![E' rosso Ferrari il rimo trionfo in F1](https://www.barbadillo.it/wp-content/uploads/2018/03/29570624_1007335242756791_710182537009419817_n-310x174.jpg)
Comincia con il botto l’anno zero della Formula 1, targato 2018. Dopo le tante polemiche per via dei cambiamenti regolamentari- la protezione Halo per la testa dei piloti e i soli tre motori per stagione su tutti- ci pensa l’azione in pista a mettere tutti d’accordo.
In realtà, in quel di Melbourne, classico inizio australiano, dopo le prove libere, ben poco era lo spazio per l’incertezza. Hamilton e la sua Freccia d’Argento dominano entrambe le sessioni del venerdì (1’24”026 in FP1 e 1’23″931 in FP2) e per gli inseguitori sembrano esserci poche possibilità. Tale ipotesi viene avallata ancora di più dopo le qualifiche del sabato, disputate dopo la pioggia del mattino e quindi su una pista meno gommata (al mattino nelle FP3 primo Vettel ma girano in pochi).
Le qualifiche vedono un Hamilton in versione “hammer”: 1’21″164 e oltre sei decimi rifilati a Raikkonen e Vettel. Quarto Verstappen. Ricciardo ottavo, attardato anche da una penalità. Addirittura quindicesimo Bottas: il finlandese, al primo giro veloce della Q3, arrivato in curva uno mette due ruote sull’erba, perde il controllo e distrugge il suo bolide contro le barriere danneggiando non solo il telaio ma anche il cambio, con conseguente penalità.
Queste sono le premesse per una gara che appare già scritta; le poche possibilità di sorpasso offerte dal circuito poi sembrano far il resto.
Allo spegnimento dei semafori le prime posizioni non cambiano e lo spauracchio dei primi giri sembra esser rappresentato dalle due Haas: la scuderia americana, costantemente tra i primi, sembra poter far il colpaccio, riuscendo a lottare con Verstappen e con un Daniel Ricciardo in rimonta, il quale al giro 5 scavalca Hulkenberg con un bel sorpasso alla curva 13. Il primo colpo di scena arriva nella battaglia tra la Red Bull numero 33 e Magnussen: Verstappen, nel tentativo di rimontare il danese dopo una pessima partenza, al sesto giro va leggermente largo e danneggia il fondo. La mancanza di carico lo porta poco dopo ad andare in testacoda in curva 1, scivolando così in ottava posizione. Al diciottesimo giro si ferma Raikkonen che monta gomme soft, al giro dopo Hamilton. Vettel resta fuori, assumendosi un bel rischio. La strategia Ferrari invece paga. Succede tutto tra il giro 24 e il giro 26: tra i questi infatti, entrambe le Haas escono incredibilmente di scena. La vicenda poi, ha ancor di più dell’incredibile se si pensa che entrambe le vetture debbono fermarsi a causa della posteriore sinistra mal fissata. Errore umano o malfunzionamento della pistola pneumatica, il risultato non cambia. Ciò che conta è che la corsa viene neutralizzata, prima con la Safety Car virtuale, poi con quella vera. Tutto questo trambusto consente a Vettel, fermatosi al giro 28, di tornare in pista saltando davanti ad Hamilton. Da lì in poi, per i successivi ventisette giri, si assiste ad un duello a distanza a suon di giri veloci. L’inglese che a tre giri dalla fine deve desistere a causa di un progressivo innalzamento delle temperature, nonostante disponga di un mezzo sensibilmente più veloce, non è mai in grado di insidiare davvero il tedesco della Ferrari che così ottiene la sua nona vittoria da alfiere del Cavallino, eguagliando in questa speciale classifica Rubens Barrichello. Secondo è Hamilton davanti ad un Raikkonen bravo a tenere a distanza Ricciardo, buon quarto ed autore del giro più veloce in 1′ 25″945. Quinto un grande Alonso, in versione attendista, con la sua McLaren Renault. Chiudono la zona punti Verstappen, Hulkenberg con la Renault, Bottas (autore di un paio di buoni sorpassi), Vandoorne con l’altra auto di Woking e uno stoico Sainz con la seconda Renault, capace di artigliare l’ultimo punto nonostante un grave problema allo stomaco dato dalla troppa acqua bevuta durante la corsa, a causa di un malfunzionamento del sistema che consente ai piloti di bere in auto. Buon tredicesimo l’esordiente Leclerc con la rinnovata Sauber finanzaiata dal main sponsor Alfa Romeo.
Vittoria Ferrari dunque alla prima in Australia. Una vittoria che, sebbene autorevole, non deve nascondere i reali valori di forza che vedono le Mercedes ancora superiori sul giro singolo e sul passo gara. Se non altro va dato credito alla fortuna, questa volta davvero benevola con la Scuderia di Maranello. Prossimo appuntamento tra due settimane in Bahrain.