Era l’estate del 2011 quando il fondo Qatar Investment, guidato da Nasser Al Khelaifi, acquistò il Paris San Germain, con l’intento di rendere i parigini una superpotenza in grado di trionfare subito in patria e presto in Champions League. Durante questi anni, sono risultati dominatori assoluti della Ligue 1, se si eccettuano i deludenti secondi posti dietro Montpellier e Monaco, ma non hanno compiuto il tanto atteso salto di qualità in Europa, raggiungendo solo per quattro volte consecutive i quarti di finale, seguiti da due ottavi. Numerosi sono i campioni che hanno incantato nella capitale transalpina, a partire da Pastore, Ibra e Thiago Silva, passando per Di Maria e Draxler sino ad arrivare a Neymar e Mbappè. E altrettanto ingenti sono state le somme spese per aggiudicarseli. Basti pensare che questi ultimi due acquisti peseranno sul bilancio bleu per ben 440 milioni di euro: una cifra folle, ma non per chi le regole del mercato le ha stravolte.
Ad andare in campo però non è il portafoglio, né il talento del singolo, ma la squadra, il cui valore si misura sì dalla qualità, ma soprattutto dalla coesione del gruppo e dal bilanciamento delle forze in campo.
Quest’anno, dopo la prematura eliminazione della scorsa stagione contro il Barcellona in un ottavo equilibrato, anche se macchiato da errori arbitrali, il Psg, ambiva a raggiungere la prima finale della sua storia in questa competizione. La stagione era incominciata bene con uno spirito diverso dal solito. La soluzione di tutti i problemi, infatti, sembrava essere arrivata grazie al faraonico mercato estivo, che aveva portato a Parigi nientemeno che Neymar, il fenomeno, nonché grande protagonista dell’eliminazione dei parigini l’anno precedente, e Mbappè, rivelazione della stagione, che andavano ad impreziosire il ricco parco attaccanti dei parigini.
Purtroppo gli sforzi fatti sul mercato non sono stati sufficienti ed il Psg si è dovuto arrendere ad un Real Madrid più organizzato ed esperto, che lo ha fatto fuori con un secco 5-1 tra andata e ritorno.
Cosa manca ancora alla squadra parigina, che ha un parco attaccanti unico al mondo per varietà e qualità e che vanta eccellenze in ogni reparto? La parola è una sola, equilibrio, necessario a partire dalla difesa fino al cerchio di centrocampo per evitare il contraccolpo di un attacco stellare, il tridente Neymar-Mbappé- Di Maria.
Il reparto che maggiormente soffre è il centrocampo dei parigini, formato da Verratti, Motta e Rabiot o da elementi offensivi come Draxler Pastore o Lo Celso, che difetta nella fase di interdizione.
In questo reparto si è sentita molto l’assenza del neo-juventino Blaise Matuidi, un giocatore onnipresente, abile nella corsa e nell’interdire il gioco avversario, grazie a un buon anticipo e all’abilità nel pressing. I parigini se lo sono lasciati scappare per soli 20 milioni di euro, senza pensare minimante a cercare un sostituto, e preferendo invece spendere somme faraoniche per un reparto già ultra-competitivo come quello offensivo. Un’ ulteriore fonte di squilibrio è la presenza sulla corsia difensiva di destra di Dani Alves, che, data l’età, non riesce più a sostenere bene entrambe le fasi di gioco: infatti, mentre in fase offensiva dà il meglio di sé, in fase difensiva commette gravi errori, faticando a ripiegare e a stare dietro ad avversari più giovani e veloci di lui.
Se quest’estate il Psg imposterà il proprio mercato nel rafforzamento dei propri punti deboli e non nell’acquisto di giocatori da copertina, potrà sfruttare al meglio un potenziale offensivo unico al mondo e conquistare finalmente la massima vetta del calcio europeo.