L’attacco fa, la difesa disfa e il Bari non riesce a volare. Anche il campo “fratello” di Salerno conferma le caratteristiche di una squadra a tratti irresistibile nel settore offensivo ed estremamente vulnerabile nella retroguardia. Due autentiche prodezze di Galano pagano solo un punticino. E’ andata meglio di altre trasferte ma il bottino è pur sempre deficitario per una squadra che non vince da circa nove mesi fuori casa e che per lottare per i massimi obiettivi deve darsi un’energica regolata.
Tra qualche settimane si riaprirà la campagna trasferimenti e sono auspicabili interventi per assicurare peso, esperienza e capacità interdittive davanti alla porta di Micai. Grosso ha dovuto rinunciare nuovamente al centrale Morrone, infortunatosi poco dopo il vantaggio di Galano e rimpiazzato da Tonucci ma impossibile dire che ciò sia stato determinante . Una scelleratezza di Gyomber e una dormita di tutto il reparto hanno infatti consentito all’ex primavera della Lazio Rossi di violare per ben due volte la rete biancorossa e ribadito l’inaffidabilità della difesa.
Sono finiti così in secondo piano l’inventiva di Cissè (il guineano ancora nel ruolo di assist-men) e gli spunti dell’olandese Anderson, alla prima gara da titolare, a tratti inarrestabile sulla fascia destra. Spento Improta (soverchiato di fischi dagli ex tifosi), a corrente alternata Petriccone e Tello, il Bari ha proceduto a sprazzi . Ha colpito un palo con Capradossi, gli è andata bene quando a un quarto d’ora dalla fine la testina di Galano ha indovinato l’angolino su cross di Improta per firmare il 2-2.
Giocate indiscusse di gran calcio ma incapacità di controllare le gare quando gioca lontano dal san Nicola, nonostante il gran seguito di tifosi. Vive sulle magie dei singoli (come Galano, al nono centro stagionale, e Brienza entrato a metà ripresa) ma questo non basta al Bari per accelerare in classifica. E dopo un quarto di campionato il verdetto è, purtroppo, ancora quello di una squadra incompiuta.