 e il 18, si fermano Vettel (bravo a sbarazzarsi subito di Ocon), Bottas e Verstappen mentre Ricciardo, dopo uno stint molto lungo, solo al 34.

La parte centrale di gara è caratterizzata dall’incredibile spauracchio della pioggia: l’acqua, mai arrivata in questo evento, riesce a nebulizzarsi appena tocca terra a causa delle condizioni del deserto circostante. Nessuno dunque deve stravolgere le strategie. La valenza agonistica riesplode negli ultimi venti giri, quando sia Vettel che Verstappen, impensieriti dal passo di Ricciardo, cominciano a macinare terreno nei confronti di Bottas che soffre per i propri freni non più ottimali. Ne sono un segno tangibile i tanti bloccaggi che compie in frenata. Vettel passa sul secondo rettilineo al giro 35 e Ricciardo (divenuto quarto) al 39. Il vero capolavoro però, per la terza posizione, lo compie Verstappen al giro 38. Dopo aver attaccato Bottas, che resiste nell’allungo, l’olandese si infila, in un misto di forza e millimetrica precisione, nella chicane successiva. La manovra è spettacolare, da urlo, per essere stata concepita e realizzata, quando molti probabilmente non l’avrebbero mai nemmeno lontanamente immaginata. Questo a riprova, se mai ancora qualcuno avesse dei dubbi, sulla caratura di questo giovane classe 1997. Dietro i primi cinque intanto, si assesta Carlo Sainz sulla Renault, autore davvero di una bella gara. Per lo spagnolo, dall’anno prossimo in McLaren al posto di Alonso, un sentitissimo regalo d’addio. A proposito di Alonso, 11° alla fine e di poco fuori dai punti: lo spagnolo non potrà che esser ricordato come uno dei più grandi talenti degli ultimi anni, con il suo istinto di rapace e la sua visione di guida fenomenale. Peccato che una serie di decisioni discutibili e un po’ di sfortuna, lo abbiano portato a raggiungere meno di quanto avrebbe potuto.  Tornando alla gara, mentre Bottas è costretto ad una seconda sosta, si ritirano per guasti sia Ocon  che Gasly. Gli ultimissimi giri segnano un timidissimo tentativo di rimonta da parte di Vettel su Hamilton; Hamilton, che in realtà non è mai seriamente impensierito e va a prendersi la sua undicesima vittoria stagionale, davanti al tedesco e a Verstappen. Punti per Ricciardo, Bottas, Sainz, Leclerc, Perez, Grosjean e Magnussen.

Nel giro di rientro c’è solo il tempo per una sorta di parata, non prevista, con Hamilton e Vettel che scortano Alonso il quale, sicuramente, non avrà trattenuto le lacrime. Sono queste le ultime scene di una stagione intensa, discussa ma che ha saputo tenere tanti  tifosi attaccati ai televisori. La Formula 1 d’altronde, non può che essere così: questa può cambiare, essere oggetto di discutibili modifiche tecniche e sportive  ma le emozioni, i sentimenti che veicola sono intaccabili e probabilmente non saranno mai sradicati.

Prima della lunga pausa, con i test della settimana prossima sempre ad Abu Dhabi, la F1 darà un primo assaggio del 2019. Per noi appassionati poi, non ci resta che attendere, nell’ottica di una delle stagioni più imprevedibili di sempre.

Lorenzo Proietti

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Tags: abu dhabialonsoBarbadillof1fernandoformula unoproietti

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